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La pioggia sembrava aver cessato il suo lamento e sollevando il naso, Nathan inspirò un po' d'aria buona prima di riabbassare il mento e focalizzare la schiena di Lucy intenta ad aprire la porta di casa sua.
Avevano passato il resto del pomeriggio insieme e ormai sera, Nathan aveva riportato a casa Lucy senza che durante il tragitto si fossero parlati o detto qualcosa.
Solo un molle silenzio anche se di momenti in cui avrebbe voluto stringersela contro e morderle la bocca c'è ne erano stati molti, ma Nathan era tornato da lei solo per un motivo: Voleva parlarle, voleva capire cosa cazzo gli stava succedendo e perché diavolo continuava a pensarla in modo ossessivo.
Perché? Lui la sua soddisfazione l'aveva avuta, giusto? E poi la odiava, era così che doveva essere, no?
Ma era inutile perché di sera, quando tornava in quel letto, le lenzuola se pur lavate, non facevano altro che odorare di lei e Nayan non riusciva più a togliersela dalla testa.
Si morse un labbro nel scrutare ogni dettagli di lei, le gambe tornite fasciate da un semplice leggings nero, così aderenti da lasciare poco spazio alla fantasia, i glutei rotondi che appena si intravedevano dato l'orlo della felpa che arriva giusto a metà sedere.
Visioni di lei mentre nuda si faceva montare, o meglio ancora quando lo cavalcava con impeto godendo e gemendo il suo nome, si fecero spazio nel suo cervello, così suggestive da creargli fremiti al basso ventre.
-Sai mi piacerebbe ritornare lì qualche volta...- esordì Lucy, la voce mescolata al cigolio dei cardini -Se per te non è un problema- aggiunse poi scostandosi ciocche bionde di capelli dietro l'orecchio, reclinò il capo osservando Nathan e sgranando appena gli occhi nel trovarlo assorto in chissà quale pensiero e sopratutto silente.
-Nathan?- lo chiamò congiungendo le mani, massacrando le chiavi tra le dita dal nervosismo.
-Si, scusa- farfugliò lui passandosi una mano dietro la nuca -Be certo, fai come vuoi..- le rispose asciutto, ferendola con quella sua apatia ma senza accorgersene dato che Lucy aveva serrato la mascella e tentato di irrigidire i muscoli del viso pur di non far trapelare nessuna smorfia dispiaciuta.
-Beth mi ha lasciato il suo numero, chiamerei comunque prima per accertarmi che tu non ci sei se trovarmi lì potrebbe crearti un qualunque tipo di fastidio...- sbottò comunque, vedendolo accigliarsi e guardarla torvo.
-Credo sia una buona idea- replicò bastardo e istintivo conficcando le unghia nei palmi nel vederla voltarsi verso l'uscio e borbottare qualche imprecazione.
Cazzo rovinava sempre tutto e forse in quel momento non voleva vederla andare via ma il suo orgoglio fu messo nuovamente a dura prova quando Lucy si fermò un istante per stringersi nelle spalle.
-Grazie- mormorò piano reclinando il capo per regalargli un sorriso sincero, leggendo nei suoi occhi tutta la gratitudine di quel gesto. Portarla in quella casa famiglia era servito a renderla un poco felice, a farle vivere nuovamente il calore famigliare e l'infanzia piena di affetto ormai persa per sempre, Nathan inconsciamente l'aveva fatto per questo e Lucy se ne era accorta.
-Non l'ho fatto per farti un favore, volevo andare già lì per assicurarmi della consegna avvenuta- le disse incrociando le braccia al petto gonfio di orgoglio, ignorando il brivido che gli percosse la schiena nel vedere Lucy voltarsi e osservarlo in tralice.
-Allora perché mi hai portato con te?- domandò nel stringere i pugni, registrando silenzio e frustrazione -Perché sei venuto qui?- gli chiese con qualche ottava di troppo suscitando in lui un certo nervosismo.
