86º

1.3K 90 1
                                    

Ero sulle spine ,anzi tutti quanti eravamo sulle spine. Tra poche ore tutto sarebbe finito e finalmente mio padre avrebbe avuto giustizia.
Tutti da zio Dan a Alex , Pierre ,Rex cercavano di sollevarmi l'umore dicendomi che tra poche ore tutto sarebbe finito. Ma io avevo un grosso macigno sul petto. Dovevo rientrare in quella casa.
Sapevo già che appena vi avrei rimesso piede mi sarebbe calata di nuovo addosso l'angoscia.
Avevo nuovamente messo i panni di Jayslin ,un lungo vestito rosso con fiori di loto dorati sullo sfondo, due spacchi laterali mi scoprivano le gambe a ogni passo e le ballerine nere che mi permettevano di camminare in tutta tranquillità.
"Piccola sei molto sensuale ma in definitiva ti preferisco al naturale. Sei pronta ? Dobbiamo andare è ora." mi disse Alex prendendomi tra le braccia mentre solcavo il pavimento del salone di casa sua.
Sbuffai e scossi la testa.
"Non sono pronta è ho una fottuta paura di uscire da quella porta ma devo farlo . Andiamo" presi la sua mano e mi lasciai tirare come una bambina riluttante.
Io e Alex eravamo sulla sua macchina,zio Dan e Ken appena dietro di noi con la macchina di Ken e infine c'erano Rex ,Pierre e Caroline che non ne aveva voluto sapere di restare ad aspettare, che viaggiavano sulla berlina nera con vetri oscurati delle grandi occasioni.
In macchina Alex mi lanciava sguardi di sottecchi senza mai abbandonare la mia mano, sapevo che lo faceva per darmi fiducia ma in quel momento la mia pelle era di acciaio e non riuscivo ad assorbire niente.
Quando arrivammo davanti al cancello Alex spinse il bottone sul telecomando e lentamente avanzò mentre il cancello si apriva.
Mi mancava il fiato ,non riuscivo a respirare. L'enorme abitazione con le sue colonne bianche mi apparve come se fosse un miraggio nel deserto.
Le finestre erano aperte ,il giardino ben curato e si sentiva l'acqua della piscina che scorreva .
Sembrava che niente fosse cambiato e mi aspettavo quasi che da un momento all'altro mio padre aprisse la porta e l'avrei visto uscire con la sua valigetta e il vestito grigio.
A malincuore lasciai la mano di Alex e aprii la portiera per scendere dall'auto .
Nonostante non portassi i tacchi i miei passi erano instabili,barcollavo come se dovessi cadere a faccia in giù da un momento all'altro.
Alex e Ken portarono le loro auto sul retro mentre Rex parcheggiò sul lato destro del grande spiazzo antistante l'entrata di casa.
"Bambina ora è tutto nelle tue mani. Noi saremo presenti ma non parleremo. A meno che tu non ci chieda di intervenire. Ok?" mi disse con fare paterno Daniel. Mi limitai ad annuire perché avevo la gola incollata e mi sentivo incapace di emettere alcun suono.
Quando Alex tornò venne a mettersi al mio fianco e mi prese nuovamente per mano. Alzai gli occhi pieni di sconforto e timore sul suo viso.
"Piccola dobbiamo entrare." mi disse accarezzandomi una guancia.
"Alex ho paura. Paura di non riuscire ad entrare e non restare indifferente. Ti prego non lasciarmi. Stammi sempre accanto" lo supplicai.
Per tutta risposta mi prese il viso tra le mani e mi diede un lungo bacio.
Mi aggrappai alle sue spalle e alla sua linfa vitale da cui traevo ossigeno.
Quando si staccò strofinò il suo naso con il mio e mi diede un altro bacio a stampo .
"Ti assicuro piccola che conto di essere la tua ombra. Oggi non riuscirai a liberarti di me ."
Mi prese la mano e insieme ci avviammo ad entrare in casa.
Varcare la soglia fu pesante ,le gambe mi sembravano di piombo e dotate di una volontà propria . A ogni passo il cuore mancava un battito ,chiusi gli occhi e strinsi ancora di più la mano di Alex. La testa stava per scoppiarmi e continuavo a sentire uno strano ronzìo nelle orecchie. L'unica certezza che avevo era la mano di Alex ancorata alla mia e la consapevolezza che non l'avrebbe lasciata.
