VII. Schegge

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Nemy volteggia nel cielo, la sera ad accarezzarle le ali. È un volo impaziente come la camminata di un bambino ai primi passi, il suo. Disegna girotondi con le nuvole. Segue i capricci del vento, che la soppesa e la sposta a proprio piacimento. Cerca di ricordare i suggerimenti di Black. Devi imparare a sentirle. A pensare con esse. Ancora non ci riesce. Ma si sforza di governare l'impeto che le esplode nei polmoni. L'impeto della libertà. Volteggia nel cielo, senza perdere di vista le ali bluastre. Lo vede abbassarsi in quota. La leggerezza e la maestria con cui domina il cielo le riempiono lo sguardo. Cerca di seguirlo a distanza. Lui si crea un varco tra le nuvole grigie di pioggia, proteggendo Black dalle schegge. Sparisce nello spazio silenzioso di una sera in tempesta. Il piccolo spiraglio si richiude bruscamente alle sue spalle. Nemy riesce ad attraversarlo giusto in tempo. Perché la radura è così protetta? E da cosa o da chi? Black, ti prego, torna.

Nemy atterra accanto al roseto che la sua Amica aveva fatto fiorire per lei. Le mani le tremano quando si porta una rosa bianca tra i capelli castano scuro, lunghi e mossi. Ti sta d'incanto, le sembra quasi di percepire la sua voce morbida e dolce. Sta sorridendo. Da quanto tempo non accadeva? Non lo sa. Il distogliere lo sguardo dai pensieri la riporta alla realtà. Gli occhi verdi cercano Lui e lo trovano in ginocchio, vicino al lago. La fierezza di poco prima sta lasciando il posto a qualcos'altro. Nemy può quasi sfiorare l'incertezza che si cela nell'incurvatura della sua schiena. Le grandi ali bluastre chiuse, ora, non sono così imponenti. Sono schiave del macigno che quell'Anima custodisce. Schegge di ricordi segreti gli affiorano in superficie. Non ha bisogno di avvicinarsi per percepirle.

Fremiti. Freddi fremiti. E la terra trema. Piano. Singhiozzi di un battito angosciato. Lui è entrato in acqua. Il tanto che basta per adagiare Black sulla superficie del lago. È così leggera da galleggiare come la più luminosa delle ninfee.

- Cosa le è successo alla spalla destra? la voce calma, ma concentrata.

- È...è stato un sogno a farle questo. – la voce calma, ma titubante. Sa di dover aspettare per proseguire.

- Non ti ha detto altro? – accarezza la cicatrice di Black, piano. Poi guarda le sue.

- No, ma ho letto le tenebre nelle sue iridi quando mi sono svegliata – si avvicina lentamente.

Si ferma un attimo prima di guardarlo in volto. La terra singhiozza ancora. Spalanca gli occhi.

- Le...sue...ali... – la voce sottile, accompagnata dallo sguardo incredulo – ...si...muovono... – lo stupore si tramuta in battiti angosciati.

Prova ad andare verso la sua Amica, ma Lui la blocca con un braccio. Posa i suoi occhi neri su di lei. La rimproverano.

- Sta lottando per tornare. Dobbiamo lasciarla fare. Non possiamo raggiungerla. Non dov'è adesso.

Di nuovo quel dolore. Intrecci di sguardi combattuti e pensieri in contrasto lo rendono evidente.

- Dov'è adesso, Black? – la paura si fa spazio nella sua voce delicata.

Lui chiude gli occhi, a voler celare una risposta che conosce ma che fa male a dirla.

- Nella sua mente. Non può tornare. Non finché non affronta qualcuno. – si rivolge verso Black, mentre pronuncia queste parole. Posa la mano sulla sua. Un breve istante. Sa che lei avvertirà la sua presenza. Sentire è la tua arte. Lo è sempre stata.

Quel paio di occhi verdi l'hanno scrutato per tutto il tempo. Sa che Nemy non può ascoltare. Non ancora. E sa di non poter aggiungere altro. Per il momento. Lei non è pronta. La perplessità aleggia nell'aria come scheggia impazzita di dubbi amletici.

- Il mio nome è Karma – l'unica rivelazione che può farle.

Karma. È stata l'essenza a definire il nome oppure il contrario?

- Io sono Nemy – sostiene il buio del suo sguardo.

- Non possiamo fare nulla per lei. Adesso. Riposati – si rivolge un po' a Nemy. Un po' al cielo. Un po' a se stesso.

La rassicurazione passa dalla mano di Nemy alla spalla di Karma. Guarda un'ultima volta Black. Apparentemente inanime. Eppure così viva. Si allontana il giusto che basta per concedergli del tempo con lei. Un domani colmo di domande sta per arrivare. Nemy si accovaccia in riva al ruscello. Il caldo abbraccio delle sue ali bianche la proteggono dal vuoto. Non sa se riuscirà a dormire. Non con le ombre che la circondano.

Black avverte una presenza familiare. Idee confuse le impediscono di riconoscerla. Sente uno strano calore fluire sulla spalla destra e poi spostarsi sul polso. Alza lo sguardo. Solo un attimo. Il tempo di assorbire quell'energia. Torna a camminare nel labirinto buio del suo dentro. Acquisisce forza ad ogni passo. Cerca di non pensare ai ricordi che tentano di violarla. Alle lacrime che cercano di annegarla. Al dolore che vuole possederla. Cammina. Senza le sue ali nere a proteggerla. Cammina. Indifesa e incerta. Cammina. Finché...

- Lo specchio – la voce incredula. Lo stupore e la paura aumentano quando ne guarda il riflesso.



Iride d'Angelo Ribelle - #Wattys2016 [TORNO PRESTO, PROMESSO]Where stories live. Discover now