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A passi stanchi si dirigeva verso gli ascensori, nelle orecchie ancora il ciarlare sfibrante di vecchie glorie e musica da camera ad attutire il tutto.
Si passò una mano tra la zazzera rossa mentre con due dita andava ad allentarsi la cravatta scura cinta al collo, era terribilmente stanco e quelle serate gala a cui era costretto a partecipare destabilizzavano il suo sistema nervoso. Se fosse stato per lui non si sarebbe nemmeno presentato, odiava quelle cerimonie pompose e sopra tutto i ricconi a cui partecipavano, ma essere Nathan Davis comportava anche quello e sapeva bene di come quei gala servissero a incrementare le opere di beneficienza cui tanto si adoperava a fare.
Si sfilò del tutto la cravatta cacciandola nella tasca del completo elegante. Soppresse uno sbadiglio con la mano, il sonno e la stanchezza incominciavano a prendere il sopravvento su di lui dato la faticosa giornata di lavoro protratta fino a tarda sera a cui si era sottoposto, quella serata di gala era stata solo lavoro aggiuntivo dato che l'aveva passata ad esporre i propri progetti benefici a ricchi facoltosi in cerca di pubblicità.
Arrestò il passo sospirando sonoramente, scuotendo il capo come a scacciare un pensiero fastidioso... ma chi voleva prendere in giro? La colpa di quella stanchezza era dovuta alla notte prima passata insonne.
L'aveva trascorsa ad osservare il soffitto bianco della sua suite, tra le lenzuola di seta pregiate e il profumo di lei rimasto appicciato addosso nonostante la doccia fatta appena rientrato.
Le immagini di Lucy piangente e tremante di ore prima non avevano fatto altro che tormentarlo e il senso di colpa avvertito in quel momento lo aveva reso nervoso, lo faceva incazzare perché non avrebbe dovuto sentirsi in colpa ma soddisfatto.
Ricambiò il saluto accennandolo col capo a quell' addetto dell'hotel passato lì per caso e rivoltando lo sguardo verso gli ascensori ormai prossimi al suo campo visivo si bloccò sgranando gli occhi verdi.
-Lucy...- mormorò incredulo in un filo di voce talmente basso da percepirlo lui stesso a stento. Era sicuro che se ne fosse andata in mattinata dato che di persona aveva chiesto informazioni alla reception riguardo la camera 77 da lui affittata, scoprendo che la cliente aveva lasciato tale stanza. D'altronde il suo lavoro era finito e quali altri motivi avrebbe dovuto avere Lucy per restare lì? Probabilmente lo stava odiando a morte dopo quel piano architettato ai suoi danni.
Ma quella era Lucy in carne e ossa ed era lì, avvolta da un soprabito scampanato dalle tonalità grigiastre con i capelli biondi che sciolti le cadevano sul petto, le mani congiunte tra loro a fissarsele con lo sguardo e la schiena posata sulla parete accanto a uno ascensore.
Sembrava una di quelle bamboline di porcellana tanto che era bella.
Nathan si avvicinò a lei lentamente, la gola si era seccata e lei sollevò gli occhi nel percepire la sua presenza, mettendolo a fuoco si staccò dalla parete indugiando un passo in sua direzione.
Si trovarono uno di fronte all'altro, Lucy sembrava determinata ad affrontare un certo argomento e Nathan in quel momento non né aveva voglia, si limitò a chinare appena il capo passandosi le dita sulla nuca -Pensavo fossi andata via- mormorò soltanto.
-Non potevo andarmene.... non senza farmi valere e quindi rifare la scommessa- affermò con occhi dardeggianti, gli afferrò il polso tra le dita sottili quando lo vide roteare le iridi al cielo e digrignare i denti in disapprovazione -No! Dobbiamo risolvere questa cosa che si è creata tra di noi!- continuò capricciosa in un tono che non accettava repliche.
-Quale cosa? Abbiamo fatto una scommessa e ho vinto- replicò stizzito osservandola in tralice, la sera prima l'aveva lasciata in lacrime e implorante e ora eccola di nuovo con quell'espressione sicura e strafottente, per un attimo aveva intravisto in lei il riflesso di quella liceale superba e cattiva e la rabbia gli era montata nel petto.
Ha volte dimenticava che la odiava.
-Hai barato! Mi hai baciata!- lo accusò lei puntandogli un dito a un palmo dal naso e il suo volto sempre più vicino a quello di Nathan, grazie a quei quindici centimetri di tacco riusciva a fronteggiarlo perfettamente e sarebbe bastato solo sporgersi di poco per permettere alle sue labbra di combaciare con quelle di lui.
-Lucy ma che...- sospirò Nathan rendendosi conto della pateticità della situazione -Ci siamo umiliati a vicenda, non credi che siamo pari?- continuò in un lamento.
La vide sgranare gli occhi, schiudere le labbra ma richiuderle un istante dopo, a quanto pare era riuscita ad azzittirla una volta tanto.
-Ho avuto la mia soddisfazione, ora basta no?- con le dita le accarezzò il polso della mano che teneva bloccato il suo, continuando ad osservarla intensamente.
Pochi istanti e la morsa venne meno, Lucy aveva schiuso le dita per incastrarle con le sue, intrecciando le mano l'una con l'altra. Deglutì incapace di fare qualsiasi cosa, quel mattino aveva fatto la valigia e stava quasi per tornarsene a casa sconfitta e avvilita, ma era bastato guardare il suo riflesso sul finestrino del taxi per rendersi conto di come Nathan l'aveva ridotta in una sola notte di mezza passione.
Le occhiaie, il volto cereo e l'espressione mesta le ricordarono di quante rarissime volte un uomo gliela aveva procurate e di certo non poteva permetterglielo a Nathan di cui non era nemmeno sentimentalmente coinvolta. Con impeto era balzata fuori dal Taxi prima che questi partisse e, ignorato lo sguardo sbigottito del taxista, aveva arraffato la valigia tornandosene dritta all'Hotel con l'unico obbiettivo di farsi valere, per poi fermarsi in mezzo al marciapiede e ponderare che probabilmente una stanza in un alberghetto normale non avrebbe deflagrato le sue finanze non proprio sfarzose.
Aveva saputo di quel gala in mattinata, proprio prima di lasciare l'edificio e testarda era rimasta più di un ora ferma davanti a quegli ascensori aspettando Nathan. Avrebbe potuto affrontarlo direttamente durante quel ricevimento o farsi annunciare dalla reception, ma qualcosa l'aveva fatta desistere autoconvincendosi che l'effetto sorpresa sarebbe stata la miglior carta da giocare, tanto per rendergli il favore poi.
E nonostante tutta quella convinzione nel sottomettere Davis al suo volere con cui era partita, ora si ritrovava confusa, immersa nel verde dei suoi occhi. Nathan la guardava, la sua stretta era salda e calda.
-Quindi basta no?... - mormorò ancora lui, racchiudendole una guancia in un palmo pieno irradiandole calore, facendola annuire e inclinare il capo per premere il viso contro la sua mano, regalandosi una coccola.
Il viso di Nathan era sempre più vicino a quello di Lucy, come le sue labbra che schiuse mormoravano confuse affermazioni su come fosse giusto non vedersi più e di chiudere definitivamente la questione tra di loro.
Gesti lenti quelli di Nathan, gesti tenuti sotto controllo ma che malamente nascondevano ciò che provava in quel momento.
-Sei solo un fantasma del passato- sussurrò un ultima volta prima di sfiorarle le labbra con le sue. Ma nel presente Lucy era lì, calda e morbida tra le sua braccia, viva come il suo respiro che sentiva sulla pelle e sulla bocca e in quel frangente di pochi secondo una miriade di pensieri gli attraversò la mente.
Un tremito leggero che non riusciva controllare, non freddo, non certo paura, un misto di eccitazione, di attesa, di non sapere e desiderare.
Ma sgranò gli occhi al ricordo di quello scherzo cattivo, accaduto ormai tanto tempo fa ma ancora ben impresso nella mente. Un conto era stato giocare in quella sauna ma quello che stava per succedere un istante prima era tutt'altro e lui non poteva ritornare a farsi coinvolgere da quell'angelo biondo venuto dall'inferno. Si scostò da lei bruscamente, quel quasi bacio restò sospeso, mai avvenuto e Lucy riaprì gli occhi trovandosi davanti i suoi, torvi e cupi.
-Non ci riesco... Lu vattene a casa- soffiò perentorio, voltandole le spalle, piggiando ripetute volte il pulsante dell'ascensore.
Sentiva ancora la presenza di Lucy dietro di lui, i suoi occhi conficcati nella schiena, la musica in lontananza che ne copriva il respiro affannoso e lo scricchiolare delle nocche strette a pugno.
Il tintinnio dell'ascensore in arrivo lo scosse da qualsiasi pensiero e addentrandosi all'interno della cabina una volta apertesi le porte, sentì ancora una volta la sua presenza seguita poi dalla sua voce.
-Tu non mi dici quello che devo fare!- aveva pigolato una Lucy piccata seguendolo a ruota all'interno dell'ascensore, creandogli uno sbuffo nervoso. Cristo santo era più testarda di un mulo quella ragazza!
Nathan si era voltato piano, le mani infossate nelle tasche e il profumo di Lucy a riempire lo spazio della cabina fatto più stretto con la sua presenza.
-Ti ho chiesto scusa per quella storia, ricordi?? Proprio ieri quando mi hai lasciato nuda e disperata sul pavimento!- gli ricordò stizzita non tralasciando qualche accusa studiata apposta per farlo sentire in colpa, mossa del tutto inutile dato che Nathan sembrò addirittura arrabbiarsi -Ma per favore! Era la situazione del momento a farti stare male, ti sei sentita umiliata e distrutta, in una situazione normale non l'avresti mai fatto!- l'accusò sicuro puntandole un dito contro. Lucy si ritrovò a guardarlo ad occhi sgranati, incredula a ciò che quella bocca aveva appena sputato, come poteva Nathan pensare sul serio questo?
-Oppure era solo un vano tentativo per richiedere il bis, mia principessina Herris? - continuò ad infierire bastardo sfoggiando un sorriso disarmante quanto sfottente e Lucy avrebbe voluto prenderlo a schiaffi come baciarlo.
-Brutto stronz...- fece in tempo a ringhiare prima che il sobbalzo dell'avvio dell'ascensore le facesse perdere l'equilibrio già precario dovuto ai tacchi alti e istintivamente aggrapparsi ai baveri della camicia di Nathan. Si ritrovò di nuovo con il volto vicino al suo, con le dita conficcate nella seta della sua camicia e il seno che aderiva perfettamente al suo torace, un braccio di Nathan circondato intorno ai suoi fianchi sottili in modo da sostenerla e le labbra arcuate in una smorfia stizzita.
-Dobbiamo rifare la scommessa!- tuonò con occhi dardeggianti, più sicura che mai.
-Vuoi una scommessa? va bene- le rispose lui scuotendo appena il capo prima di afferrarle i polsi, ruotando di posto e schiantandola contro la parete di legno rifinita del lussuoso abitacolo.
Ok, Lucy voleva vederlo cedere? E lui aveva ceduto ma a modo suo.
Le strinse i polsi sopra il capo in modo da impedirle qualsiasi movimento -Trentasette piani Lu, trentasette piani prima di arrivare alla mia stanza, scommettiamo che riesco a farmi baciare prima di arrivarci?- propose in un sorriso accattivante e una strana luce negli occhi.
Lucy grugnì in disapprovazione, lui non faceva altro che imporle ciò che voleva ma di certo non si sarebbe tirata indietro e sfoggiando un sorriso malizioso acconsentì, si leccò le labbra rendendole lucide e invitanti -Così non vale però... lasciami i polsi- aveva miagolato poi prendendolo in contro piede.
Ma Nathan ne aveva invece intensificato la stretta -Decido io cosa vale e cosa no- disse con un tono che non accettava repliche, imponendole la sua autorità senza darle scelta se non ubbidire.
E Lucy non demorse, sollevando una gamba nuda andò a farla scivolare sensualmente contro la sua fino ad agganciargliela a un fianco, inarcando la schiena in un cozzare di bacini.
Sporse il viso verso quello di Nathan percorrendogli con la punta del naso la mascella fino alla guancia, inspirando forte l'odore intenso di dopobarba prima di avvicinarsi alla bocca senza baciarlo.
Lo sentì ansimare piano percependo tra le sue gambe una appena accennata erezione già svettante nei pantaloni e anche Lucy si era eccitata, solo nel sfiorargli la pelle bollente del viso aveva avvertito una fitta in mezzo alle cosce conseguita da quell'umida sensazione nei suoi slip.
-Scommetti che mi baci tu?- gli sussurrò roca e testarda tentando di celare i fremiti che Nathan le procurava solo standogli vicino.
Lo vide ghignare e sfoggiare con arroganza quel sorriso fatto di solo labbra, un battito di cuore se né andò perso quando lui accostò la bocca sempre più vicina alle sua fino a posarsi lì, sull' angolo, e lasciarci una traccia tiepida. Un contatto appena ma capace di farle storcere gli occhi nella disperata ricerca del conta piani posto al di sopra delle porte.
Desiderava in realtà pressare le labbra sulle sue in un modo così viscerale che le dita si contrassero in spasmi nervosi pur di non cedere e perdere la sfida.
Soppresse un gemito nel constatare che la corsa era ancora lunga.
Merda! Erano appena al decimo piano e di questo passo avrebbe ceduto, perché diamine se la desiderava ancora quella lingua in bocca!
Ma era lui che doveva baciarla no? Maledettamente femmina e provocante ritrasse lo sguardo compiacendosi di quel suo ringhio sibilato tra i denti solo per ripiegarsi su di lui a far scorrere le labbra sul mento, sul collo, su quella porzione di gola appena scoperta dal colletto della camicia. Tocchi leggiadri e bollenti i suoi capaci di liberarla dalla morsa, Nathan aveva posato entrambi i palmi contro la parete tenendo comunque Lucy intrappolata tra questa e il suo corpo voglioso di attenzioni.
Tremava Nathan, quasi impercettibilmente, respirando sempre più affannoso, abbandonandosi a quelle attenzioni audaci.
-Venticinque piani Nat- gli sussurrò suadente fiondando le mani tra quelle ciocche rosa -Baciami dai... come hai fatto ieri quando nuda mi masturbavo per te- continuò ridente nel sentire il corpo di Nathan contrarsi in uno spasmo, ma sussultò quando improvvisamente il palmo di lui andò a circondarle gli zigomi chiudendo le dita in una morsa -Pensi che possa bastare questo? Ricordati che ti disprezzo- sibilò serio ma con la voce roca e le pupille dilatate.
-Disprezzi la Lucy del passato, io sono altro- replicò lei per niente indignata abbandonando un istante quell'aggressività dovuta alla sfida, mostrando a Nathan un orgoglioso ardore in quelle parole.
Dette in quel modo perfino lui ne constatò la veridicità, allentando la presa delle dita sulla sua mascella, il pollice poi scivolò su un labbro carnoso.
-Che cosa sei allora?- sussurrò in una flebile nota di voce dal sapore disperato, sentendo un calore irradiargli il petto nel vederla sospirare e stringere gli occhi a causa delle suo polpastrello ancora a sostare sulle labbra.
E Nathan rimase a guardarla, Lucy aveva gli occhi più belli che avesse mai incrociato pensò arrabbiato quando lei sollevò le palpebre per guardarlo con brama.
Incapace di pensare ad altro se non ad affondare in quella bocca di lei appena schiusa, Nathan quasi ebbe un sussulto nel registrare il trillo che avvisava i due della conseguente apertura delle porte.
-Non ha vinto nessuno- mormorò Lucy intrisa di malinconia nel non sentire più il tocco caldo di Nathan, aveva scostato le dita inclinando il corpo verso l'apertura della cabina e sibilato un: -Come sempre- prima di afferrarle la mano e trascinarla con sé oltre la soglia...

Continua...

A sexy challengeWhere stories live. Discover now