"Oh santo cielo non ci credo!" sentire gridare come un ossessa Caroline mi fece spalancare gli occhi di botto.
Mi guardai intorno e nonostante avessi abitato in quella casa fino a un paio d'anni prima tutto era diverso.
Nell'aria aleggiava un fresco profumo di gelsomino ,le pesanti tende blu erano state sostituite da leggere e semplici tende bianche e oro. L'enorme divano era stato sostituito da quattro divani a due posti sistemati gli uni di fronte agli altri ,sul tavolino un enorme vaso conteneva una quantità indefinita di rose bianche e gialle. Non sembrava più lo stesso salone e di questo ero grata a zio Dan.
"Adesso stammi bene a sentire don Giovanni ,se ti azzardi a toglierle ancora una volta il rossetto ti giuro sul mio nome che non arrivi a domani chiaro!" Caroline continuava a sbraitare contro Alex ,ma lui non mi toglieva gli occhi di dosso.
"Caroline ,sta tranquilla che da questo momento in poi nessun altro mi si potrà avvicinare." la rassicurai mentre prendeva nuovamente rossetto e cipria per ritoccarmi il trucco.
La paura sembrava evaporata, mi sentivo calma e tranquilla. Mi lasciai sistemare il rossetto da Caroline e mi sedetti su un bracciolo di uno dei divani. Stavamo aspettando che arrivasse Shikamoto, poiché volevo prima leggere velocemente il contratto redatto dal suo avvocato. Ken ,zio Dan e Alex confabulavano tra loro non so di cosa ma al momento non mi interessava. Dopo una decina di minuti il campanello si animò ,Ken andò ad aprire e sull'uscio si presentò un omone alto e largo come la porta ,portava un auricolare gli occhiali scuri ed era interamente vestito di nero. I tratti del suo viso annunciarono l'arrivo di Shikamoto.
Mi alzai in piedi e aspettai che entrasse.
Ovviamente neanche lui si era risparmiato in quanto a sicurezza quattro uomini entrarono prima di lui e si posizionarono ai lati del grande salone ,sembravano le guardie del corpo del presidente degli stati uniti. Tutti vestiti di nero tutti con gli occhiali scuri e tutti con l'auricolare. Insomma Walker si stava addentrando in un bunker.
Fuori c'erano venti uomini impiegati da zio Dan per protezione esterna,di sopra ce n'erano altri dieci e controllavano il salone ,ora c'erano anche le guardie del corpo di Shikamoto. Era praticamente impossibile tentare si scappare.
Shikamoto era accompagnato dal cognato e da un uomo che non conoscevo.
Fatte le dovute presentazioni io sedetti al tavolo con Shikamoto e l'uomo che scoprii essere il suo avvocato ,decidemmo che zio Dan avrebbe fatto le veci dell'avvocato di Jayslin .Mi fecero leggere il contratto e nelle ultime pagine che nessuno si prendeva mai la briga di leggere ,Walker nominava mister Shikamoto unico erede universale di tutte le sue proprietà ,ossia l'enorme villa dove io ero stata e un ostello che capii doveva essere più che altro una casa d'appuntamento. In più lasciava in mano sua tutta la gestione dei suoi affari . Per me andava più che bene ,il mio compenso era stipulato e scritto già in prima pagina quindi non volevo altro e neanche mi interessava.
Uno sguardo d'intesa tra zio Dan e uno degli uomini che si trovavano di sopra mi fecero capire che era arrivato Walker.
"È arrivato?" chiesi ,al suo cenno di assenso io andai a sedermi su una sedia distante dal tavolo mentre zio Dan si aggiustò la cravatta e prese posto al grande tavolo ovale al fianco di Pierre insieme a Shikamoto ,Kosukawa e l'avvocato.
Avevo scoperto che Kosukawa e zio Dan si conoscevano da parecchi anni, il loro incontro servì a convincere zio Dan che avevo fatto un buon lavoro e soprattutto invogliarlo ad aprire un locale per far lavorare il figlio minore di Shikamoto che voleva stare in America e non in Cina.
Alex e Ken erano in piedi poco distanti dalla mia seduta ,avevano un aria serissima e Alex continuava a fissarmi. Finalmente Walker fece la sua entrata e rivederlo su quella porta mi fece venire un conato di vomito in gola. Si guardò intorno e fece appena un cenno a chi doveva e venne ad acquattarsi ai miei piedi.
"Ciao micina ,sei bellissima. Tra poco ce ne andremo insieme .Sei contenta?" disse dandomi un buffetto su una guancia.
Mi sforzai di fargli un bel sorriso e annui prima di chinare la testa come se mi vergognassi. In realtà avevo una gran voglia di sputarlo in faccia e stringergli le mani intorno al collo fino al suo ultimo respiro. Con la coda dell'occhio vedevo che i piedi di Ken e Alex battevano a terra nervosi.
"Walker" chiamò Pierre, " Falla finita con tutta questa sceneggiata e vieni quì. Sappiamo già che fine farai fare a quella poverina quindi piantala. Vieni a firmare e poi sparisci." continuò con aria burbera e annoiata.
"Calma Manon calma. Se non prima leggo il contratto e quello che dice non firmo nulla. Mi sono fidato di voi fino ad ora e vi ho lasciato fare quello che volevate. Quindi ..." mi baciò la mano e andò verso il tavolo mentre Shikamoto ne diceva di cotte e di crude verso di lui.
Lanciai uno sguardo ad Alex e lui mi sorrise.
Walker sedette e gli fu passato il contratto che con aria di chi sapeva cosa leggeva si mise a leggere con molta attenzione.
Dopo la terza pagina infarcita di termini giuridici di cui lui non capiva un accidenti prese una penna dal taschino interno della giacca. Stava per firmare quando si fermò ,mi guardò e mi sorrise.
"Un momento, i documenti di questa graziosa fanciulla dove sono? Perché mi dispiace per te Manon ma io ho intenzione di farla diventare a tutti gli effetti cittadina americana. La sposo, è solo mia." disse posando la penna sul tavolo e intrecciando le mani sul contratto.
Il mio cuore mancò un battito.
Cavolo questo non ci voleva. Dove potevamo prendere i documenti adesso? Ero nel panico più totale ,niente documenti niente firma.
Vidi zio Dan fare un cenno a Ken che si avvicinò e gli diede una valigetta ,poi tornò al suo posto.
Zio Dan aprì la valigetta e tirò fuori una busta di carta gialla che tirò sul tavolo davanti a Walker.
"Lì dentro ci sono il passaporto e tutti i documenti che riguardano Jayslin ,puoi controllare tu stesso." disse con aria professionale.
Walker controllò tutto quanto e si sfregò le mani, poi prese la penna e mise nero su bianco la firma alla sua condanna.
Quando richiuse la penna e passò il contratto e una valigetta piena di soldi a Shikamoto fece per alzarsi ma uno degli uomini di fiducia di Shikamoto lo trattenne per una spalla e lo fece rimettere seduto. Quando mi fecero cenno che tutto era ok mi alzai e iniziai ad avanzare verso il tavolo andandomi a posizionare proprio di fronte a lui.
"Che succede? Ho firmato ,vi ho dato i soldi. Sono praticamente nelle vostre mani. Perché per una volta ho voluto fidarmi, e adesso?" era spaventato. In casa era da solo ,non so se fuori aveva uomini con se ,ma dubitavo che potevano fare qualcosa.
Gli sorrisi.
"Vedi Walker oggi con tutta la gentaglia che c'è in giro non dovresti fidarti di chicchessia. " dissi mettendo le mani sul tavolo .
"Che significa? Aspetta tu parli benissimo e non hai più l'accento strano" adesso era ancora più spaventato e si stava innervosendo .
Gli rivolsi un sorriso di scherno.
"Esatto parlo benissimo perché io non sono cinese. Ricorda non fermarti mai alle apparenze e sappi che dietro un bel viso può nascondersi la tua fine!" feci schioccare le dita e dalla porta che dava in cucina apparve Caroline con salviette e struccante.
"Che pagliacciata è questa ? Lasciatemi subito ! Frank! Frank!" continuava a sbraitare Walker.
Quando sul mio viso non ci furono più tracce di trucco mi girai e lo guardai.
Lui spalancò gli occhi.
"Mi riconosci adesso?"

My Life           My DestinyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora