Capitolo 39

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Era passato un mese appena, era stato difficile per entrambi.
Lei al canto suo faceva ancora fatica ad immaginare il suo uomo tra le mani di un'altra, e per questo spesso si arrabbiava con lui, senza che  le potesse nemmeno dare l'occasione di farla arrabbiare.
Mentre si baciavano ogni tanto le veniva in mente lui con un'altra, si staccava lo guardava in cagnesco e si tratteneva con tutta se stessa dal tirargli uno schiaffo. Certo era in confusione a causa degli ormoni ma in ogni caso tentava di non mettergli le mani addosso: aveva sempre pensato fosse ingiusto.

"Perché le ragazze devono avere il diritto di prendere a schiaffi i propri uomini? È giusto che gli uomini non lo facciano, ma non per questo noi donne siamo giustificabili.
Parliamo di parità? Allora tu non le metti addosso a me e io non lo faccio con te." diceva mettendo il labbruccio, facendo tenerezza a Mattia, che l'abbracciava, intuendo che ormai si era calmata.

Ogni volta lui la seguiva, lei si arrabbiava, lui tirava fuori con maestria il fatto che lei avesse una voglia tremenda di prenderlo a schiaffi e lei cominciava con il suo lungo discorso, cadendo consapevolmente nella sua trappola.

Alla fine bastava poco per persuaderla, era anche incinta, quindi più eccitata del solito e più vulnerabile a lui...

Il grande problema era che Mattia non si fidava di ciò che almeno il settanta percento dei libri sulle neomamme che avevano letto assieme diceva. Non si fidava dei forum per neomamme, non si fidava neppure del parere del ginecologo.
Aveva deciso che fino alla nascita della bambina non avrebbe fatto nulla con Emma.

Gli costava, gli costava tantissimo, ma era davvero terrorizzato: non avrebbe mai potuto mettere in pericolo la loro bimba.

Il grande problema era che con quel gran pancione la trovava ancora più bella. Con quel pancione si sentiva quasi più suo, la sentiva più sua. Ora aveva come una scusa meno egoista per tenerla per sempre al suo fianco. Ora poteva essere sua per almeno altri 18 anni. Non avrebbe avuto via di scampo e si riferiva ad entrambi.

Ora, una mattina, non poteva più alzarsi e decidere che lui non era fatto per Emma, perché se anche così fosse stato, lui ora era padre. Aveva il dovere di essere fatto per Emma.

Niente più scuse.

L'idea, però, di essersi perso quasi cinque mesi di quella gravidanza lo tormentava, ogni tanto faceva degli incubi al riguardo e quando si svegliava Emma era lì, ad accarezzargli il viso, con lo sguardo assonnato e i capelli arruffati sulla testa, ma con le mani su di lui, con le mani sulla loro bambina.

Una volta si era svegliato in lacrime da un incubo, non ricordava esattamente cosa avesse sognato, ma forse preferiva non ricordarlo... Lei era scoppiata in lacrime a sua volta e si era stretta a lui (per quanto le fosse possibile, per via di quell'ingombrante pancione).

"Perdonami, per favore, perdonami Mattia. Io non dovevo, non farò mai più una cosa del genere, te lo prometto. Non ti lascerò mai. Mai." glielo aveva detto tra i singhiozzi, mentre il petto nudo di Mattia veniva bagnato dalle lacrime di lei.

Lì per lì era rimasto interdetto, era ancora scosso dal suo risveglio, ma ancora più scosso dalle reazione di Emma... Dopo qualche attimo di esitazione circondò il suo corpo con le braccia e prese ad accarezzare i capelli, baciandole il capo.

"Amore mio..." sussurrò non trovando le parole giuste. Era ancora arrabbiato per quella faccenda, ma non gli sembrava leale farglielo pesare, perché anche lui aveva sbagliato e lei stava cercando di andare avanti, e se ogni tanto perdeva la testa era colpa in buona parte della gravidanza...

"È tutta colpa mia se stai così. Ti faccio solo soffrire..." aveva singhiozzato Emma, e Mattia aveva sentito il cuore stringersi.

"Non dire stupidaggini. Tu e la nostra bambina siete le cosa migliore che mi potessero capitare. Io vivo per voi." le aveva improvvisamente alzato il viso, volendo incontrare i suoi occhi. L'amava ed era la sua vita. Lo doveva capire.

"Se io ti avessi scelto da subito..." sussurrò.

"E tu che ne sai?"-"Mi ricordo tutto... Credo. Cioè ricordo molte cose." improvvisamente sul viso di Emma, come su quello di Mattia si era acceso un sorriso.

"Davvero?" l'aveva guardata con occhi sognati lui e lei aveva annuito entusiasta.

"Davvero. Mi ricordo tutto. Dal momento in cui mi sono innamorata, al momento in cui me lo sono dimenticata." il suo sorriso si era un'attimo spento al ricordo di quella brutta tragedia, ma le labbra di Mattia sulle sue sistemarono le cose in un batter d'occhio.

Si fiondò sulle sue labbra regalandogli un bacio bellissimo che sapeva d'amore, felicita, dolcezza e un pizzico di desiderio represso.

Si mancavano da morire.

Erano passati esattamente cinque mesi da quando Mattia non la toccava come voleva. Erano passati cinque mesi da quando Emma non sentiva Mattia parte di se in quel modo. Mancava ad entrambi. Tantissimo.

"Ti supplico..." aveva mugolato Emma, esasperata da quella fastidiosa situazione.

"Emma..." gemette Mattia, preso alla sprovvista dalla mano di Emma che si era posata sui suoi boxer.

"Sei una stronza..." ansimò ancora, portandola sotto di se e ridendo assieme a lei, constatando la notevole distanza tra i loro corpi. Il pancione di Emma era davvero grande e lei ogni giorno pregava in aramaico perché non le venissero quelle smagliature che tanto odiava, né sul seni, né sul ventre.

Fin ora hanno funzionato.

"Sono così grassa che non riusciamo nemmeno a stare l'uno sopra l'altro in maniera decente!" rise lei, seguita da lui, che le accarezzò il viso.

"Non sei grassa. Sei semplicemente bellissima amore mio." le aveva sorriso con una dolcezza infinita, tanto che ad Emma si sciolse il cuore nel vederlo così. Era tutto suo. Era il suo uomo, ed era lì per lei e per al loro bambina.

"Beatrice."  aveva poi detto Emma guardandolo negli occhi. Non avevano mai discusso del nome. Avevano avuto davvero tante cose a cui pensare in quelle due settimane.

"Beatrice..." aveva ripetuto lui, pensieroso, stendendosi poi al fianco di Emma.

Si era bloccato, fissando il soffitto, poi in un lungo respiro aveva chiuso gli occhi.

Nel mentre Emma lo guardava confuso, non capendo esattamente cosa passasse per la testa a quel ragazzo di cui era così follemente innamorata.

"Beatrice." lo aveva detto con un sorriso, il tono era quello di un'affermazione, gli occhi poi si erano posati su di lei che in un secondo aveva capito tutto.

Ciao a tutti!❤
Eccomi dopo una lunga attesa dovuta a mancata ispirazione; spero che il capitolo vi paiccia e mi dispiace informarvi che credo ormai la storia si giunta quasi al suo termine🌙
Al riguardo volevo però informarvi del fatto che, probabilmente , comincerò una nuova storia, questa volta  però, non bremma.
Al prossimo capitolo🌹

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