-Dici di odiarmi ma poi in quel letto ci siamo amati e cazzo non puoi dirmi di no perché Nathan in quello letto ci abbiamo fatto l'amore- continuò sempre più inferocita sotto lo sguardo impietrito di Nathan -Ma mi hai cacciato via dalla tua vita e va bene, lo rispetto perché in tutta questa storia la colpa è sempre stata solo mia, ma ritorni a cercarmi, mi sconvolgi, mi... mi...- Lucy imprecò un lamento, si concesse poi un sospiro per riprendere fiato -Mi fai impazzire... mi fai innamorare e poi mi fai soffrire, stai giocando ancora alla tua vendetta? E' questo quello che stai facendo? Continui a scommettere su di me finché non cadrò a pezzi?- domandò spezzando involontariamente la voce data la sofferenza in cui era piombata, i pugni sempre più stretti e negli occhi l'espressione perplessa di Natahn.
-Io no... non sto facendo questo!- ammise quasi con sdegno sobbalzando a quello spasmo di lei.
-E allora che cosa vuoi da me?!- finì nell'urlare battendo i palmi contro le cosce, trattenendo le lacrime di frustrazione a denti stretti.
Sospirò Nathan strofinandosi gli occhi tra pollice e indice -Ti devo parlare ok?- le rispose guardandola poi -Ti.. ti devo dire come stanno le cose- soffiò con voce incerta.
-Vuoi entrare?- domandò lei un po' stanca varcando poi la soglia di fronte al suo muto consenso, togliersi la giacca per abbandonarla su una sedia e voltarsi poi verso Nathan nel registrare il tonfo della porta.
Lo vide lì, a qualche metro da lei, la postura rigida e una certa incertezza nel masticare parole dal gusto confuso.
-Il mio psicoanalista...- incominciò a farfugliare agitando le mani in spasmi nervosi -il mio psicoanalista dice che è colpa tua se non riesco ad andare avanti, se non riesco a vedermi ciò che sono oggi e non Piggy- le disse agitato marcando tutto lo sdegno possibile in quel nomignolo tanto che Lucy ne provò vergogna, non riusciva a non sentirsi ancora sporca a causa di come l'aveva trattato anni prima e aprendo gli occhi, dopo averli serrati un istante, la perplessità si stampò sul suo volto.
-Psicoanalista? Nathan che vuoi dire con l'andare avanti?- domandò inquieta.
-Ecco lui dice che la causa del mio "non impegnarmi nelle cose" come uscire con le donne o comprare una casa siano dovuti a un blocco, tu sei la mia causa irrisolta e ciò non mi permette di affrontare tutto quello che viene nella mia nuova vita- le spiegò calmando anche la voce percependo da Lucy un quantitativo di sensazioni contrastanti.
-Non esci con le donne per colpa mia?- domandò istintiva agitandosi appena nel vederlo avanzare verso di lei, un battito di cuore capace di farla tremare impercettibilmente -No, solo se capita almeno, sono sempre loro a cercarmi... l'unica che ho cercato io sei tu- le rispose vedendo un lampo guizzare negli occhi scuri di Lucy.
-Ma non fraintendere, non è una sorta di ossessione per te, almeno in questi dieci anni sei stata un ossessione ma non era desiderio... era odio- disse subito temendo di apparire un pazzo psicotico, era conscio di essere instabile e paranoico a livelli forse un po' più alti della media ma non voleva spaventarla anche se, forse era da matti pensarlo ma negli occhi di Lucy aveva intravisto una luce nel raccontarle di quel suo poco interesse verso l'altro sesso inconsciamente a causa sua, almeno prima della parola odio.
-Capisco- rispose infatti stringendosi nelle spalle, un bruciore al petto l'aveva pervasa, come una stilettata direttamente nel cuore.
-Secondo lui l'unica cosa era affrontarti, dopo quello scherzo non l'ho mai fatto e ciò spiega la mia irrisoluzione verso di te-
-E quindi il tuo psicoanalista ti ha proposto di.. ecco fare quello che abbiamo fatto in sauna?- domandò senza guardarlo arrossendo le guance e sobbalzando nel sentirlo urlare un: -Cosa? no, no di certo- con un timbro di voce gracchiato e sopracciglia aggrottate.
-Lui mi ha consigliato solo di incontrarti, mostrarti ciò che ero diventato avrebbe gonfiato il mio ego, mi avrebbe fatto dimenticare una volta per tutte quella storia ma non era una semplice chiacchierata ciò che volevo...- le disse mozzando il respiro nel vedere sempre in quegli occhi la luce scomparire poco a poco -Volevi vendetta- aggiunse infatti Lucy con dispiacere.
-E cancellarmi una volta per tutte...-continuò poi stringendo tra le dita una porzione di tessuto all'altezza del petto nel capire ciò, nel capire che "l'andare avanti di Nathan" fosse dimenticarsi di lei, non perdonarla ma cancellarla e quel pensiero l'annientò, le spezzò il cuore perché no, lei non voleva.
Gli occhi le si gonfiarono di lacrime tanto da farle appannare la vista ma trattenne ogni dolore e guardandolo le tramarono le labbra.
-L'idea della sauna è venuta a me.. io volevo... non lo so nemmeno più che volevo Lucy, farti stare male non mi ha reso felice quella sera e sopratutto farmi dimenticare di te... anzi- aggiunse senza accorgersene creandole qualche speranza -Non c'era nessun altro piano, sei stata tu a cercarmi il giorno dopo e io mi sono fatto coinvolgere-
Le confessò vedendola arrossire appena, come a vergognarsi nell'essere stata un po' troppo audacie con lui e senza pensare andò ancora una volta a racchiuderle il polso tra le dita, quel gesto sembrava scattare a molla ogni volta che da lei percepiva sofferenza
-E' per questo che sei venuto? Lasciarmi nel passato? - domandò lei tremante, perché sapeva che Nathan non era una cattiva persona, a renderlo un mostro era stata solo quella stupida vendetta, forse era andato fin lì solo per accertarsi che stesse bene e incominciare finalmente una nuova vita senza più il suo spettro a perseguitarlo.
Si diede della stupida idiota, si era innamorata di lui in maniera così prepotente che ora non poteva che restarne devastata e ciò che rendeva il tutto più patetico era che se ne stesse accorgendo solo ora.
Ma nel percepire da lui esitazione, un bagliore di speranza ritornò a brillarle negli occhi e sollevando il viso a pochi centimetri dal suo, lo trattenne con le unghia, conficcandole nel tessuto di pelle che gli fasciava il petto nel vederlo indietreggiare appena.
-Aspetta... Nathan me lo devi dire se...- mormorò coraggiosa mentre il cuore le batteva forte al solo pensiero che nonostante tutto potesse ricambiare quel folle amore che lei provava.
-No... io ti odio ok? - fu la risposta di lui, più a se stesso che a una Lucy sempre più esterrefatta.
-Tu mi hai ferito... e..non so cosa diavolo mi hai fatto, mi sei entrata di nuovo in testa...- incominciò a farfugliare portandosi le dita a scarmigliarsi i capelli, sotto lo sguardo tacito di Lucy, almeno finché stanca non urlò quell'imprecazione di rabbia mista a dispiacere.
-Basta Natahn! Quante volte ancora dovrò scusarmi?-
-Non è mai abbastanza! Io ti amavo e tu...- ma si bloccò quando la vide portarsi una mano a reggere la fronte, scuotendola in uno sbuffo di risata, non voleva schernirlo e Nathan non s'infuriò proprio perché lo capì dallo sguardo serio di Lucy l'istante dopo.
-Nathan cosa amavi di me? Ero una stronza spocchiosa che nemmeno ti degnava di un saluto, era solo di un riflesso da te creato che ti eri innamorato-
E Nathan digrignò i denti, perché cazzo se aveva ragione, ma ciò non toglieva quel dolore che gli aveva inflitto quel giorno e tremando la vide avanzare verso di lui, lasciò che le catturasse il volto tra i palmi caldi e poggiare la fronte sulla sua -Non è un riflesso ciò che hai davanti oggi ma la vera Lucy, hai l'occasione di farti amare davvero... perché vuoi gettare via tutto?- gli sussurrò roca.
Nathan rimase immobile giusto un istante, il profumo buono di Lucy lo avvolse tutto e chinando poco il viso premette le bocca sulla sua, circondandole il busto tra le braccia forti per premersela contro, insinuando la lingua tra quelle labbra carnose e seducenti che fin dal primo istante in cui l'aveva rivista, aveva voluto baciare.
