"Ho firmato le carte dell'adozione perché me l'ha chiesto mio suocero, ho specificato che per me sarebbe stata sempre un'estranea e lui ha risposto che non c'erano problemi."
"La gente questo non lo sa quindi presume un certo affetto da parte tua, si aspetterà che tu sia affranta dagli eventi."
"Vuoi che mi dispiaccia?"
"Voglio che tu finga che ti dispiaccia. George non ha mai tollerato la tua condotta negativa nei riguardi di sua nipote." "State attraversando un periodo difficile, non c'è ragione di allontanarvi ancor di più per questa inezia."
Martha girò la testa verso la madre. "Chi te l'ha detto?"
"Tua cugina non è l'unica ad aver notato l'assenza di tuo marito, io non lo vedo da gennaio." "La conosci?"
"Non stavolta."
"Sarà di certo un'infatuazione passeggera."
"Il suo avvocato mi ha spedito i documenti per il divorzio." "Dev'essere accaduto qualcosa negli ultimi mesi che l'ha obbligato ad affrettare i tempi."
"Gli passerà." "In questi anni decine di signorine hanno provato a scavalcarti ma George è rimasto con te."
"Lei non è come le altre, ormai stento a riconoscerlo. E' rilassato, non si arrabbia neanche se lo offendi, trascorre ore davanti allo specchio, esce di casa canticchiando." "Adesso hai capito qual è il suo problema?"
La risposta era talmente sconvolgente che la madre di Martha trascorse la restante mezz'ora di viaggio senza pronunciare più una parola.
Il St Francis Hospital era una struttura imponente ma anonima come lo sono tutte le costruzioni atte al medesimo fine, servita da un parcheggio già al completo che costrinse l'autista a fermarsi di fronte al pronto soccorso.
La madre accennò alla figlia l'ingresso dell'ospedale. "Tuo marito."
Se fosse stato un involucro vuoto, George avrebbe rappresentato l'uomo ideale di ogni donna. Non aveva particolari difetti fisici, era ben proporzionato e compensava in fascino quello che gli mancava in bellezza. Non che fosse brutto ma non aveva dettagli degni di menzione, i capelli e gli occhi erano di un comune marrone, i lineamenti del viso non si discostavano dai più scontati canoni classici. Il sorriso era il suo unico pregio, sebbene in quindici anni Martha l'avesse visto solo la sera in cui si erano conosciuti e sei mesi prima quando era rientrato dal lavoro parlando al cellulare.
Anche quel pomeriggio era impegnato in una telefonata ma non sorrideva, tra le dita teneva l'immancabile sigaretta che portava alla bocca con mano tremante.
Appena scorse la moglie, George interruppe la chiamata.
"Che fine avevi fatto?!" le gridò contro facendo girare diverse teste. "Ti sto cercando da giorni!"
La suocera si avvicinò al genero. "Ho saputo dell'incidente." "E' terribile. Lei come sta?"
"E' stabile." "L'avevano svegliata ma si è agitata e non siamo riusciti a chiederle niente."
"Andrà tutto per il meglio."
"Non è normale che dorma così a lungo".
"Andrà tutto per il meglio", ripetè la donna certa che prima non l'avesse sentita.
"Potrei sapere perché tanta urgenza di farmi venire qui?" domandò Martha vanificando in un secondo gli sforzi materni.
"Devi darci il cambio, Thomas non dorme da una settimana e io devo fare un salto in ufficio."
"Hai sbagliato persona."
"Siamo venute per aiutarvi", chiarì la suocera fulminando la figlia. "Andiamo?"
Martha sentì gli occhi della madre puntati sulla sua schiena anche in ascensore. La cabina salì pigra arrestandosi ad ogni piano e proprio quando iniziava a credere che il marito si fosse addormentato, alla fermata successiva uscì, attraversò un atrio e imboccò un lungo corridoio luminoso. Le pareti erano state dipinte con colori sgargianti che contornavano grandi disegni infantili, con fiori, alberi e api che avevano le dimensioni di tacchini.
"George, che cosa ci facciamo in questo reparto?"
"Tu dove l'avresti portata?" Il marito si infilò dentro la seconda porta che si apriva sulla sinistra, all'esterno della quale stazionavano due guardie di sicurezza con l'auricolare nelle orecchie.
"Non in pediatria."
(segue)
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Red Giant
General FictionDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...