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12 Luglio 2014





"Hey francesino!" Giulia corse verso Louis con un sorriso, attenta a non inciampare sui suoi stessi passi. Avevano finito da poco l'ultima lezione della giornata e dovevano andare a cambiarsi per l'allenamento. Non avevano potuto scambiare alcuna parola se non un Ciao appena prima di entrare in classe -le ore di lezione erano state parecchio intense. "Scusami se poi ieri sera sono sparita"

Louis, sorridente, alzò le spalle e "Non importa!" si sistemò la tracolla per bene. "Com'è andata con Jack?" ammiccò verso di lei, dandole delle gomitate.

Giulia arrossì "Sarei voluta sprofondare" rise, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Ho iniziato a parlare a vanvera e a balbettare come una stupida, però alla fine mi ha offerto un drink" sorrise vittoriosa. "Ed inoltre..." lasciò la frase in sospeso per prendere il suo cellulare, sbloccarlo e mostrare a Louis un numero.

"Non ci credo!" si portò le mani davanti la bocca, sgranando gli occhi.

"Si!" urlacchiò, "Mi ha pure dato il suo numero e poi mi ha accompagnata a casa"

"Ne sono davvero felice!" annuì, felice altrettanto di come era andata avanti la serata, dopo le scuse di Harry.

Come due idioti si erano presentati, stavolta per bene, senza astio negli occhi di Harry. Quest'ultimo aveva ordinato altri drink, si erano spostati poi in un tavolino più appartato e avevano continuato a parlare: si era interessato alla vita di Louis, gli aveva chiesto qualcosa sulla scuola, la famiglia e gli amici inesistenti. Perché sì, Louis non aveva amici. Quando gli aveva raccontato che veniva pure deriso dai suoi compagni di classe per la sua corporatura magra e il suo carattere introverso, si sentì un po' in colpa: non voleva di certo essere l'ennesimo ragazzo da aggiungersi alla lista di tutte quelle stupide persone che continuavano a prenderlo in giro -si appuntò mentalmente che avrebbe rimediato in qualunque modo al suo pessimo carattere. Louis gli aveva anche spiegato che aveva deciso di partire per quelle due settimane in Inghilterra non solo per migliorare il suo inglese, che era la sua lingua preferita, ma anche per migliorare il suo carattere, sentirsi più forte, uscire dal suo piccolo guscio fatto di timidezza. Non sapeva se ci stava riuscendo, ma di sicuro aveva trovato degli amici. Poi lo aveva anche ringraziato per i compiti che aveva svolto al posto suo qualche sera prima, raccontandogli che il professore si era complimentato con lui, evitando una sua sfuriata.

Invece Harry gli aveva parlato di Gemma, perché era l'unica persona della famiglia Styles a non aver conosciuto. E lì, attraverso le sue parole, il sorriso e gli occhi lucidi, Louis aveva percepito quanto Harry amasse davvero sua sorella, che la stimava e che era tanto orgoglioso di lei. "Lei e mia madre sono le donne più importanti della mia vita". Gli aveva anche detto, con un po' di imbarazzo, che era stata proprio Gemma ad incoraggiarlo a scusarsi. E Louis pensò che quella ragazza gli stesse già simpatica.

Poi si erano intrattenuti insieme a Liam e Niall, evidentemente felici di quell'avvicinamento tra Harry e Louis. Liam aveva abbracciato il più piccolo del gruppo e gli aveva detto che era felice di rivederlo insieme a loro. Poi Andy li aveva raggiunti perché nel locale non era rimasto quasi nessuno, permettendosi quindi di prestare attenzione anche ai suoi amici e rilassarsi. Louis quella sera era andato a letto sereno come non mai e col sorriso sulle labbra.








"Hey, Louis" il ragazzo si voltò verso la voce e sorrise.

"Ciao, 'Arrì" rispose, storpiando il nome in francese che scaturì un enorme sorriso da parte del riccio. Decise che il suo nome, storpiato in quel modo, fosse la cosa più eccitante del mondo.

"Mh, hai da fare?" chiese imbarazzato, tirandosi il ciuffo indietro. Dio mio, Harry imbarazzato non si era mai visto!

"Adesso devo andare ad allenarmi" indicò con il pollice il campo dietro le sue spalle.

Cultural Exchange • Larry StylinsonWhere stories live. Discover now