Capitolo 4

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"No" è la frase che il mio subconscio continuava a ripetermi.
"Emma..." disse ancora lui, nervoso, ed io mi obbligai ad annuire.
"Che carina piange di gioia! Si vede che è innamorata persa!"sentii dire dalla folla.
Le mie non erano lacrime gioia, erano lacrime di dolore, e sì ero innamorata, ma non di Fabio.
Il mio fidanzato mi afferrò la mano e mi infilò quel costosissimo anello, avvicinandosi poi alle mie labbra, ma io mi spostai d'un lato, porgendogli una guancia, e abbracciandolo.
"Scusate ho bisogno d'un po'd'aria..." dissi correndo verso l' uscita dove trovai Mattia, solo, con il viso rivolto verso il pavimento ed un pugno poggiato al muro, sopra la testa.
"Cazzo!" lo sentii imprecare e mi costrinsi a smettere di piagere.
"Sto impazzendo!" imprecò battendo un pugno contro il muro, sussultai; mi meravigliai della sua reazione:<Che gli è successo?>
"Emma." mi chiamò, risquotendomi dai miei pensieri,  incrocia i lo sguardo con il suo.
"Io vado, forse è meglio..." cominciai a dire abbassando il viso e stringendo quell'anello tra l'pollice e l'indice.
"Aspetta!" con passo felpato mi raggiunse velocemente, impedendomi di parlare; una sua mano mi accarezzò il viso ed io chiusi gli occhi improvvisamente più calma e tranquilla.
"Perchè hai pianto?" chiese ormai nervoso.
"Perchè sono i 31 anni peggiori che potessi festeggiare! Ho una festa di fidanzamento con un damerino che nemmeno voglio sposare! Ho accettato un'umiliazione pubblica con quella cazzo di proposta, mentre io volevo che..." mi bloccai d'improvviso, non potevo continuare la frase. Il vino mi allunga fin troppo la lingua.
"Un compleanno del schifoso ok? Non potevo desiderare di peggio! Se mi fossi impegnata a rovinarmi la vita non ci sarei mai riuscita così bene!" gli urlai contro sfogando tutta la rabbia che provavo in quel momento e come a lenire il mio dolore e la mia rabbia, le labbra di Mattia si posarono sulle mie, un balsamo per il mio cuore.
Mi baciava dolcemente, le sue braccia si stringevano alla mia vita, le mie mani si poggiavano delicate sulle sue guance, solleticate dalla sua barbetta.
"Ti prego vieni via con me, dimentica il resto della giornata, metti questo anello in tasca e vieni via con me. Festeggiamo il tuo compleanno assieme. Da migliori amici. Con benefici." aggiunse l' ultima frase facendomi ridere.
"Portami via." mi limitai a rispondere ed in un attimo finii con le gambe attorcigliate al suo a bacino e le braccia attorno al suo collo, mentre la testa si poggiava sulla schiena.
"Sei un koala da oggi?" mi domandò aprendo l'auto e posizionandosi al suo posto. "Se i koala te lo fanno alzare, allora sì!" gli dissi ed entrambi scoppiammo a ridere.
"Puoi non portarmi più a casa?" domandai sbuffando.
"Dobbiamo prendere una torta!" strillò di punto in bianco facendo scoppiare entrambi in una fragorosa risata, mentre, a tutto gas, si diresse verso il supermercato più vicino.
"Abbiamo due minuti!" disse scendendo dall' auto, che aveva messo nel parcheggio del centro commerciale, e cominciando a correre come un forsennato, seguito da me.
"Eccoci!" esclamò davanti ad una cassa in pronta chiusura.
Pagammo tra le risate e sotto lo sguardo interrogatorio della cassiera una torta -annesse candeline- del vino, e dei bicchierini in plastica; cominciammo poi a correre per il parcheggio desolato e tra le risate, con il mio abito e i tacchi, tentavo di non volare con la faccia a terra.
Mi sentivo libera, finalmente leggera; mi sentivo ragazzina e presa da un raptus di pazzia, stufa della mia corsa da cretina, mi blocca i per slacciare quei dannati a si mi sandali.
"Mi piaceva la tua corsetta da pinguino con la labirintite!" rise con un leggero affanno, poggiando la varia roba sul cofano dell'auto.
"Vaffanculo!" incrociai le braccia al petto, altro che fiatone, per me era stata una passeggiata.
"Cazzo ho dimenticato il coltello e i piattini!" si battè una mano sulla fronte ed io scoppiai a ridere.
"Famo 'na cosa, passiamo per casa mia e poi continuiamo er tour." mi porse la torta, buttando con scarsa grazia il resto nei sedili posteriori.
<Il vino.> pensai, roteando gli occhi nel mio subconscio.

"Metti la musica però! Che cazzo di festa ti pare se non c'è musica?!" rimproverai il mio salvatore, rise sotto i baffi, fingendosi comunque seccato.
"Senti capo, ma un CD decente non lo hai? Musica rap per depressi no cazzo! E nulla a togliere a Venditti ma me vojo muove!" continuai rimettendo via i suoi CD.
"Senti Miss. C' hai er bluetooth: usalo." cercò di fingersi scocciato ed io feci come mi disse, mettendo subito musica movimentata.
"Teso' me sta a partì l' ormone. Datte na calmata." mi disse serio abbassando il volume della musica.
"Minchia che palle!" sbuffai cambiando playlist.
"Vuoi venire dentro o faccio io?"- mi domandò, parcheggiando fronte casa sua.
"Se entro, non usciamo più!" risi e lui recepì il messaggio uscendo appena 5 minuti dopo.
"E ora dove mi porti cavaliere?" risi, mentre lui metteva in moto. -"Andiamo al mare vecchia." mi rispose con l' intento di irritarmi.
"Cretino!" gli battei un pugno su una spalla e lui rise rumorosamente -"Madò' io te salvo da quella noiosissima serata e tu mi scassi le balle? Pfh!" si finse offeso ed io gli presi il viso, mentre ancora guidava, avvicinando la sua guancia alla mia bocca e gliela morsi.
"Cretina" scosse la testa pulendosi.
"Mi offendo"- dissi in tono da bambina. -"Non sia mai!" rispose lui con tono teatrale facendomi ridere ancora.
"Grazie"- tornai seria e lui sorrise.-"Non devi ringraziarmi"-"Mattia stai rendendo il compleanno più brutto, il compleanno più bello. Grazie davvero. Ti voglio troppo bene." gli dissi appoggiando la mia mano sulla sua che si trovava sul cambio.
"Anche io Mimma, siamo diventati migliori amici agli occhi degli altri solo per giustificare le continue uscite e siamo finiti per diventare davvero migliori amici, oltre che scopa amici."-"Non definiamoci più scopa amici, mi sa' troppo di troia." dissi sincera, alle volte mi ci sentivo per davvero.
"E come dovrei definirci?"-"Nemmeno amanti aiuta." puntualizzai prima che parlasse.
"Facciamo che siamo semplicemente noi ok?" distolse per un attimo lo sguardo dalla strada e mi sorrise.

"Quanto manca?" domandai dopo non so' quanto tempo passato a ridere e scherzare.
"Siamo arrivati" mi disse parcheggiando e prendendo la roba.
"Aspetta ti aiuto!" gli dissi levando i tacchi e lanciandoli più avanti sulla sabbia.
Eravamo seduti su una tovaglia e la torta con il vino erano al centro di essa, mentre io e lui eravamo ai lati opposti di essa.
"Senti sono scomoda da morire così, fammi togliere il vestito." dissi alzandomi.
"No! Aspetta! Metti questa!"-mi disse sbottonandosi la camicia.
"Se resti in perizoma e senza reggiseno non festeggiano un cazzo e ti sbatto vicino alla tua torta di compleanno." disse serio ed io arrosí violentemente.
"Emma senti..."

Ciao a tutti! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!💋
Spero di avervi dato una buona notte❤
Che dovrà dire Mattia ad Emma?💞

CHE SIA TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora