IX

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JIMIN POV
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Visualizzato da Eden

Mi crolló il mondo addosso,
Cosa avevo fatto di male per meritarmi questo, non ce la facevo più, che cosa avrei dovuto mai fare? Che scelte avevo, nessuna come al solito. Ho provato ad avvicinarmi ad Eden come jimin ma lei non sembrava molto convinta della cosa, neanche questo mi tornó nuovo. Fu in quel momento che decisi dopo un anno che non la riprendevo più, di prendere la lametta, ho sempre odiato il sangue, mi da il volta stomaco e di certo tagliarmi non mi faceva stare meglio, diciamo più che altro che mi teneva impegnato.

Mentre vedevo il sangue che colava dai miei polsi ripensai all'arrivo dei miei genitori in città, dopo mesi che non li vedevo la prima cosa che dissero fu che si erano separati, anche se a quanto pare lo erano già da tempo ma non me lo avevano detto, entrambi avevano una nuova famiglia con bambini oltre tutto, e io non lo sapevo, e tutta questa menzogna va avanti da più o meno cinque anni. Ho scoperto il motivo delle loro assenze prolungate e cioè il fatto che stavano con le loro famiglie e non ad "incontri lavorativi in giro per il mondo". Infine poi mi serbarono la notizia più bella e cioè che nessuno dei due si voleva prendere il mio affido temporaneo fino alla maggiore età ( perchè per la cronaca il giorno stesso del mio compleanno mi avrebbero buttato fuori casa, si con tutti i soldi del mondo ma senza un minimo di affetto) e che quindi mi avrebbero affidato alla sorella di mia madre, mia zia, anche lei separata, ma almeno con il buon senso di "tenersi" il figlio e che sarebbero venuti a vivere qui con me. Conclusero il discorso, per giustificarsi, "adesso avrai il fratello tanto desiderato, è più grande, ma fa lo stesso. Finalmente saremo tutti felici". Già tutti felici senza di me, bei genitori.

•1 ora dopo•

Mi arrivò un messaggio da Taehyung, lo lessi distrattamente, non avevo molte forze, ero stanco e mi stavo medicando le ferite

Taehyung: ti devo parlare sto venendo li da te ora

Jimin: Cosa? Adesso?

Entrai nel panico più totale, che cosa gli avrei detto? Mi conosce meglio di chiunque altro, è l'unica persona in vita mia che mi si è avvicinata, se ne sarebbe accorto all'istante che c'era qualcosa che non andava in me. Decisi di nascondermi all'interno di una maglietta a maniche lunghe extra large, e in quel momento suonó il campanello.

"Ehi! Come va? Scusami se ti disturbo e mi sono fiondato senza avvertire ma ho un bisogno urgente di parlarti"

"Non fa niente, entra pure, mi fa piacere rivederti dopo tutto questo tempo"

Lo feci accomodare in salone e gli porsi i suoi biscotti preferiti

"I tuoi sono fuori"

"Già e a quanto pare non torneranno" dissi amareggiato

"A quanto pare anche tu mi devi dire un bel pó di cose" concluse con uno sguardo indagatore.

Mangió qualche biscotto e nel frattempo io iniziai a giocherellare con una pallina gommosa, quando finì iniziò a parlare, mi disse del nuovo compagno e fratello, mi disse della nuova amicizia con Eden, e anche solo sentire pronunciare il suo nome mi fece male come se mi stessero trafiggendo il cuore con mille aghi, odio gli aghi. Io non gli dissi nulla ovviamente, non perchè non mi fidassi, solo non volevo modificare l'immagine che ha di lei che è pari a quella di una divinità, e non lo biasimo ha perfettamente ragione. Dopo aver parlato del più e del meno si bloccó e tutto d'un tratto divenne serio

"Sei uno stronzo, da oggi in poi non ti lasceró neanche più un secondo solo, ti seguirò anche in bagno, come hai potuto ferire il tuo corpo, lo so che stai soffrendo ma non è questo il modo. Possibile che non ti sei fatto neanche un amico, non c'é mai nessuno con te? Sei sempre solo in questa villa enorme? Santo cielo Jimin così ti ucciderai"

Detto ció mi abbracciò come se non ci fosse un domani, sapevo che si sarebbe accorto di tutto, può sembrare infantile, e forse un pò lo è, ma quando si tratta di essere seri lui lo è alla perfezione. Gli raccontai dei miei genitori, di Eden non feci bocca, non serviva, stavo male a causa dei miei genitori, era inutile aggiungere altra sofferenza.

Passammo l'intero pomeriggio abbracciati uno all'altro, in quel momento non servivano le parole, serviva affetto. Verso le otto di sera se ne andò, non prima però di essersi accertato che avrei avuto cibo a sufficienza per la serata. Non volevo tradirlo ma in quel momento il cibo era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.

Era ormai diventata mezzanotte meno cinque e io non riuscivo ancora a prendere sonno, avevo troppi pensieri che mi vagavano per la testa.
A un minuto alla mezzanotte
il display del mio cellulare si accese

Nuovo messaggio da Eden

Omegle || Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora