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Il tacchettio dei tacchi alti echeggiava per il lungo corridoio, Lucy affondava i piedi nella moquette che ricopriva il pavimento sempre più velocemente, tentando di non caracollare da un momento all'altro, osservando interrogativa le ampie spalle di Nathan fasciate impeccabilmente dal quel completo scuro. L'eccitazione pulsava ancora tra le sue gambe e percependo dalla stretta spasmodica di Nahan quella patina di sudore che gli imperlava il palmo, intuì che anche lui dovesse avere l'urgente bisogno di sfogare le proprie voglie.
Si ritrovò a fissare una porta bianca, in parte coperta dalla schiena di Nathan intento a trafficare con il passepartout sfilato dalla tasca repentinamente.
In un battito di ciglia fu immersa dalla penombra della stanza, le aveva lasciato la mano e per inerzia si era spinta in avanti guardandosi intorno curiosa. Una grande vetrata che faceva da finestra causava una meravigliosa atmosfera: i raggi lunari che filtravano da essa, mescolati alle luci della capitale ancora piena di vita a quell'ora della notte, illuminavano la stanza di una luce fioca ma abbastanza efficace da rendere il tutto visibile.
Si voltò di scatto nel percepire la porta sbattere -Non accendi la luce?- domandò più per istinto che per qualche ragione specifica, accigliandosi appena nel vedere Nathan proseguire verso di lei.
-Hai paura del buio, principessina Herris?- replicò lui osservando in un sorriso di malizia Lucy che un poco indispettita aveva ingoiato quel: "principessina" senza far polemiche. Gli aveva invece sorriso di rimando schiudendo le labbra rosse in un esplicito gesto osé -Certo che no- gli aveva risposto in un sorriso mellifluo mentre con le dita in un gesto flemmatico, andava a far scorrere dai passanti la cintura del soprabito.
Un morbido suono di stoffa avvolse i piedi di Lucy graziosamente calzati nelle scarpe col tacco, il soprabito era scivolato lungo le gambe sinuose di lei, mettendo in mostra il suo corpo appena coperto dall'intimo a due pezzi di pizzo scarlatto. Si mostrò compiaciuta nel vederlo trattenere il respiro un istante e fissarla con ingordigia e, pronta a sedurlo con qualsiasi mezzo, andò ad accarezzarsi con le dita tra il solco dei seni ben incorniciati dal reggiseno.
-Mi hai portato qui per questo no? Dillo che non vedi l'ora di scoparmi e non per quella stupida scommessa- gli disse convinta mozzando il fiato in gola nel vederlo avvicinarsi a lei. Nathan in un riflesso inconscio aveva dilatato le pupille ma prendendo il controllo sul suo corpo le mostrò un mezzo ghigno facendosi sempre più vicino, sfilandosi la giacca per gettarla sul letto e sbottonandosi i primi bottoni della camicia in un movimento rapido di dita mise allo scoperto un abbandonate porzione di petto.
-O forse sei tu quella che non vede l'ora? Spiegherebbe questo- la provocò nel pizzicarle tra i polpastrelli una bretellina del reggiseno, creando uno schiocco flebile contro la sua pelle nel lasciarla l'istante dopo.
-Scommett- stava per proporgli Lucy prima che un dito di Nathan andò a tapparle la bocca -Ssh bimba- la interruppe voltandole le spalle per raggiungere quella che all'apparenza sembrava un altra stanza creandole un irritazione tale da farle assottigliare lo sguardo in un'espressione omicida e blaterale imprecazioni al suo indirizzo.
Ma Nathan riuscì ad azzittirla nuovamente, in quel caso senza di dir nulla ma semplicemente facendo scorrere la porta a vetri e mostrarle l'interno di quella stanza che non era altro che una cabina armadio, tornando indietro un attimo dopo con una camicia bianca stretta in un pugno.
