Capitolo 16.

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Sapete come ci si sente quando vi regalano quello che tanto desideravate,che aspettavate impazienti per tanto tempo,e avevate perso la speranza di ricevere ma poi,ad un certo punto,lo ricevete?Ecco,io mi sentivo cosí.Mi veniva da sorridere come un ebete,al solo ricordo dell'abbraccio con lui,al ricordo che l'avevo tenuto stretto vicino a me,che per un millesimo di secondo l'avevo sentito mio.Quel sorriso da innamorata fradicia che non ti fa ragionare nemmeno un po',che ti fa sentire come se fossi ubriaca,che ti manda in ecstasi;quel sorriso sovrastava la mia faccia,mi facevano male i muscoli della faccia.Mi sentivo bene,sentivo che qualcuno,lì su,mi pensava,e non si era scordato di me.Un solo pensiero rimbombava nella mia testa:'Harry pensa ció che penso io?'.Non ero troppo sicura di questo.Ma non riuscivo veramente a capire.Prima che mi cantava una canzone al mio compleanno,poi che si sbaciucchiava con una di passaggio alla festa in spiaggia,poi le parole dolci in ospedale,e poi di nuovo a litigare.Non lo capivo,anzi,non mi capivo.

«Ehy,ma..le tue stampelle?»chiese perplesso.

«Bhe,riuscivo a camminare e..»

«E scommetto che le hai lasciate a San Jose.Carino comunque il tizio.»disse quasi per prendendomi in giro.Io mi abbassai lo sguardo,perchè sapevo che si riferiva a Cory.

«É solo un mio amico.»risposi timidamente.

«Oh,amico..capisco».Non sapevamo che dire riguardo all'argomento Harry.Avevo invitato Louis alla stessa panchina su cui ci sedemmo pochi giorni fa,entrambi con un frullato in mano,che chiacchieravamo come ai vecchi tempi,quando non ci nascondevamo nulla.Io ero impacciata,lui pure.Ma ero io che dovevo chiedere scusa a lui,perció mi decisi a parlare.

«Ehm,sai Louis,ho fatto pace con Harry.»

«Questo giá lo hai detto.E quindi..»disse invogliandomi a continuare.Era seduto con una mano nell'altra,e la brezza californiana gli scompigliava i capelli ribelli.

«E quindi gli ho chiesto se potevamo uscire insieme.Questa volta per davvero».Un sorrisetto apparve sul volto di Lou,che chinó la testa verso sinistra.

«Sono felice per voi.Non avresti dovuto lasciare Harry con un palmo di naso dopo che lui ti aveva giá invitato e tu avevi accettato.Ma,dopotutto,sono contento che gli hai chiesto scusa e che avete chiarito.»concluse.Io annuii,dopodichè stettimo per una manciata di secondi senza dire niente,a girarci i pollici.

«E..adesso posso abbracciarti?»chiesi con le gote che andavano a fuoco.

«Sono sempre tuo fratello.»rispose aprendo le braccia e sorridendomi meravigliosamente.Non aspettai altro:mi misi seduta sulle sue gambe e lo strinsi a me,fortissimo,per fargli capire che mi era veramente dispiaciuto di aver discusso con lui,adesso mi ero tolta un peso da dosso,mi sentivo piú leggera.Ma adesso,era il momento di parlare con lei.Era dal giorno del concerto che non ci sentivamo piú,inoltre Niall,invece di stare in stanza on Harry,era andato a stare da dei suoi parenti,che abitavano a San Francisco,e aveva portato con sè lei;sarebbero tornati a momenti,quindi decisi di avviarmi verso l'hotel,e di salutare Louis,che intanto si era messo a girovagare per trovare il locale dove Mandy aveva deciso di incontrarsi con lui.Mi chiedevo se un giorno,magari,io e Harry saremmo diventati come loro due,che si amavano davvero.Ma era ancora troppo presto per pensare a queste cose,meglio preoccuparsi del presente e viverlo al meglio.

Perfetto.Vaschetta del gelato,musica,coperta e trucchi.Era tutto pronto.Aspettavo impaziente il suo ritorno.Se non fosse stato per Harry che mi aveva avvertito,avrei chiamato il 911 e l'avrei data per dispersa.Era talmente arrabbiata che non riusciva neanche piú ad incrociare il mio sguardo.Avevo una sorpresa per lei.

Mi affacciai al balcone,cavolo,dall'ottavo piano vedevo tutti come delle formiche.C'era un via vai di formichine,chi andava a lavoro,chi andava a mangiare,chi prendeva un taxi.Vidi arrivare una macchina nera,la stessa con cui Louis mi era venuto a prendere a San Jose,che fermó proprio davanti al portone dell'hotel.Il portiere andó ad aprire,e da dentro ne uscirono due ragazzi.Lui aveva dei capelli biondi e una maglietta blu,mentre lei indossava dei pantaloncini.Lui lanció le chiavi al portiere,che andó a parcheggiare la macchina.Si strinsero in un abbraccio,si presero per mano ed entrarono nell'hotel.Fremevo,non stavo piú nella pelle.Mi giravo ansiosa i pollici,mentre battevo con il piede sul parquet.Feci mentalmente di nuovo il riepilogo di tutto.Sentii delle voci provenire dal piano,mi alzai dal letto e misi un orecchio sulla porta.

There's something in your eyes.Where stories live. Discover now