IX. Tormenti silenziosi

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Un flusso scarlatto si contorce tra gocce umide di sospiri. Esplora il vento in cerca di sollievo ad un poi che forse non verrà. Preme violento sul ventre e striscia via, imperlato di rugiada. Solleva polvere di una terra satura di morte, per ergersi in piedi, fiero, dinanzi al Creatore. La sua figura si confonde nelle viscere della notte, illuminata da scatti di fulmini sospesi. La perfezione del suo profilo solleva brividi lungo la schiena di Nemy, distesa a terra. Ganci di filo spinato costringono le ali scarnificate ad un ramo. Silenzio. Ogni respiro cristallizza in torbidi pensieri al contatto con l'aria. Lo sguardo vitreo scruta il rivolo porpora abbandonarla e dirigersi verso l'oggetto che Egli tiene delicatamente tra le mani. Una sfera. La sfera. Il Suo sentire incontrollato è racchiuso in forma cristallina, il Suo potere è il liquido grigio perla che essa contiene. La Sua essenza è libera. Circondata dalla forma instabile della sua carne.

Fissa Nemy. La Sua creatura, la Sua vittima. È la Sua preferita in entrambe le categorie. Una delusione affettuosa lo attanaglia e la mascella si stringe con un rumore sordo. Vorrebbe alzarla per il collo, Nemy lo sente. Avverte la lezione che vorrebbe impartirle. Quasi prosciugata della sua stessa linfa, distende la mano sinistra. Cerca aiuto e attenzione allo stesso tempo. Egli la nota. Si avvicina. Le sfiora la candida pelle al centro delle scapole in fiamme.

- Sei così viva paralizzata dal dolore – la voce forte e cupa – Se solo tu non avessi disobbedito...

Le accarezza i capelli, come un padre ad una figlia. Nemy apre il palmo della mano. Una piccola chiave rossa, di tessuti umani, si mostra allo sguardo del Creatore. Gli occhi grigiastri risplendono di luce propria quando toccano quel fragile regalo.

- Allora ci sei riuscita. Brava, bambina – le sfiora la guancia sinistra – Peccato sia troppo tardi.

Afferra Nemy e la scaraventa contro l'albero. Le ali bianche, libere dai propri carcerieri, la attaccano impazzite. Alcune piume diventano lame affilate che scheggiano la sua pelle delicata.

- Non riuscirai a salvare te stessa, stavolta. E neanche i tuoi Fratelli e le tue Sorelle. Troppo a lungo avete mancato di rispetto a Me, che vi ho dato tutto. Comprese quelle – indica furiosamente le ali – Davvero credevate che vi avrei lasciati andare così?

Il silenzio tormentato da fragili presenze si concentra nel campo visivo delle iridi verdi di Nemy. Le ali l'hanno immobilizzata.

- Sei ben protetta, in questo luogo. Quando uscirai, Io ti finirò. Così come ti ho creata. O pensavi davvero di essere nata così? – si avvicina e, al suo tocco, le ali si placano – Ti lascerò un ricordo, per quando ti sveglierai.

Le palpebre sembrano addormentare quelle iridi grigiastre. Altro silenzio. Altri tremori. Una delle piume affilate si stacca bruscamente dalle altre, lasciandosi dietro una scia bianca. Si dirige verso Nemy, ancora paralizzata. Le scrive qualcosa in viso, sulla guancia sinistra. Un monito.

- Eri la Mia preferita – sussurra sbiadendo nel vento. I suoi contorni distorti svaniscono nella pioggia.

Nemy si è addormentata accovacciata accanto al ruscello. Si desta all'improvviso, spalancando gli occhi e immettendo aria nei polmoni come se avesse vissuto gli ultimi istanti in apnea. Il sudore le fa risplendere la pelle, come un'armatura. Black le aveva detto che i sogni potevano fare male. Non immaginava tanto. Si porta in prossimità dell'acqua. Nota le ali bianche ancora conficcate piacevolmente nella schiena. Vorrebbe rinfrescarsi il viso, ma si accorge solo in quel momento di stringere qualcosa nella mano sinistra.

- No... – trema, come se già sapesse.

Ed eccola lì. La piccola chiave rossa, ottenuta dall'intreccio di tessuti umani. Ma non sono tessuti umani qualsiasi, lo sa bene.

- La custodirò nell'incavo delle mie ali. Per il momento – sussurra a se stessa, specchiandosi nell'acqua. Lancia un grido.

- Cosa c'è? – una voce non molto lontana. Karma.

Non risponde. Ammira solo la scritta sulla sua guancia sinistra in preda al terrore.

- An-ge-lo Ri-bel-le – sibila tra i denti, impaurita.

- Cosa c'è? – ancora Karma a voce più alta. Non può lasciare Black per avvicinarsi.

- Un sogno – le parole intrappolate nel panico.

Prova a guarire quel marchio cicatrizzato con l'acqua del ruscello, come aveva visto fare alla sua Amica. Con lei non funziona, le provoca solamente un bruciore lancinante che invade direttamente al cervello. Un gemito la costringe ad accasciarsi.

- Vieni qui. Non posso aiutarti se resti laggiù – le parole di Karma le danno la forza per alzarsi.

Dolorante si porta davanti a lui. Percepisce che non ha chiuso occhio per vegliare Black. La sorregge ancora in acqua. Le grandi ali nere sono un po' più calme.

- Non preoccuparti per me. Ho solo visto... – non riesce a terminare la frase che qualcosa sul corpo di Black attira la sua attenzione.

La cicatrice sulla spalla sanguina. Il ruscello assorbe goccia dopo goccia quel flusso scarlatto. È simile all'inizio del mio sogno. Non è però l'unica cosa a turbarla.

- Karma...perché Black indossa una veste rossa? – l'apprensione di Nemy nei suoi confronti aumenta.

Karma si volta per risponderle, ma le iridi nere ardono di rabbia quando vede il marchio sulla sua guancia.

- Tu – la voce spezzata dall'odio – hai rivisto il Creatore?

I loro sguardi intrecciati restano sospesi in un silenzio tormentato per istanti interminabili, prima che uno dei due riesca ad esprimersi.

I loro sguardi intrecciati restano sospesi in un silenzio tormentato per istanti interminabili, prima che uno dei due riesca ad esprimersi

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Questo capitolo è dedicato a Ciscandra perché ci siamo conosciute nel periodo più buio di entrambe. Quando le tenebre ci mangiavano il cuore e l'oscurità ci svuotava gli occhi. Sono felice che Lei sia riuscita ad accettare e abbracciare serenamente le sue. Ma non la ringrazierò mai abbastanza per tutto il supporto e l'affetto profondo che mi regala da circa 7 anni a questa parte.

Sei immensa, Cis. Lo sei sempre stata. E Solo la Follia conosce il mio Nome ne è l'ennesima riprova. Quel tuo capolavoro sta facendo entrare la luce nelle mie crepe. Grazie, davvero.

Iride d'Angelo Ribelle - #Wattys2016 [TORNO PRESTO, PROMESSO]Where stories live. Discover now