Escape&Silence.

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Molti direbbero che questa storia sia solo un invenzione di uno psicopatico che non sapeva come passare il tempo. Direbbero che tutta questa situazione sia solo una ridicola favola triste di un libro per fanatici.
Poi ci sono io che mi ritrovo a vivere tutto questo. Lo vivo sulla mia pelle, realmente. È così ridicolo... ancora non ci credo che tutto questo si stia svolgendo realmente. Da grande scettico mi ritrovo ad essere il protagonista di questi eventi paranormali del cazzo.

A interrompere questi miei patetici e inutili pensieri è mia nonna, che attraversa timidamente la soglia della porta di camera mia.
Si siede accanto a me, lentamente, come se fare un minimo movimento brusco provocasse una cattiva reazione in me, e forse è davvero così.

"La... la cena è pronta.
Sai, lei vuole chiederti scusa, si è resa conto di avere esagerato e se può farti sentire meglio, anche per me è stato un comportamento sbagliato da parte sua." Conclude, tenendo lo sguardo basso e mantenendo il tono di voce fievole.

"Non mi interessano le sue scuse. E poi perché è ancora qui?"

"Uhm, Zac..." dice, e dopo sposto lo sguardo verso di lei.

"Cosa?" chiedo.

"Resterà per qualche settimana qui" dice abbassando ancora di più il tono di voce come se facendo cio' potesse diminuire il valore della gravità della cosa.

Questa notizia di certo non mi rallegra, sta di fatto che di conseguenza urlo un:"CAZZO!" e subito dopo la lampada accanto a me si spegne.

Dopo un paio di battibecchi la nonna riesce a convincermi, così scendiamo al piano di sotto e andiamo in cucina, dove troviamo Cristel seduta a tavola mentre sistema dei fogli e li chiude in una cartellina nera.
Mi siedo al mio solito posto, e lo stesso fa la nonna dopo aver servito gentilmente la cena.
Cominciamo a mangiare e la tensione è assolutamente palpabile, come se fosse una cosa concreta.
A interrompere il silenzio al quanto imbarazzante è Cristel che dopo aver spostato una ciocca di capelli dalla spalla e aversi schiarito la voce si rivolge a me dicendo:"Io... ecco io, volevo chiederle scusa. Immagino come lei si sia sentito... io non volevo. Solo... cerchi di capirmi. Cioè... sa, avere davanti a me un immagine che ho solo da sempre immaginato o visto su carta, ha scatenato in me un misto di gioia ed eccitazione. Le chiedo ancora scusa, saro' anche sembrata patetica ma... lasciamo stare"

"Io non penso sia possibile immaginare come mi sia sentito.
Va bene, cerco di mettermi nei suoi panni, anche se continuo a pensare che avrebbe comunque potuto, con un po' di sforzo, controllarsi" Concludo, mantenendo l'aria da bastardo.

"Signor Zac, lei è sempre così simpatico? mi rincuora parlare con lei. Mi mancava ridere così tanto, sa?" Dice, evidenziando con l'espressione la falsità e l'ironia che ha usato nelle sue parole.

Sorrido lievemente, e prima che potessi risponderle, mi punta un dito contro con gli occhi spalancati e un grande sorriso, richiamando l'attenzione anche della nonna.

"Guardi Mishelle! Ha sorriso!" conclude, seguita da una una sonora risata della nonna.

"Ma allora lei sorride!" dice, rivolgendosi nuovamente a me.

"Guardi che ho appena 18 anni, e il ricevere il lei per me è al quanto strano". Riesco a dire, frenando la risata che stavo per fare.

"Ehi bello, guarda che io sto per compierli"
E con questa frase, riesce a farmi ridere.

"Allora smettiamola entrambi... bella."

Ridiamo tutti e tre, e mi mancava.
Mi mancava farlo. C'è una strana sintonia nell'aria 'sta sera ed è proprio una bella sensazione. Questa ragazza è riuscita a farmi fare un sorriso con poco, e io le sono veramente grato.

Fallen AngelWhere stories live. Discover now