-Così ricco da pretendere una cabina armadio in una suite?- domandò accigliata scrutandolo poi interrogativa nel vedergli sporgere il braccio verso di lei.
-Mettitela-
-Cos?-
-Mettitela, non faremo scommesse- la informò maledettamente serio.
Lucy sgranò gli occhi incredula, un moto di fastidio le pervase lo stomaco fino a farle contorcere le viscere, ma poi perché diavolo se la stava prendendo così tanto? Non era mica partita con l'intenzione di farci sesso ma solo di provocarlo e farsi implorare, no? Stizzita afferrò l'indumento indossandolo con gesti bruschi.
-Bene se non vuoi fare scommesse allora perché sono qui? Potevi lasciarmi andare via- puntualizzò incrociando le braccia sotto il seno appena evidente dalla camicia lasciata aperta che larga calava fino ai fianchi nascondendo appena le curve rotonde dei glutei, picchiettando un piede con fare stizzito.
-Abito qui- fu la risposta di lui avanzando verso un tavolino rotondo che arredava un angolo della stanza -Non pretendo la cabina armadio nelle suite, ma abito qui- concluse vago rispondendole alla prima domanda, lasciandola confusa e perplessa.
Voleva distrarsi e sopra tutto non guardarla perché la voglia di farla sua era così forte da creargli eccitazione e spasmi al basso ventre, ma Nathan ricordava bene il consiglio di suo fratello -Non assecondarla- gli aveva suggerito, quando arreso aveva pensato bene di dargli almeno un suo parere su quella folle cosa che il suo fratellino minore voleva compire.
E c'era riuscito no? Aveva compiuto la sua vendetta e Lucy ora restava un ricordo di soddisfazioni ma forse per "Non assecondarla" Zack intendeva anche quello di non portasela in stanza.
Ignorò quel: -In una stanza d'albergo? Perché?- sbalordito di Lucy versandosi dello scotch per berne poi una buona sorsata e placare l'incendio che nelle viscere divampava ardentemente.
Ma quando mai l'alcool spegne il fuoco? Caso mai lo incoraggia a bruciare.
E posando il bicchiere vuoto in un tonfo appena accennato di cristallo un pensiero lo colpì, innescando in lui la curiosità di chiederle ciò che non avrebbe dovuto, perché il rischio di coinvolgerlo era alto.
-Hai detto che non so cosa è successo- disse improvvisamente voltandosi di scatto per mettere a fuoco il viso di Lucy lievemente turbato e sorpreso a causa di quell'affermazione a brucia pelo.
-Ieri hai detto che non so cosa è successo- ripeté avvicinandosi a lei -Mi sarei aspettato di trovarti a dirigere la società famigliare o meglio ancora sposata con Alex Ducan a vivere una noiosa vita da riccona tra party in piscina e serate al country club e non fare l'avvocato e spaccarti la schiena come i comuni mortali- insisté creandole un brivido lungo la schiena nel sentirsi così scoperta e inerme.
Distolse lo sguardo da lui lievemente in disagio.
-Ho perso tutto... la società... i soldi... tutto- rispose Lucy in un mormorio senza precisare ciò che di prezioso e realmente importante avesse perso davvero, uccidendola e straziandola fino a farla rinascere nuovamente ma diversa.
Non voleva impietosirlo, se gli aveva confessato ciò era solo stato puro istinto, colpa di quegli occhi verdi così profondi da renderla vulnerabile.
-Oh capisco- fu la risposta di Nathan che a labbra tese ne sembrò quasi godere.
-Non è come pensi, qualcosa di più profondo ha cambiato la mia vita... non doveva essere quello il prezzo da pagare per farmi diventare una persona migliore ma è successo e io posso solo trovarne il lato positivo, oggi sono quella ragazza che i miei genitori avrebbero voluto vedere- affermò orgogliosa e lucente sollevando il mento in un contatto visivo e per la prima volta riuscì a fare incurvare le labbra di Nathan in un chiaro segno di dispiacere nel cogliere il significato implicito in quelle parole.
Ma scosse appena il capo -Questo non cambia il passato- affermò lui assumendo un espressione fredda appena intaccata dalla tono vibrante con cui l'aveva detto. Lucy annuì consapevole che non sarebbe bastato raccontargli di come la sua vita era cambiata dopo la tragedia dei suoi genitori ma con Nathan serviva ben altro per farsi perdonare.
-Però ha cambiato il mio presente- sorrise tenue, con una strabiliante forza interiore Lucy era riuscita a sorridergli nonostante la costante amarezza che le avvolgeva il cuore, ricordare la morte di mamma e papà era ancora causa di malessere per lei.
-E tu Nathan? Cosa ha fatto cambiare il tuo presente?- gli domandò senza alcun tipo di provocazione.
-La forza di volontà, voler essere una persona diversa e non parlo di questo- le rispose stranamente accondiscendente, indicandosi con un palmo aperto il torace scolpito e il ventre modellato ad arte -Questo è venuto da sé... ho trovato uno sfogo fisico nello sport per scaricare tutto quell'accumulo di studio durante l'università e continuo a farlo tutt'ora, dirigere una multinazionale è stressante- ridacchiò in quella considerazione finale coinvolgendo Lucy in quella risata appena accennata.
Uno strano silenzio cadde tra i due, tutto ciò era curioso pensò Nahan nel perdersi a guardala, come diavolo era riuscita a farlo sentire così sereno?
Si torturò le mani tra loro, un velo di sudore gli inumidiva la pelle e tornò a fissare intensamente Lucy davanti a lui che con quegli occhi grandi da cerbiatta e i bagliori della metropoli dietro di lei a illuminarle i contorni fini del viso e delle spalle fasciate dalla sua camicia, che bianca sembrava renderla un angelo, lo guardava ancora ridente. L'angelo venuto dall'inferno, ricordò nuovamente stringendo gli occhi solo un attimo. Si avvicinò un po' di più e Lucy accennò un sorriso tenero e ingenuo, non vi era malizia in quel sorriso da bimba e lui ne sembrò catturato tanto che non si accorse di circondarle il volto con le mani e aspirare una zaffata di quel profumo intenso, profumo rimastogli addosso e che ormai non poteva associare che a lei.
Lucy sospirò piano, abbassò poi gli occhi mettendo a fuoco la sua camicia candida, i gemelli ai polsi e le braccia robuste, i muscoli compatti dei bicipiti sembravano soffocare sotto quel tessuto pregiato.
-Nahan...- mormorò in un filo di voce, voleva che la baciasse con brama, desiderava la sua lingua in bocca più di ogni altra cosa al mondo, ma quello stupido orgoglio con cui era forgiata non le permetteva di esprimersi con il cuore.
Ma fu lui a chinarsi su di lei e premere le labbra sulle sue, insinuarvi la lingua e baciarla con trasporto, stringendole la nuca con le dita e serrarla a se con un braccio circondato intorno ai fianchi.
Respirò a fondo quando percepì le mani di Lucy accarezzargli il petto, malandrine si erano intrufolate tra le pieghe della camicia regalandogli tocchi leggeri e, con le lingue ad intrecciarsi in un gioco di saliva, Nathan pensò a quanto quel momento lo facesse stare bene.
Un pensiero rumoroso, quanto un sasso lanciato contro una campana.
Sgranò gli occhi scostandosi da lei terrorizzato e a corto di fiato, Lucy teneva gli occhi ancora chiusi e se non fosse stato così sconvolto da quel suo stesso pensiero forse avrebbe interpretato quel sorriso sulle labbra di Lucy come il frutto dell'emozione che le aveva appena regalato e non come un gesto arrogante, di sfida.
-Stavi parlando di scommesse prima- le sussurrò roco facendole aprire gli occhi e riemergere dallo stato di apnea in cui era sommersa. Batté le palpebre e perplessa lo guardò stranita, quella stupida faccenda della sfida Lucy l'aveva accantonata dal momento che l'aveva baciata con una tale passione da farle dimenticare il reale motivo della sua presenza accanto a lui. La stava usando nuovamente per gonfiare il suo ego e ciò le creò un'ondata di amarezza da impregnarle il cuore, serrò la mascella al pensiero che quel bacio era solo l'ennesimo capriccio di Nathan.
-Già, vedo che non riesci a resistermi a quanto pare- soffiò lei assottigliando lo sguardo -Scommettiamo che mi implorerai a un certo punto?- continuò maliziosa creando in Nathan un fremito d'aspettativa.
Il solo pensiero lo eccitava anche se un brivido di sordo timore gli scosse il corpo nel pensare che sarebbe stato tra le sue mani, totalmente.
E facendosi coinvolgere da quella sua proposta non oppose resistenza quando Lucy si fiondò sulla sua bocca baciandolo con fervore, spingendolo in avanti fino a farlo indietreggiare e caracollare su una poltrona.
-Scommettiamo Davis, mi chiederai per favore di farti venire- lo provocò Lucy spogliandosi della camicia per lasciarla cadere accanto a lei e sporgere le mani direttamente verso la patta dei suoi pantaloni -E userò solo la bocca- continuò in uno schiocco di lingua nel tirargli giù i calzoni in uno strattone violento e Nathan affondò le unghia nella pelle dei braccioli difronte a tanta perversa audacia, cazzo solo a sentirle dire certe parole gli si era già indurito.
Trattenne un ringhio nel sentire le dita di Lucy abbassargli piano i boxer, facendoli scivolare flemmaticamente sulle cosce, si era piazzata in ginocchio tra le sue gambe aperte allungando le mani fino ad accarezzargli il ventre ancora coperto dalla camicia, giocherellando poi con le dita, percorrendogli l'inguine senza mai toccare il membro già teso.
Nathan assottigliò lo sguardo di fronte a quell'espressione birichina, la frustrazione lo stava logorando e avrebbe voluto urlargli frasi del tipo: - cazzo sai cosa aspetto, sai cosa voglio, adesso ti prego adesso- ma colse quel bagliore di strafottenza nelle iridi castane di Lucy, sapeva che lo stava facendo apposta a torturarlo in quel modo.
Si morse un labbro trattenendo il gemito di sollievo quando finalmente Lucy gli avvolse il sesso turgido tra le dita, pompandoglielo a scatti veloci prima di affondarvi la bocca e riempirsela, avvolgendogli il sesso interamente. Nathan inarcò la schiena buttando indietro il capo, sentiva il fuoco divampargli dentro e quelle lappate voluttuose gli stimolavano il membro creandogli adrenaliniche scariche elettriche in tutto il corpo.
Sentiva l'apice sempre più vicino ma la frustrazione tornò ad assalirlo quando cattiva scostò le labbra morbide dal suo sesso che già grondava seme pre-orgasmico, sollevando a fatica le palpebre mise a fuoco il suo viso già segnato da una precocie soddisfazione di vittoria.
-Devi chiedermelo per favore- insisté Lucy continuando ad accarezzargli il membro con le dita, stimolandogli il glande in lievi tocchi capaci di farlo fremere ma non abbastanza da farlo venire -Dimmelo che vuoi che te lo succhi fino a prosciugarti- continuò sporca, infliggendogli un'altra calda leccata per tutta la sua fiera lunghezza.
Nathan annuì piano, allungando una mano in una leggera carezza tra i suoi capelli biondi, come a spronarla a continuare ma schiuse le labbra in un ghigno -Sicura che è così che vuoi farmi venire? Mettermi fuori gioco con un pompino?- la istigò creandole solo un flebile dubbio prontamente ricacciato dalla testardaggine di voler vincere la sfida. Lucy sentì i suoi occhi accarezzarla, seguire la curva della schiena fino alla rotondità dei glutei, soffermarsi sulle cosce dove lo slip era ormai fradicio.
-Non vorresti di più?- continuò roco ed eccitato fino allo spasmo con la frustrazione tenuta a bada solo per vederla cedere mentre la sua mano scendeva lenta quasi a contar vertebra per vertebra di quella pelle liscia e bollente.
Lucy distolse lo sguardo da lui boccheggiando, voleva dirgli di si, voleva sentire le sue mani, le sue dita, la sua lingua, il suo sesso turgido prenderla, ma ora, subito, adesso.
-Sari tu ad implorami- affermò Nathan stanco di aspettare prima di sollevarsi di scatto e afferrare Lucy dalle braccia baciandola e spingendola verso il letto fino a cadervi insieme in un groviglio di braccia, gambe e bocche affamate.
Si era strattonato via scarpe e calzoni sfilandole le scarpe con il tacco, premendola contro il materasso morbido per sovrastarla con il suo corpo e sentire direttamente sul torace i seni nudi di Lucy che in un veloce movimento di dita aveva slacciato il reggiseno per mostrarsi a lui ancora una volta.
Le baciava il collo e la sentiva ansimare sotto di se, contorcersi e inarcare la schiena solo per sentire meglio il suo sesso tra le cosce, sfregare contro la sua intimità ancora coperta dallo slip. Nathan sollevò il busto posando i palmi sulle sue ginocchia per divaricarle meglio le gambe, una si staccò andando con le dita a sfiorarle l'orlo dello slip, tenderlo, tirarlo con forza strappandole un lungo gemito soffocato.
-Dimmelo- le sussurrò in un ringhio facendole soffocare i respiri sempre più accelerati senza però ricevere risposta. Lucy sapeva bene che in quel momento non serviva far diventare parole i pensieri osceni che le affollavano la testa, sapeva bene che lui lo capiva solo guardandole il volto deformato dal frustrante piacere e che se voleva sentirselo dire era solo per marcare la sua dominanza su di lei.
Ma non riusciva più a resistergli e uccidendo l'orgoglio per un momento di lussuriosa felicità mormorò flebili lamenti -Si... fammi sentire te- aveva mormorato roca facendolo impazzire del tutto, strappandole via gli slip con ferocia, indossando un contraccettivo cacciato da un cassetto di un comodino accanto al letto in un momento fatto di soli baci, dati da lei mentre con le braccia se lo stringeva forte e con la bocca gli sussurrava parole sporche.
Si spinse in lei in un solo affondo, offrendole il suo sesso lucido di voglia, premendole i palmi sotto la schiena in modo da spingersela contro e riempirla tutta, fino in fondo tanto da mozzarle il fiato.
Ansimava Nathan, in quell'antro caldo c'era da perdersi e intrecciando le dita con quelle di Lucy le circondò i lati del viso posando le braccia sul cuscino, perdendosi negli ansiti che smorzati uscivano dalla bocca di lei, continuando a penetrarla con sempre più rapidità.
Non importava più nulla in quel momento se non affondare in lei e provocarla, alleggerendo le spinte solo per sentirsi implorare. Osservarle le labbra gonfie di morsi e gli occhi intrisi di piacere.
Cazzo se era bella, lo faceva impazzire.
-Non fermati... ah ti prego più in fondo- gli gemeva sulla bocca impadronendosi a palmi pieni del suo petto, tastando con i polpastrelli ogni avvallamento del torace e soprafatto dai quei tocchi non si accorse di come in un istante Lucy invertì le posizioni facendolo sfilare via da lei.
Si ritrovò steso a pancia in su, le braccia larghe e una vena di frustrazione a pulsare sulla fronte mentre Lucy a cavalcioni su di lui ancheggiava suadente e affannata, una mano premuta sul suo petto e l'altra a stringere tra le dita il membro gonfio facendolo sfregare contro le sue natiche -Dimmelo- lo sbeffeggiò in un ghigno facendolo ringhiare incazzato.
E compiaciuta si accontentò solo della sua espressione ardentemente desiderosa facendosela bastare come una piccola vittoria personale, sollevando appena le ginocchia si calò dolcemente su di lui conducendo l'asta di Nathan all'interno della sua apertura dilatata e bagnata.
Gemette di piacere nel sentire nuovamente il suo membro riempirla e premendo un palmo contro il suo petto dopo aver sibilato un: -No- a quel tentativo di Nathan nel sollevare il busto per riprendere la dominanza, Lucy inarcò la schiena buttando il capo indietro.
I lunghi capelli biondi arrivarono a solleticare le gambe di Nathan, iniziò ad ondeggiare su quell'erezione potente, dapprima in lenti e costanti movimenti circolatori, poi sempre più veloce e a scatti irregolari, finendo per saltare su e giù.
Nathan ansimava sempre più forte, imprecando e grugnendo, lo faceva godere, lo faceva morire nel vederla nuda tra le sue gambe a sussurrare il suo nome tra un gemito e l'altro -Continua.. - gli scappò dalla gola immergendo le dita nei suoi fianchi morbidi.
Quelle parole soffiate con quel tono desideroso invogliarono Lucy a fare di meglio, tirò su il busto facendo forza con le gambe usando maggiore energia, cavalcandolo fino a perdere le forze ed accasciarsi sull'ampio petto di lui, l'abbondante seno a sfregarsi contro il torace e senza mai diminuire il ritmo gli torturò il collo con morsi e succhiate da capo giro. Nathan mugolava arrapato, con uno scatto passò le mani dai fianchi alle natiche, impastandogliele a dovere e colpendola forte con il bacino conducendo una Lucy implorante e ormai al limite, nel più appagante degli orgasmi.
Un urlo liberatorio uscì da quella bocca di fragole prontamente divorata da Nathan, ribaltò nuovamente le posizioni solo per spingersi in lei con maggiore urgenza, avvolgendola totalmente con il suo corpo e sentire quello di Lucy rispondere debolmente, ormai privo di forze.
Il membro turgido di Nathan si gonfiò dentro di lei fino ad esplodere nel tanto agognato piacere. Nonostante il preservativo indossato, Lucy poté percepire i fiotti di sperma potenti e bollenti grondare dal sesso di Nathan in un orgasmo meraviglioso.
Aveva ringhiato Nathan, tremante era rimasto ben premuto in lei fino a svuotarsi del tutto, sfilandosi poi per caderle accanto, spossato e ansimante.
Rimasero uno accanto all'altro senza dire nulla osservando un soffitto bianco irradiato di luce di luna.
Nathan rimase immobile per un tempo indefinito, il petto contratto dagli spasmi violenti dovuto al respiro affannoso, l'eccitazione che sfumava di secondo in secondo lasciando spazio a una piacevole sensazione appagante. Lucy era accanto a lui coperta appena da un groviglio di lenzuola sudate, voltò di scatto lo sguardo nel sentire le sue dita in un lieve contatto sul polso, Lucy gliela aveva stretto dolcemente ma rimase sorpreso nel trovarla già addormentata.
La osservò ancora qualche attimo prima di voltarsi su un fianco e spostarle le ciocche di capelli dal viso, forse avrebbe dovuto svegliarla e mandarla via.. forse.
Ma rimase a guardarla, si era fatto coinvolgere troppo ma ne doveva essere contento no? La sua vendetta si era solo ampliata in fin dei conti.
Ma non gli importava niente in quel momento se non chiudere gli occhi, avvicinarsi un po' di più a lei per creare un abbraccio casuale e non per forza voluto, abbandonarsi al sonno seguendo il ritmo del dolce respiro di Lucy......

Continua..

*Grazie a marylinely per la bellissima copertina

A sexy challengeWhere stories live. Discover now