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10 Luglio 2014

Era appena passato mezzogiorno quando Harry aprì gli occhi. Quella notte non aveva dormito molto bene: si girava e rigirava nel letto, senza mai trovare la giusta posizione -forse colpa di ciò che era successo il pomeriggio prima a casa di Niall. I suoi migliori amici non gli avevano risparmiato una bella e lunga ramanzina su quanto Harry fosse stronzo e che Louis non meritava un trattamento del genere. "Lo scherzo è bello finché dura poco, Haz" gli aveva detto Liam con un'espressione che non ammetteva repliche. "Chiedigli scusa e prova a conoscerlo di più" aveva aggiunto Niall.
Quella notte era pure sceso in cucina per prendere un bicchiere d'acqua ed era andato in bagno per rinfrescarsi il viso. Aveva dentro una strana sensazione di inquietudine ed irrequietezza.

La stanza era totalmente immersa nel buio e pensò che anche Louis stesse ancora dormendo -probabilmente era tornato tardi perché quando Harry era rientrato a casa, di Louis non c'era nessuna traccia.

Perciò, in punta di piedi, camminò verso la finestra per aprire le tapparelle e far entrare un po' di luce. Si voltò poi per ammirare la figura dormiente di Louis, ma il letto era già sistemato perfettamente e il piccolo... non c'era.

Anche oggi si è alzato presto, pensò con un sorriso, perché in fondo Louis era un tipo mattiniero e quando Harry si alzava dal letto il piccolo aveva già finito di fare colazione. Perciò sorrise ancora di più, uscì dalla stanza con l'intenzione di chiedere scusa a Louis -stavolta davvero- e scese giù, sorpreso da un insolito silenzio.

Avanzò con calma, come se quel corridoio appartenesse ad una casa di un film dell'orrore e da un momento all'altro potesse spuntare da una delle porte aperte uno zombie o qualsiasi altro personaggio del male di origine sovrannaturale pronto a prendere a morsi il suo corpo e ucciderlo, così, senza dargli il tempo di salutare i propri cari per l'ultima volta.

Ma okay, Harry si stava facendo troppi film mentali e a lui nemmeno piacevano i film horror.

Entrò in cucina e vide Anne seduta, con le braccia sul tavolo e la testa nascosta dalle mani.

"Mamma?" richiamò la sua attenzione, avvicinandosi e sedendosi di fronte. Anne alzò lo sguardo verso il figlio e Harry quasi tremò vedendo l'espressione fredda aleggiare sul volto di sua madre. Decise di non farci caso -probabilmente anche lei aveva dormito male durante la notte- e mangiucchiò un biscotto che era posto al centro del tavolo. "Uhm, buongiorno. Dov'è Louis?"

"Ti importa davvero?" domandò con un tono glaciale.

Harry corrugò la fronte in un'espressione confusa e "Certo, perché?" disse.

"Perché stamattina, molto presto, se n'è andato..." si alzò dalla sedia e si avvicinò al piano cottura per poter cucinare qualcosa per pranzo e non guardare suo figlio in faccia.

Harry sgranò gli occhi "Che stai dicendo?"

"Quello che hai sentito!"

"Ma non può farlo?!" disse con non poca insicurezza.

"Certo che sì" Anne si voltò e decise di fronteggiare suo figlio. "Ieri sera ha chiamato l'agenzia che gli ha permesso di venire qui e si è lamentato di non trovarsi più bene. Quindi l'agenzia ha deciso di cambiargli famiglia"

La donna ricordava ancora la discussione avvenuta poche ore prima.

Louis si era alzato molto presto per sistemare per bene la sua valigia e aveva trovato Anne in cucina mentre guardava il telegiornale. Le si era avvicinato e l'aveva abbracciata. Anne, sorpresa da quel gesto, gli aveva chiesto cosa fosse successo e lui semplicemente con gli occhi lucidi le aveva annunciato che avrebbe cambiato famiglia. "Tu e Des siete delle persone meravigliose," aveva detto "ma io non posso più stare qui. Non mi sento completamente integrato nella famiglia e so di non essere una buona presenza per qualcuno. Quindi ho deciso di chiamare l'agenzia per poter vivere questa seconda settimana nel migliore dei modi"

Cultural Exchange • Larry StylinsonWhere stories live. Discover now