22.

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È una strana sensazione quella di avere qualcosa di concreto su cui stare in piedi dopo tutto questo tempo su un terreno instabile.

Ogni giorno era una scommessa, imprevedibile, una possibilità di cadere a pezzi o tenere duro, vivere o morire. Avere una routine era qualcosa a cui Harry dovette abituarsi. Svegliarsi sempre alla stessa ora, vedere le stesse persone, fare le stesse cose tutti i giorni è noioso ma sorprendentemente produttivo. Una volta che Harry smise di opporsi alla routine, tirandosi la coperta sopra la testa e rifiutandosi di lasciare la stanza che condivideva con altre due persone, realizzò che lì era più libero di quanto non lo fosse mai stato. Si stava solamente trattenendo. Gli ci vollero settimane ad abituarsi, ma dopo due mesi di trattamento si sentiva molto meglio rispetto a quando aveva cominciato. Aveva una certa diffidenza, ovviamente, nei confronti di tutte le persone che non lo conoscevano nemmeno ma erano così disposti ad aiutarlo. Vedeva tre persone alla settimana; una con cui parlare in gruppo, una con cui parlare della sua vita, e un’altra con cui parlare della sua ‘diagnosi’ e dei suoi ‘sentimenti’. Queste persone hanno dato dei nomi a ciò che Harry provava: depressione, bassa autostima e ansia, che erano parole che aveva già sentito parecchie volte, parole che capiva, ma che non aveva mai pensato di associarle a se stesso perché era completamente coinvolto in un’altra cosa che gli avevano insegnato: la dipendenza.

Harry aveva provato qualche volta a mentire a se stesso e dire che non voleva più le pillole, ma ogni volta chiunque riusciva a percepire la verità tra le bugie. A volte le voleva ancora, proprio come a volte si sentiva ancora estremamente triste, inutile e orrendo da non volersi più svegliare. In momenti come quelli, ricordava a se stesso che non gli sarebbe passato tutto in una notte. Aveva sentito la frase ‘è un processo’ così tante volte che ormai era impressa nella sua memoria.

La maggior parte si trattava di dover semplicemente parlare, cosa che non faceva proprio impazzire Harry, specialmente quando doveva farlo con persone che non conosceva. Avevano cercato di farlo sentire a suo agio, evitando domande come ‘cosa ti va di fare’ perché la risposta sarebbe stata ovvio. Avrebbe voluto prendere un mix di pillole; quello che il motivo principale per cui lui era lì. Quindi, saltavano sempre questa parte e parlavano del tipo di persone di cui Harry solitamente si circondava. Aveva detto alla dottoressa Lowry che aveva solamente due veri amici e non era nemmeno sicuro che fossero ancora sua amici. Quando la dottoressa Lowry gli aveva chiesto il perché, Harry aveva semplicemente risposto, ‘Perché io rovino tutto.”

Harry era entrato in riabilitazione tre giorni dopo essere uscito dall’ospedale; Louis non aveva provato a parlare con lui e Niall era anche lui appena stato rilasciato dall’ospedale. Voleva che fossero lì per vederlo un’ultima volta, ma sapeva che non si sarebbero presentati se lui non si fosse preoccupato di invitarli. C’erano solamente sua madre e sua sorella, entrambe che provavano risentimento nei suoi confronti per essere stato una testa di cazzo ma che cercavano di non darlo a vedere, coprendolo con la preoccupazione. Era felice di allontanarsi da loro, a dire il vero; avrebbe solamente voluto che Niall e Louis fossero stati lì ad attutire il colpo.

Harry aveva parlato dell’incidente perché era inevitabile. Aveva parlato di quanto si era sentito in colpa, di quanto aveva avuto paura di perdere Niall come amico perché non era stato niente meno che di supporto per lui. La leader del gruppo, Sarah, e altre persone del gruppo avevano incoraggiato Harry a scrivere una lettera a Niall, dicendogli come si sentiva e chiedendogli di venirlo a trovare. Dopo aver scritto due frasi della lettera decise che sarebbe stato più facile chiamarlo. Aveva solo paura di sentire la voce di Niall; aveva paura di sentire qualcosa simile al risentimento o alla delusione o qualcosa di diverso dal solito tono scherzoso che Niall usava spesso. La chiamata fu breve e semplice ma fece comunque desiderare a Harry di sotterrarsi e non uscire più. “Mi dispiace” aveva detto Harry. “Anche a me” aveva risposto Niall, e Harry se n’era uscito fuori con “Vuoi venire a trovarmi” prima di perdere il coraggio.

Bittersweet Pill - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang