Alex lasciò il genitore in camera a finire di prepararsi. In salotto Scarlett e la zia stavano conversando sedute sul divano mentre la situazione in cucina era identica a quando se ne era andata, a parte i computer che ora erano raddoppiati. Il tavolo era occupato anche dal progetto di scienze di Max, i cui componenti erano un cartellone blu, delle sfere di polistirolo bianche e alcune coppette colme di tempera colorata.
"Sono le decorazioni per l'albero di Natale?"
"Devo costruire il sistema solare." Max posizionò la sfera più grande in mezzo al cartellone e tutte le altre a scalare. "Al centro il Sole e i pianeti gli girano intorno."
"Se invece fosse il contrario? Magari noi siamo fermi e gli altri ci girano intorno."
"Hanno usato il telescopio e hanno visto che il Sole sta al centro."
"Non siamo obbligati a credergli."
"Il tuo cane aveva il nome di uno dei primi scienziati che ha sostenuto questa tesi."
"Sokka era uno scienziato?"
"Galileo era uno scienziato." "Alex, mi aiuti a colorare i pianeti?" Max spostò una sedia per la cugina. "Siediti, non voglio che ti stanchi." "Possiamo iniziare con Marte."
"Lo coloriamo di giallo?"
"Il giallo è per il Sole, Marte va dipinto di rosso."
"Il Sole non è rosso?"
"Adesso è giallo. Quando sarà vecchio diventerà gigante e rosso, e poi piccolo e bianco." "Su Marte è tutto rosso, le rocce, le montagne, i deserti."
"Anche i fiumi?"
George alzò gli occhi dallo schermo del computer senza capire se la figlia stesse scherzando o meno. "Non ci sono fiumi su Marte."
"Le persone come fanno a bere?"
"Hai mai sentito di persone che vivono su Marte?"
"Io accendo la televisione solo per Buffalo e gli unici programmi che gli piacciono sono le televendite di coltelli."
"La televisione non c'entra, sono conoscenze di base che avresti anche tu se avessi mai sfogliato un libro di scienze." "Quale elemento chimico rende la superficie marziana di colore rosso?"
"Il pomodoro?"
"Il ferro, è l'ossido di ferro che rende la superficie rossa." "Durante l'ultimo colloquio i tuoi insegnanti continuavano a ripetere che sei una studentessa pigra."
Alex smise subito di ascoltarlo, con la coda dell'occhio aveva notato Kitty camminare malinconica rasente al battiscopa della cucina.
Con un balzo la gatta salì su una sedia e di lì sul tavolo dove si sdraiò tra le coppette di tempera.
"La tua media scolastica era imbarazzante", continuò George inascoltato. "Sei stata promossa per miracolo."
"Abbiamo i soldi per comprarle un topolino di stoffa?"
"Adesso sei convalescente ma appena ti rimetterai studierai con più impegno di quanto tu non abbia mai messo prima, sono stanco di inventare risultati positivi per essere alla pari con gli altri genitori." "Io sono intelligente, Thomas è sagace, scaltro, curioso. Non è ammissibile che nostra figlia sia una stupida." Il campanello di casa suonò e George si alzò per andare ad aprire alla madre.
"Non stai male quando ti parla così?" chiese Max alla cugina.
"I genitori devono essere cattivi con i figli che hanno il dovere di ascoltarli cercando di imparare dagli errori commessi." "Ti sgridano per il tuo bene."
"Non ti stava sgridando, diceva solo frasi a caso." Il bambino posò la penna. "Lo zio non ce l'ha con te, lui è arrabbiato come quando perdi una cosa a cui tieni tanto e non riesci ad arrenderti perché la rivorresti. Le persone da fuori ti vedono strano ma non capiscono che stai soffrendo."
"Papà conosceva appena Buffalo e Galileo gli è sempre stato antipatico." Alex completò con un'ultima pennellata la superficie di Marte che appoggiò su una coppetta. "Max, il mio incidente ti ha rovinato il compleanno? Non mi sono fatta investire apposta ma tu ci tenevi che fosse un pomeriggio perfetto."
"Alle sette la festa era già finita, non hai rovinato niente." "Non è stato neanche un bel compleanno, avevo chiesto alla mamma una festa a tema horror invece lei ha organizzato uno zoo party. Forse crede che sia ancora un bambino come Elliott."
"Sono passata a salutarti?"
"Mi hai portato il regalo ma sei rimasta poco, i miei amici facevano troppa confusione e avevi lasciato Buffalo sul divano."
George tornò in cucina preceduto dalla madre. La nonna Louise era una signora alta e longilinea che possedeva allo stesso tempo la raffinatezza di una ballerina di danza classica e la grinta di un generale in battaglia. Alex aveva un debito di riconoscenza infinito verso quella donna che sedici anni prima l'aveva adagiata tra le braccia di un ragazzo con la barba rossa che si era innamorato di lei.
Quella sera la nonna era inappuntabile nel suo vestito grigio fumo abbinato ad una giacca giallo limone.
(segue)
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Red Giant
General FictionDue uomini incompatibili che non si sopportano. Una figlia ancora bambina da crescere. Thomas, single impenitente allergico alla parola marito, e George, sposato e devoto al concetto stesso di matrimonio, sono i genitori della sedicenne Alexandra. V...