Non lasciarmi andare

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"Stai bene ora?" Mi sentii dire.
Ero seduta sul divano a fissare il pavimento con gli occhi sgranati.
"Che diamine è successo?" Pensai. Era l'unica cosa che riuscì a pensare in quel momento.
Wanda aveva chiamato un dottore e i miei erano scesi preoccupati non appena avevano visto la macchina parcheggiata davanti il portone.
"Ariel da quanto hai attacchi di panico?" Mi chiese lui sedendosi su una sedia davanti a me.
"Questa è... Questa è stata la prima volta" Risposi chiudendo gli occhi e sospirando.
"Umh" Fece.
Lo sentii scavare nella sua borsa e poi chiuderla.
"Puoi alzare la testa?" Chiese gentilmente.
Sospirai ancora una volta e alzai il volto.
Nella stanza c'erano solo i miei.
Lui alzò una penna col flash e me la mise davanti gli occhi.
"Bene, segui la luce con gli occhi" Disse e così feci.
"A cosa stavi pensando prima di iniziare ad agitarti?" Continuò mentre muoveva quella penna.
Rimasi immobile a quella domanda, anche se dentro stavo scoppiando. Non potevo dirlo davanti ai miei perciò preferii tacere.
"Non ricordo" Risposi brevemente.
Lui posò la penna e mi fissò a lungo.
"Sul serio?" Domandò inarcando una sopracciglia.
"Per favore tesoro collabora" Mi supplicò mia madre.
"Non ricordo, sul serio" Risposi indifferente spostando lo sguardo là dove non c'era nessuno.
"Va bene..." Disse il dottore.
Si alzò e prese la sua borsa.
"Ariel sta bene per il momento ma credo che debba parlare con qualcuno per sfogarsi... Una persona fidata, uno psicologo come volete voi" Concluse spostandosi verso la porta.
"Oh certo parlerà con noi, vero tesoro?" Rispose mia madre guardandomi.
Io non diedi nessuna risposta. Non avrei dato nessuna risposta e col cavolo che avrei parlato con loro.
"Bene, arrivederci" Disse e se ne andò.
I miei chiusero la porta e si avvicinarono a me in silenzio.
"Voglio che Luke abbia raddoppiato lo stipendio e due giorni liberi a settimana" Dissi ancor prima che loro aprissero bocca.
"Cosa?" Domandò perplesso mio padre.
"Mi avete sentito" Risposi  e mi alzai dirigendomi verso le scale, poi mi bloccai.
"Ah! Io me ne vado da nonna" Continuai voltandomi verso di loro.
"Eh!?" Urlò lui.
Lui e nonna non vanno molto d'accordo, sono più le volte che litigano che quella in cui parlano quando nonna ci viene a trovare.
"Tesoro ma che stai dicendo?" Domandò sconvolta mia madre.
"Siamo appena tornati e tu vuoi andartene da tua nonna?" Continuò lui.
"Beh, sì" Risposi alzando le spalle e salii qualche gradino poi però venni bloccata dalle parole di mia madre.
"Ok! Per quanto riguarda il maggiordomo va bene ma..." Disse.
"Ma nulla, ho bisogno di uscire un po' da queste quattro mura e soprattutto ho bisogno di mia nonna" Risposi stanca.
"Starai poco là vero?" Domandò mio padre avvicinandosi alle scale.
"Che importa?" Chiesi corrugando la fronte.
Speravo in una risposta del tipo: ci mancherai oppure vogliamo passare più tempo con te, invece...
"Volevamo invitare i genitori di Noah a casa" Rispose lui con un sorrisetto nervoso e io sentii una fitta al cuore.
"Sono in Spagna come..." Dissi infine confusa.
"Beh qualche chiamata e-" Spiegò mamma affiancando papà.
Li fissai per quanto mi potesse sembrare un'eternità.
Quanto li disprezzavo.
"Non lo so..." Conclusi infine e salii le scale andando a rinchiudermi nella mia stanza.
Mi buttai sul letto e feci un lungo respiro.
Mi sentivo così strana.
Continuavo a riflettere su quanto accaduto fissando un punto qualsiasi sul soffitto fino a quando non sentii bussare alla porta.
Mi alzai con fatica e l'aprii mentre strofinavo gli occhi.
Appena vidi Luke sentii mancarmi il fiato, poi però tornai seria.
"L'ho detto ai miei se è questo che ti turba" Dissi facendo un passo indietro intenta a chiudere la porta ma lui mi fermò.
"Si lo so ma non è questo, abbiamo chiamato a tua nonna e ha detto di voler parlare con te prima" Annunciò spostando lo sguardo di qua e di là.
Stetti per un minuto zitta, poi mi spostai.
"Entra" Dissi voltandogli le spalle.
"Aiutami con la valigia"
"Non mi hai ascoltato? Tua non-" Continuò lui entrando e inseguendomi.
"Ho capito! Mi aiuti ora?" Lo bloccai girandomi verso lui.
Deglutì e annuì con la testa.
Prese la valigia poggiandola sulla sedia della scrivania e io iniziai a scegliere i panni da portare.
"Per quanto tempo hai intenzione di stare via?" Domandò poco dopo mentre cercava la cerniera.
"Quanto può servire, ma a quanto pare sono costretta a tornare già la prossima settimana" Risposi prendendo i primi panni.
"Perché?" Chiese sorpreso aprendo la valigia.
"I miei vogliono invitare i genitori di No-" Risposi con noncuranza poggiando i panni all'interno della valigia ma appena mi accorsi di una cosa mi bloccai all'istante.
Avevo detto a Luke che Noah era solo un amico e solo poco fa aveva scoperto la nostra relazione così, all'improvviso.
"Luke...io..." Continuai con un senso di angoscia.
"Non voglio parlarne Ariel" Rispose brevemente continuando a fissare il pavimento.
Io lo guardai un'istante poi sospirai e risposi cercando di non farmi trasportare dalle mie emozioni.
"Tanto meglio"
Dopo aver messo tutti i vestiti che avrebbero potuto servirmi, presi i libri del college e cercai un modo per poterli mettere occupando meno spazio possibile.
"Hai un esame?" Domandò non appena li vide.
"Sì, il prossimo mercoledì" Risposi e cercai di chiudere la valigia.
"Oh" Continuò aiutandomi.
La sua mano toccò la mia e sentii il mio cuore sobbalzare.
Mi aveva solamente toccato la mano, perché il mio cuore stava impazzendo ora?
"Già" Conclusi e ritirai le mani incrociando le braccia sul petto.
Prese la valigia, la scese a terra poi si fermò e mi fissò a lungo.
"Che c'è?" Domandai confusa.
"Nulla, è strano..." Affermò alzando gli occhi al soffitto.
"Tu sei strano, non dirmi che ti dispiace il fatto di non potermi vedere per qualche giorno? Dai in fondo sono solo a Bristol e poi..." Risi poi però mi feci seria.
"Non avevi detto che non volevi vedermi più?" Domandai cercando il suo sguardo.
Lui non rispose, mi diede le spalle e si diresse verso la porta con la valigia.
"Sai Luke..." Dissi mordendomi le labbra e lui si bloccò.
"Basterebbe una tua parola..." Continuai, poi feci un lungo respiro e ripresi a parlare quasi con tono di supplica mentre una lacrima mi rigò il viso "Non lasciarmi andare via"
Lo ripetevo nella mia mente mentre aspettavo una sua risposta.
"Non lasciarmi andare Luke, per favore" pensavo in continuazione aspettando che facesse qualcosa ma...
Lui non mi degnò neanche di uno sguardo, lo vidi stringere le mani in un pugno e poi se ne andò senza dire nulla.
Io liberai tutta l'aria che avevo trattenuto dopo quella supplica.
Sentii gli occhi bruciarmi ma riuscii a trattenere le lacrime.
Ora più che mai volevo andarmene.
Presi il cappotto, il telefono, mi misi gli occhiali da sole per non far vedere gli occhi rossastri e infilai quelli da vista che usavo per lo studio nella borsa , dopodiché scesi di sotto.
Wanda e Josh erano alla porta che parlavano con Noah.
"Che ci fai tu qua?" Domandai corrugando la fronte.
"Lo abbiamo chiamato noi tesoro, ti accompagnerà lui da tua nonna" Rispose mia madre entrando dalla porta della cucina.
"Come... Come avete fatto ad avere il suo numero?" Domandai ancora ma non ricevetti risposta se non un sorrisetto.
"Ok bene allora andiamo" Continuai uscendo velocemente dalla porta scavalcando Noah.
"Puoi darli a me" Disse lui a Luke che gli porse la valigia.
"Signorina... Spero di rivederla presto, mi mancherà in questi giorni" Mi disse Wanda con un sorriso malinconico.
Io sgranai gli occhi poi le risposi sorridendo e mi infilai nell'auto di Noah.
Presto lo fece anche lui e prima di mettere in moto la macchina mi fissò a lungo.
"Che è successo?" Domandò preoccupato.
"Nulla ma tu non avevi amici di tuo padre a casa?" Risposi fissandolo confusa.
"Se ne sono andati e non cambiare discorso! Ariel sono serio, che è successo?" Domandò ancora più preoccupato girandosi verso di me.
"Te lo dirò, prima però dobbiamo fermarci da una parte" Risposi infilandomi la cintura e appoggiandomi allo schienale.
"Cosa? Dove?" Chiese confuso accendendo il motore e facendo qualche metro di strada.
"Al bar di Lily" Dissi guardando fuori dal finestrino.
Lui frenò all'istante e si rivoltò verso di me con un aria sconvolta.
"Cosa!? Che ci devi fare là?"
Sospirai e girai il volto verso di lui cacciandomi gli occhiali in modo che potesse guardare attentamente i miei occhi.
"Devo parlare con Alison"

Don't let me goWhere stories live. Discover now