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17 Luglio 2014





Quella mattina Louis si svegliò stretto fra le braccia di Harry, cullato dal suo respiro lento e regolare e dal calore della sua pelle, mentre una sua gamba era avvinghiata ai fianchi di Harry. Alzò lo sguardo verso di lui e sorrise perché era tremendamente bello: le sue lunghe ciglia poggiavano lievemente sulle sue gote appena arrossate, dalla sua bocca socchiusa uscivano degli sbuffi e aveva un ciuffo di capelli sulla fronte. Louis portò una mano su questo e lentamente lo portò indietro per godere un altro po' del fascino del suo ragazzo. Se Harry avesse vissuto nel Cinquecento, Michelangelo avrebbe sicuramente preso spunto da lui per rappresentare l'ideale perfetto di bellezza maschile.

Gli carezzò le linee del suo volto, perdendosi nei suoi più piccoli dettagli come quel piccolo neo al centro della fronte o quella leggera peluria attorno alle labbra e sul mento.

Ogni più piccola cosa rendeva Harry bellissimo ai suoi occhi. E, notando le labbra di Harry stendersi in un sorriso, sorrise di riflesso. Bloccò i suoi movimenti, ricevendo in cambio una smorfia "No, ti prego, continua" mormorò Harry con la voce impastata dal sonno. Aveva scoperto che essere accarezzato dalle piccole mani di Louis gli piaceva, differentemente da quello che pensava prima. O forse gli piaceva ricevere carezze solo perché era il suo ragazzo a fargliele -questi pensieri sarebbero rimasti nella sua mente, sì, e non ne avrebbe parlato con nessuno perché lui non era assolutamente un ragazzo da coccole.

Quindi Louis continuò a passare le sue dita sulla pelle di Harry, talvolta giocando con i suoi ricci dietro il collo, e poi gli si avvicinò facendo combaciare i loro nasi. Il più grande allora aprì i suoi occhi e Louis venne colpito da un verde lucido, intenso e luminoso. Si fissarono per minuti, in silenzio, verde dentro azzurro e azzurro dentro verde.

Louis arrossì di botto e abbassò la testa, non riuscendo a sostenere lo sguardo dell'altro. Tolse la mano dal volto di Harry e la portò sotto il cuscino per stare più comodo.

Harry, dal canto suo, trovò quella scena davvero adorabile. Louis era adorabile. Alzò di poco la testa e gli baciò il naso. "Buongiorno" mormorò poi.

"Buongiorno a te" rispose, mordendosi il labbro. "Dormito bene?"

"Benissimo, e tu?"

"Anche. Non mi voglio alzare!" piagnucolò, stringendosi al petto di Harry, perché davvero non voleva alzarsi dal letto, non voleva abbandonare il calore del corpo di Harry, non voleva scendere in cucina per fare colazione, vedere i componenti della famiglia Styles e rendere reale la sua partenza.

"Ma devi!" rise Harry accarezzandogli con i polpastrelli il braccio scoperto. "Per quanto io voglia tenerti qui con me" specificò.

Louis sbuffò e annuì, alzandosi dal letto con ancora addosso la lunga maglietta di Harry. Poi cercò i pantaloncini e li infilò. Il riccio lo imitò e mise una tuta, poi andò verso Louis e lo abbracciò così spontaneamente che lo lasciò di stucco. Ma ad Harry venne spontaneo agire in quel modo perché era come se vedesse per la prima volta quanto piccolo e dolce smbrasse Louis con addosso la sua maglietta, persino smarrito e in cerca di protezione, e gli venne spontaneo avvicinarsi e stringerlo fra le sue braccia, proprio come aveva fatto durante la notte appena trascorsa. Nemmeno questo dovevano per forza saperlo tutti.

Si sorrisero, non servivano parole, e poi uscirono dalla stanza. Scesero in cucina dove trovarono Gemma, Des ed Anne già seduti a tavola. Si voltarono tutti verso i due e sorrisero sotto i baffi, "Buongiorno cari" esclamò Gemma, prima di riempire la bocca con cereali e latte.
Harry e Louis salutarono tutti un po' imbarazzati e presero posto a tavola per poter fare colazione in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.


Cultural Exchange • Larry StylinsonWhere stories live. Discover now