17.

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Non era passata nemmeno una settimana e Harry era di nuovo andato in crisi. Harry pensava che Louis non se ne fosse accorto, ma invece lo aveva fatto. Si era accorto di tutte le volte che il sorriso di Harry aveva vacillato e la sua espressione si era sbriciolata. Aveva notato il modo in cui la voce di Harry si era spezzata e tutte le volte che il colore dei suoi occhi era sfumato in qualcosa di così triste e abbattuto che aveva fatto inciampare Louis nelle sue stesse parole ogni volta che aveva tentato di consolarlo. La cosa peggiore era che Harry continuava a insistere dicendo di stare bene persino quando era evidente che non stesse bene, persino quando stava per scoppiare a piangere. Louis gli chiedeva cosa c’era che non andava perché –cazzo-, voleva solo che Harry fosse felice, ma in fondo sapeva che non poteva fare nulla per qualunque cosa avesse. Era come qualcosa che Harry non riusciva nemmeno a spiegare a se stesso, quindi si limitava ad asciugarsi le lacrime e dire “Non è niente. Sto bene.” E ogni volta, Louis non riusciva a dire ciò che voleva dirgli veramente. Quindi, finiva ogni volta con digli “Ti amo” perché faceva sempre spuntare un sorriso sul viso di Harry che durava un po’. In momenti come quelli, restavano vicini senza preoccupazione o tensione.

Louis passò una mano sulla pelle morbida della schiena di Harry. Harry rimase immobile, il suo petto che si alzava e abbassava con i suoi respiri profondi. Louis si inginocchiò sul letto, appoggiandosi cautamente su Harry. Lasciò le sue dita immergersi in mezzo ai suoi riccioli sulla base del collo di Harry. “Harry” disse dolcemente, lasciando cadere la mano.

“Hmm?” mormorò, girando la testa per guardare Louis.

“Sto uscendo.”

Harry si sfregò gli occhi pigramente, ancora parecchio assonnato mentre gli chiedeva “Dove stai andando?”

“Al lavoro, stupido” si sedette a gambe incrociate vicino a Harry e gli spostò i capelli dalla fronte.

“Oh. Ok.” Harry sorrise, tirandosi su e mettendosi seduto. “Quando torni?”

Louis diede un bacio veloce a Harry mentre si alzava di nuovo dal letto. Odiava lasciarlo lì, quindi di solito lo faceva il più veloce possibile, come quando si toglie un cerotto. “Presto. Stai ancora a letto. Zayn probabilmente sarà a casa, ma non credo che ci resterà tutto il giorno, quindi ricordati solo di chiudere la porta a chiave se esce perché lui si dimentica sempre.”

Harry afferrò la mano di Louis mentre si allontanava dal letto. “Può venire Niall così non sto da solo?” i suoi occhi erano ancora addormentati e i suoi capelli erano arruffati in maniera a dir poco comica.

Ed ecco che Louis avvertì il desiderio di strapparsi i vestiti di dosso e tornare dritto a letto perché a volte Harry era troppo adorabile. Chiuse gli occhi, perché se avesse continuato a guardarlo, avrebbe ceduto e avrebbe saltato il lavoro che aveva iniziato solo una settimana prima, senza alcun valido motivo. “Non devi neanche chiedermelo. Basta che non esci” ripetè, perché era quello che gli diceva ogni giorno. “E fate i bravi voi due.”

“Va bene” disse Harry, trascinandosi fino al bordo del letto per dare un altro bacio a Louis. “Ti amo.”

“Ti amo anch’io.” Sulla soglia, Louis mandò un bacio ad Harry che arrossì, tornando sotto le coperte.

Bittersweet Pill - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora