Quarrel.

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Cristel mi ha proposto di uscire, dicendo che una boccata d'aria al parco ci avrebbe fatto bene. Ma la ragazza si è dimenticata di un piccolo particolare: ho un paio di ali enormi dietro la schiena.
Così ho pensato di portarla in un posto. La nonna ci ha fatto l'interrogatorio, ma siamo riusciti a sgattaiolare in camera.
Ho fatto saltare Cristel tra le mie braccia e le ho detto di fidarsi, poi sono saltato fuori dalla finestra, ovviamente di notte cercando di non farmi vedere da nessuno.
Per tutto il tempo si è stretta contro il mio petto e ha nascosto il viso nell'incavo del mio collo, come se avesse avuto per tutta la durata del volo paura di cadere nel vuoto. Ma non l'avrei mai lasciata. Mai lasciata andare, non lei, non di nuovo. Non ce la farei...

Sentivo il suo cuore battere, e il suo respiro contro il mio collo, e mi piaceva; mi dava un senso di sicurezza.
Sentire la sua vita, è rassicurante.

Ora siamo seduti sotto l'albero di Jacopo, dove è seppellito.
Qui non c'è mai nessuno, nemmeno di giorno.

"Era il nostro posto. C'eravamo solo io e lui"

Cristel poggia la testa sulla mia spalla dopo queste mie parole, e ciò mi provoca una strana sensazione.
Chino la testa verso destra poggiandola sulla sua, come per ringraziarla di questo gesto.

"Ti manca, vero?"

Sospiro, poi annuisco leggermente, fissando nel vuoto.

Penso che nessuno possa capire quanto mi manca.

Cerco di cambiare discorso:"Perché in quella casa? perché quei bambini? non ha alcun senso..."

"Zac, quelle sono le tue paure viventi."

Si rimette composta per guardarmi negli'occhi.

"Non mi sembra di aver mai avuto paura di una casa abbandonata, strana e gigante, con un cane e una bambina che si nasconde e un bambino che muore in una vasca e oggetti che si muovono.
Però... devo ammettere che pensandoci bene tutto questo è davvero molto inquietante."
Dico, abbassando lo sguardo, mentre un brivido mi percorre la schiena.

"Ciò che vivi lì non fa parte solo delle tue paure passate, ma anche di quelle presenti, che probabilmente non conosci ancora. Tutto ciò che ti inquieta si materializza automaticamente nel posto in cui vieni trasportato, anche ciò di cui non sei ancora a conoscenza"

"Capisco..."

Cala il silenzio, che fa da intro per una fantastica alba. Lentamente illumina il posto ed io e Cristel restiamo a guardare questa meraviglia.

"È uno spettacolo fantastico" sussurra, e gli occhi le si illuminano, mentre guarda col fiato sospeso il cielo che si tinge man mano di mille colori.

Io resto a fissare lei. Mi piace guardarla spensierata, con la testa altrove, imbambolata e affascinata.
Sembra una bambina che guarda un enorme parco divertimenti.

"Già, è bellissimo" approvo, riuscendo finalmente a distogliere lo sguardo verso l'alba.

Poi lei guarda me, e io ricambio. I suoi occhi sotto questa luce leggera sono ancora più belli e misteriosi. Cristel è davvero molto bella.
Ne sono così attirato che quasi non mi accorgo di starle fissando le labbra, e fortunatamente riesco a riportare lo sguardo nei suoi occhi che sembrano essere magici. Ora che la luce del cielo è più luminosa, i suoi occhi sembrano più chiari.
Senza pensarci troppo, mi avvicino lentamente al suo viso, ma prima che le nostre labbra potessero toccarsi e il mio cuore potesse scoppiare, lei si allontana e balbetta:"Uhm, dovremmo andare ora...
io.. ehm, prendo un treno."

Rido.

"Che cosa?"

La afferro prima che potesse protestare, e voliamo dinuovo verso casa. È un po' imbarazzante...

Fallen AngelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora