Capitolo 6

1.1K 40 1
                                    

Quella mattina la pioggia era tornata a minacciare il cielo di Madrid.

Quando Victoria aveva messo il piede fuori casa, aveva alzato gli occhi verso il cielo che non prometteva nulla di buono. Si stava avvicinando ormai Novembre, e quelle settimane erano state sicuramente le più fredde dalla fine dell'inverno precedente.

Mentre ci pensava raggiungendo la sua macchina nel parcheggio, non si accorse di una persona che correva nella direzione opposta e che inevitabilmente le venne addosso in uno scontro violento.

Victoria sgranò gli occhi spaventata.

Era un ragazzo, mai visto prima, forse della sua età o un po' più giovane. Le puntò gli occhi di ghiaccio che aveva addosso per chiederle scusa.

"Oddio scusi! Non l'avevo vista!!!" esclamò preoccupato. "Spero non si sia fatta male."

Victoria lo osservò dapprima senza rispondergli: sembrava non conoscerla né lei conosceva lui. Non sembrava un paparazzo, né un fan, né un giornalista pronto a saltargli al collo con qualche domanda sulla sua vita privata. Tanto meglio.

"No no non si preoccupi" disse poi.

"Comunque piacere sono il nuovo vicino." sorrise lui.

Victoria lo guardò. Quel sorriso le ricordò subito quello di Sergio - ovviamente non era proprio uguale però aveva qualcosa di familiare.

"Ah quello dell'appartamento di fronte al mio."

"Terzo piano?"

"Esatto."

"Sì sono io. Era vuoto da tempo."

"Era ora che qualcuno lo riempisse! Piacere, Victoria Sanz."

Si strinsero la mano mentre già si sentiva qualche tuono in lontananza. Brutto segno?

"Thomas Ramirez. Puoi chiamarmi...Thomas."

"E tu puoi chiamarmi...come vuoi tranne Vic. Ti prego."

Il ragazzo si mise a ridere. "Anche mia sorella si chiama Victoria e anche lei odia il soprannome Vic. Perciò me lo ricorderò.."

Victoria annuì. "Bravo ragazzo!" si soffermò un momento prima di parlare di nuovo. Aveva sentito qualcosa di strano nel suo modo di parlare. "Non sei di Madrid?"

"No. Si sente vero?" sospirò lui "E' una cosa che a voi madrileni non piace...lo so.." disse rassegnato.

"Sei..."

"Siviglia. Conosci?"

Victoria si sentì morire. Perchè ogni volta che conosceva qualcuno veniva sempre e comunque da Siviglia? Era un complotto contro di lei e i suoi ricordi. L'altra nota familiare che aveva notato oltre al sorriso, era quindi la parlata andalusa a lei tanto nota.

"Come no! Mia figlia è nata lì." sorrise.

"Davvero?? Tua figlia? Accidenti quanti anni hai?"

"Quasi venticinque."

"Accidenti, sai che ne dimostri molti di meno?" sorrise sincero.

"Grazie. Conservati il commento per quanto ne compirò trenta o quaranta e dirò sempre di averne venticinque!" scherzò Victoria lusingata. Le stava simpatico a pelle, era una persona cordiale e gentile come pochi ne aveva incontrati durante quei mesi.

"Tua figlia quanti anni ha?"

"Sette mesi."

"Oh fantastico. Se tutte le mamme fossero belle come te dovrebbero esserci più figli in giro!" sorrise.

Nuestro amor será leyenda (II parte) || RamosWhere stories live. Discover now