«Obviously» Mauro Icardi💘

«SORRISI»

Appena i giocatori ebbero finito di lavarsi e vestirsi, ci incamminammo verso il pulman della squadra per andare poi in una delle due case in cui vivono i ragazzi. In uno stanno i "Bambini", nell'altro stanno i "vecchietti".
Prima di uscire Jeison mi si avvicinò mettendomi una mano sulla spalla per fermarmi.
Mi girai.
«Metti questa sulla testa, è meglio che non ti inquadrino in faccia, non fraintendermi, sei bellissima, ma non voglio assolutamente che finisci su qualche giornale e che si inventino qualche notizia che non centra niente con te.» disse Murillo guardandomi dalla testa ai piedi, per poi passarmi la sua giacca con lo stemma della squadra.
Nonostante i suoi occhi mi incantassero, mi ripresi facendo quello che mi aveva consigliato.
In mezzo ai ragazzi corsi verso il pulman nerazzurro, c'erano tantissimi Flash, forti grida per attirare l'attenzione dei ragazzi e tanti uomini della sicurezza.
Salii le scale, infine mi trovai seduta in un sedile vicino al finestrino e appena mi tolsi la giacca di dosso mi voltai, trovandomi di fianco Jeison, il quale mi aveva tenuto un braccio sulla spalla per tutto il tempo.
Mi getto tra le sue braccia per non rimanere imbambolata a fissare i suoi meravigliosi occhi marroni.
Quante volte ho sognato questo momento.
Lui mi strinse forte a sè e quando appoggio il mio mento sulla sua spalla notai che Mauro ci stava guardando, in un modo che non era affatto dolce, ma appena incontrai i suoi occhi, lui cominciò a parlare di qualcosa a caso con Yuto.
Durante il tragitto, ch non durò molto parlai con Davide Santon, o meglio, lui parlò, mi stava raccontando della sua esperienza da giovane all'Inter, il trasferimento e la differenza di requisiti e abilità richieste all'estero e infine del ritorno in Italia.
«Sarebbe fantastico arrivare alla posizione che ha adesso Javier, dopo la grande carriera che ha eseguito. Giocare come lui vuol dire avere tanto talento.»
«E amare tanto il calcio.» aggiunsi io.
«Anche» concluse lui.
Il pulman si fermò e scendemmo tutti, superato un cancello, mentre alcuni andavano verso destra, altri mi accompagnarono verso sinistra.
Yuto, Miranda, Gary, Rodrigo, Samir, Juan, Tommy, Danilo, Felipe, Jonathan ed Eder che sono i più anziani, visto che hanno dai 28 anni in sù, mi abbracciarono e andarono verso una casa a due piani due metri più distante da dove ci trovavamo.
Poi Adem mi fece segno di entrare nella casa affianco, anch'essa a due piani.
Una volta entrati in salotto tutti i ragazzi si buttano sui divanetti e sui puof stanchi morti, mentre io rimasi in piedi e mi appoggiai al muro dell'entrata.
«Avete giocato benissimo ragazzi. Mauro grazie per i biglietti e per questa grandissima ipportunità, voi siete i miei idoli, mi avete stravolto la vita, non potete capire quante notti ho passato sognado momenti come questi, anche solo parlare con voi o solo guardarvi negli occhi per qualche frazione di secondo. Ma ora sono qui davanti a voi, dai quali potrei ricevere un abbraccio in qualsiasi momento. Vi amo idoli.»
Mi stavano guardando tutti, alcuni sorridevano e altri avevano le lacrime agli occhi.
Geoffrey si alzò e venne verso di me, mi prese in braccio e mi tenne così finchè non arrivarono anche gli altri attorno a noi e le lacrime cominciarono a scendere dai miei occhi.
[...]
2.45 a.m.
Mi ritrovai in cucina e appena sentii dei passi venire verso di me mi girai.
Juan aveva in mano un cuscino.
«C'è un letto pronto nella stanza di Davide e Marcelo, se te la senti puoi dormire in stanza con loro sennò ti preparo la stanza degli ospiti»
«Mi va benissimo, non serve che vi scomodiate.»
Mi accompagnò nella stanza dove c'erano Davide e Marcelo in boxer e a quel punto diventai rossa.
Vennero entrambi verso di me, dopo che ebbi salutato Juan, mi abbracciarono e dopo averci scambiato due parole e dopo averli ringraziati ancora una volta andammo a letto stanchissimi.
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Siauuuu,
Grazie per tutto a tutti.
È un po' corto e mi scuso.
Che ne dite?
Vi amo ragazzi.
#amala
-Eli-