Il ritorno

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Ci fu un breve silenzio che iniziò ad essere anche alquanto imbarazzante, almeno per me. Alzai gli occhi al cielo e giocherellai con l'aria nella bocca fino a quando non riprese a parlare.
"Direi più che azzeccato ma... Perché rispondi alle mie domande sempre dopo un'eternità?" Domandò velocemente confuso.
"Chi ha detto che le risposte vanno date subito?" Io feci un piccolo sorriso guardando a terra.
"Sei proprio strana" Concluse e dopo una breve pausa riprese con espressione più che confusa.
"Comunque... Perché hai detto quella cosa di me e Alison?"
"Non è così?" Risposi inarcando una sopracciglia.
"Emh... No" Disse serio.
"Eh?" Risposi sbalordita.
Il mio cuore prese a battere ad un ritmo velocissimo.
"Non so come ti sia venuto in mente ma io non esco con Alison...grazie a te" Continuò seccato facendo un passo indietro intenzionato ad entrare nella stanza sbattendomi la porta in faccia.
Riuscii a bloccare la porta mettendoci un piede e mi avvicinai alla soglia della porta.
"Hey aspetta!"
"Che vuoi Ariel?!" Domandò irritato lasciando la porta.
"Vuoi farmi credere che dopo tutti questi giorni ancora non avete chiarito?" Chiesi sorpresa.
"Vorrei ma lei non mi parla. Come biasimarla" Rispose amareggiato spostando lo sguardo evitando il mio.
"E in questi giorni dove sei stato?" Continuai, c'erano troppe cose che non capivo.
"Al bar e in altri posti, per evitare te e per cercare lei" Rispose freddo e questa risposta mi spiazzò.
Un senso di angoscia mi pervase e sentii un groppo in gola.
"Scusa" riuscii a dire.
"Oh per favore... Non far finta che ti dispiaccia"
"Non sto fingendo!" Esclamai sgranando gli occhi.
"Non vedevi l'ora che mi litigassi con lei in modo da avermi tutto per te" Disse puntandomi un dito contro con rabbia.
"Spero tu stia scherzando" Pronunciai sconvolta.
"Non è così?" Domandò inarcando le sopracciglia.
"Beh... Si, però no!"
Ok forse è vero, ma l'ultima cosa che volevo gli accadesse è appunto quella di soffrire per una ragazza.
Più il discorso avanzava e più sentivo uscire dalla mia bocca parole troppo incoerenti.
"Oddio... Non vedo l'ora che tornino i tuoi per riavere i miei soldi e il mio tempo" Concluse e mi chiuse la porta in faccia dopo avermi spinta indietro.
Oltre a sentirmi davvero umiliata, mi sentii persa. Ancora una volta Luke mi aveva rinfacciato il fatto che lo avevo perduto per sempre. Se solo avessi tenuto per me quel segreto a quest'ora sarebbe stato tutto diverso. Mi sentivo così stupida.
Tornai in camera e mi buttai sul letto.
Il mio telefono suonava ogni secondo. Era più che giusto che la madre di Luke mi tartassasse di messaggi per il compleanno di suo figlio, però mi sembrava così ingiusto non dirle che lui non li avrebbe mai letti. Per fortuna Luke doveva solo aprire il telefono e tutta questa storia sarebbe finita.
Fino a mezzogiorno rimasi ad oziare sul letto poi mi alzai e scesi sotto sperando che fosse pronto. Avevo una fame assurda.
Vidi Luke sul divano ma del telefono nessuna traccia.
Lo guardai in stranita passandogli accanto e lui se ne accorse.
"Cosa c'è?" Chiese acidamente.
"Il telefono?" Domandai senza aspettare troppo.
"È su" rispose con noncuranza.
"Non hai voglia di parlare con tua madre?" Chiesi confusa.
"Sì però so quando è il momento per farlo" rispose alzandosi e sistemandosi i vestiti.
"Cioè?"
"Da un momento o l'altro i tuoi genitori dovrebbero tornare, e poi come spiegherei a loro o a Wanda o a Josh come ho fatto ad avere il numero di mia mamma e soprattutto un telefono? Alquanto costoso per le mie tasche inoltre" Spiegò avvicinandosi a me.
Rimasi a fissarlo negli occhi per quanto mi sembrò un'eternità poi distolsi lo sguardo incrociando le braccia sul petto.
"Beh sì... Hai ragione"
Il campanello suonò , mi allontanai da lui e poi vidi Josh correre alla porta. L'aprì a metà e lo vidi tirare un respiro di sollievo, poi l'aprì del tutto.
"Signorina, c'è il vostro amico Noah" Annunciò.
Ringraziai il cielo, pensavo fossero i miei.
"Arrivo" Dissi e mi avvicinai alla porta spostando Josh che tornò in cucina.
"Ciao, scusami per l'orario ma non ce la facevo ad aspettare oltre" disse dandomi dei baci sulla guancia. Poi si fermò vicino al mio orecchio e sussurrò:
"Il piano ha funzionato"
Io alzai gli occhi al cielo e mi spostai.
"Visto? Entra" lo invitai.
"I miei genitori hanno chiamato e-" iniziò a dire ma lo bloccai.
"Zitto"
Lui in un primo momento fece un'espressione confusa poi alzò lo sguardo e vide Luke fissarci e capì.
"Oh ok"
"Quando è pronto chiamami" Dissi a Luke dirigendomi verso le scale.
Io e Noah stemmo zitti fino a quando non entrammo nella mia stanza.
"Dicevo... Mi hanno chiamato e hanno detto di aver saputo la notizia del nostra relazione e mi hanno detto di non lasciarti andare via" Disse euforico sedendosi sul letto.
"Ah però..." Risposi chiudendo la porta con molto meno entusiasmo.
Ci fu un breve silenzio e il suo sorriso svanì.
"Scusa... Forse, non è molto una buona notizia per te" disse giocando con le dita.
"Se ci pensi non lo è neanche per te... Fingere di essere qualcun altro" Continuai sedendomi vicino a lui.
"Beh..." Rispose e mi sistemò una ciocca dietro l'orecchio.
"Come è andata con il regalo?" Cambiò discorso abbozzando un sorriso.
"Sinceramente non lo so neanche io..." Risposi sdraiandomi all'indietro sul letto.
"Cosa è successo?" Chiese preoccupato.
Rimasi in silenzio fissando il soffitto e poi mi alzai di scatto .
"Secondo te ho fatto una cazzata?" Domandai afferrandogli le spalle.
Sgranò gli occhi e aprì la bocca per rispondermi ma fu fermato da qualcuno che bussò alla porta.
"Signorina il pranzo è pronto" Annunciò Josh.
Perché Josh? Perché non Luke?
Mi alzai e mi voltai verso Noah.
"Noah rimani" Dissi e mi diressi verso la porta.
"No grazie io-" Cercò di dire ma lo bloccai.
"Noah... Non era una domanda" Continuai.
"Ah... Allora... Va bene" Disse mentre uscivamo dalla stanza.
"I miei dovrebbero tornare da un momento o l'altro" Spiegai mentre ci incamminavamo verso le scale.
"Allora preferisco andarmene" Disse velocizzando il passo.
"No tu resti" Gli ordinai prendendolo dalle spalle e voltandolo verso di me quando arrivammo in cima alle scale.
"Cucciola!" Esclamò una voce familiare dal piano di sotto.
Scesi un gradino sperando che la voce non corrispondesse al volto della persona che immaginavo fosse, ma, mio malgrado, non fu così.
"Mamma..."














SALVE!!!
La scuola è finita (almeno per me) e ho trovato un po' di tempo per poter continuare la storia.
Mi dispiace moltissimo per l'enorme ritardo che ho fatto ma è stato un mese orribile.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto
Grazie a tutti e alla prossima❤️
~Pia

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