Si poteva amare e odiare insieme una persona? Al momento Nathan stava troppo bene immerso tra i suoi capelli biondi per domandarselo, sapeva che concedersi quell'attimo di pace non serviva a perdonare pienamente Lucy, ma sentire la pelle calda della sua schiena sotto le sue mani che erano andate ad insinuarsi all'interno della felpa e di come ansimava nella sua bocca, questo servì ad abbandonare ogni freno e dimenticarsi di tutto ciò che lo circondava, a parte Lucy.
Lei aveva scostato la bocca per premere le labbra contro la sua gola e regalargli un brivido caldo -Nathan. mormorò contro la sua pelle lasciandogli piccoli baci, assaporando il gusto selvatico di acqua piovana.
-Lo sò che non è abbastanza... ma non mi arrendo- lo rassicurò passandogli le dita tra le ciocche rosse per accarezzargli la nuca -Faremo un passo alla volta, niente di serio- lo informò tra un bacio e l'altro sentendolo mugugnare in una poco coriacea disapprovazione, no che non volesse ma Nathan al momento sentiva come se quella loro storia fosse pesata su una bilancia e l'ago andava ad oscillare da una parte all'altra.
-Un passo alla volta, con calma- ripeté lui guardando un istante una Lucy troppo bella con quelle labbra gonfie e la felicità stampata sul volto, felice per così poco, pensò prima di divorarle la bocca e afferrarla in modo che lei gli allacciasse le gambe intorno i fianchi e posarla lì, sul tavolo togliendole di dosso quel felpone che celava le sue forme piene e la sua pelle profumata di pesca mentre lei lo spogliava del giubbotto accarezzandogli a palmi pieni i pettorali ancora fasciati dalla maglietta aderente.
Lucy allargò le gambe in modo da sentire l'erezione pulsante di Nathan premerle contro il pube, infradiciarle gli slip mentre la baciava e le diceva qualcosa di sporco all'orecchio.
A Lucy piaceva sentire quelle parole cariche di perversione, la eccitava ascoltare Nathan che con voce roca la informava su quanto le era mancata sbatterla in quei giorni e reclinando il collo lasciò che le marchiasse anche quello con morsi voraci mentre con le dita le risaliva la schiena fino ad arrivare ai gancetti del reggiseno e sfilarglielo poi via.
Guaì Lucy inarcando la schiena e conficcando le unghia al bordo del tavolo quando Nathan le afferrò i seni, titillandole i capezzoli già turgidi con la lingua, gemendo il suo nome gli strattonò i capelli attorcigliandosi tra le dita quelle ciocche rosse fino a fargli sollevare il viso verso il suo, leggendo dai suoi occhi un potente desiderio.
L'afferrò ancora e stretti in un groviglio di braccia, baci e sospiri pesanti, insieme e sotto le direttive di un ansimante Lucy, si precipitarono in camera da letto.
-A-aspetta- gli disse lei nel fermare Nathan da gettarla sul letto -Voglio farlo lì... su quella poltrona- sussurrò maliziosa notando le narici di Nathan dilatarsi e sbuffare tra le labbra una sorta di ringhio eccitato, l'assalì ancora catturandole la bocca con la sua. Labbra sode e umide si mossero sulle sue, non proprio con prepotenza ma con famelicità e se con un braccio la sosteneva ancora, con le dita dell'altro le strattonò i leggings fino a scoprirle il sedere e farglieli togliere a lei con i piedi.
Si caracollò sulla poltrona con Lucy sempre addosso, a cavalcioni su di lui ancheggiava vogliosa sfregando il sesso, coperto solo da un triangolino di stoffa bianca, contro quello di Nathan ancora dolorosamente intrappolato tra boxer e jeans.
-Ho fantasticato che mi scopavi su questa poltrona- gli spiegò perversa schioccando la lingua nelle più maliziose delle affermazioni nell'afferrargli i lembi della maglietta e levargliela via, gettandola in qualche punto remoto della stanza.
-Come vuoi tu- approvò lui inclinando il capo di lato, avvolgendola tutta con quello sguardo affascinante, lasciando che Lucy armeggiasse con la sua cintura e infilarci dentro una mano mentre con l'altra gli circondava il volto, catturandoglielo con un palmo pieno e sporgersi poi verso le sue labbra, baciarle, morderle mentre lo masturbava facendolo gemere nella sua bocca.
Con le dita, Lucy gli stimolava il membro sempre più turgido e quando ormai entrambi erano al limite della sopportazione si sollevò appena con le ginocchia sfilandosi gli slip.
-Non ho il preservativo- l'avvisò lui con la frustrazione a divorarlo e le mani di Lucy a strattonargli boxer e jeans fino a metà coscia.
-Uso la pillola- lo tranquillizzò lei allargando un sorriso divertito nel vederlo quasi esultare e assicurarla dicendole che:- Se ti giurassi che pratico sesso sicuro quella rara volta che mi concedo a qualcuna e che sono sano potremmo...-
-Si- rispose Lucy, calandosi su di lui, facendosi impalare dal suo membro duro, sentendosi riempire centimetro per centimetro da quel pezzo di carne turgida fino a riempirla tutta, fino a mozzarle il fiato e gemere il suo nome.
Lucy prese fiato muovendosi poi lentamente, aumentando gradualmente il ritmo e saltellando sulla virilità di Nathan che in preda alla goduria le aveva posato le mani sui glutei, impastandoglieli e spronandola a continuare sempre più forte.
Un gemito gli lacerò la gola quando la sentì contrarre i muscoli, il suo membro gonfio venne stritolato tra le sue pareti, completamente inghiottito dall'antro bollente di Lucy.
-Lu- riuscì ad articolare ricevendo in risposta un flebile: -Si- era difficile per lei riprendere fiato con Nathan che pulsava dentro di lei, colmandola.
-L'altra volta quando abbiamo fatto l'amore... non è mai stato così con nessuna altra... pensavo che dovessi saperlo- una specie di sorriso comparì sul suo volto arrossato e deformato dal piacere -Non è mai stato così- affermò ancora, finalmente consapevole anche a se stesso.
Lucy ansimò, sopraffatta e sbalordita da quella confessione -Neanche per me- ammise tremante conficcando le unghie nei muscoli della schiena di Nathan nel venire nel più appagante degli orgasmi, abbandonandosi a lui.
Nathan la raccolse tra le mani, sfilandosi da lei la prese in braccio raggiungendo il letto e adagiandola su di esso, spogliandosi di jeans e boxer in un solo strattone, sovrastandola la voltò mettendola a carponi in modo da premere il petto contro la sua schiena e sprofondare con facilità dentro di lei, spingendo il membro turgido contro la sua fessura dilatata e bagnata di umori.
Il desiderio divampò in lui e ringhiando di voglia iniziò a spingere velocemente. La sensazione dei fianchi di lei su e giù, le forti controspinte, gli ansiti e l'implacabile voglia di raggiungere l'estasi insieme a lei, Lucy mugolava di piacere nel sentire nuovamente l'eccitazione scorrere nel suo ventre.
Le baciava il collo mentre furioso si spingeva in lei, avvolgendola tra le braccia per tenersela stretta, colpendola con il suo fallo ormai prossimo all'orgasmo, lo schiocco di carne contro carne sovrastò il battito di cuore che gli pulsava nelle orecchie e avvertendo i muscoli del sesso di Lucy contrarsi e stritolargli il membro conseguito poi da quel suo urlo acuto a causa del piacere appena avvertito, Nathan raggiunse l' orgasmo in un ultima spinta selvaggia, sentendo l'estasi scorrere in modo così brutale e sconvolgente da rimanere pietrificato in una travolgente overdose di piacere mentre finiva di svuotarsi dentro di lei, invadendole di sperma caldo il ventre.
Si sfilò piano, baciandola tra le scapole, accasciandosi accanto a lei e mimando con le labbra una sorriso nel sentirla ridacchiare appagata. Lucy rotolò verso di lui, circondandogli il corpo con braccia e gambe -Questa volta mi abbracci- mormorò senza accettare risposte contrarie.
E Nathan si accoccolò meglio a lei annuendo appena, era sereno e ad occhi chiusi si fece cullare dal suo respiro ancora un po' troppo accelerato sprofondando insieme nel sonno....

continua...

A sexy challengeWhere stories live. Discover now