Capitolo 35

597 27 4
                                    

A risquotermi dai miei pensieri è la suoneria del mio cellulare, sul quale in nome di Sara mi ricorda che si è fatto tardi e che lei sarà preoccupata.

"Sara, scusa. Mi sono trattenuta troppo. Sto tornando a casa."

"Emma, tesoro. Ero solo preoccupata."

"Scusami tanto..."

"Tranquilla. Qualcosa non va?"

"Ti racconto tutto a casa..."

"Va bene tesoro."

Al ricordo di noi due assieme ho il magone, una volta Mattia ubriaco mi piaceva: era dolce, passionale... Oddio, mi faceva incazzare, ma non mi importava.

Il Mattia ubriaco che invece avevo conosciuto dopo l'incidente mi faceva paura, davvero tanta paura.

Più di una volta temetti potesse farmi del male fisico, anche se credo che in fondo sapessi che, per quanto ubriaco, fatto, arrabbiato, non mi avrebbe mai messo le mani addosso o in ogni caso è la convinzione con cui mi piace andare avanti, perché se dovessi cedere al solo pensiero che Mattia potrebbe fare del male a me, a nostra figlia...

Non riesco a dire di essere incinta di nostra figlia, senza che un senso di angoscia mi opprima.

Lui nonostante tutto dovrebbe sapere che tra tre mesi e mezzo diverrà padre, che avrà una bambina dagli occhi come i suoi da proteggere e da difendere.

Diventare padre era il suo sogno ed ora avevo così paura di lui, ero così arrabbiata con lui che non avevo il coraggio di vederlo, di parlargli.

Averlo visto, averlo sentito oggi è stato devastante e ho capito soltanto che vuoi o non vuoi io senza di lui non vivo.

In questi mesi ho sempre sognato il momento in cui gli avrei detto che saremmo diventati genitori...

Mi piace immaginare di averlo scoperto insieme a lui, e di aver fatto il test di gravidanza attendendo nervosa il risultato, mano nella mano con Mattia.

Mi piace immaginare che lui mi dicesse che in ogni caso mi avrebbe amata sempre e comunque e che se fossimo diventati genitori avrebbe accolto un bambino molto più che volentieri.

Avrei voluto piangere emozionata tra le braccia del mio uomo nel momento in cui il test sarebbe risultato positivo e non piangere tra emozione e amarezza un figlio che ho amato sin dal primo istante.

E in fondo una piccola parte di me spera che ciò che aveva detto Francesca sia vero... In realtà spero con tutta me stessa che ci sia una spiegazione, un qualcosa che lo giustifichi.

Voglio convincermi del fatto che si sia impegnato per me; impegnato a cercarmi.

Perché voglio poter cedere alle sue scuse, quando, se, mi guarderà negli occhi e mi spiegherà tutto, mi dirà che mi ama e che vuole questa bambina.

Perché tutto quello di cui ho bisogno io adesso sono le due braccia attorno al mio corpo; tutto quello di cui ho bisogno è lui; la rabbia che sentivo a casa di Francesca ora sembra quasi scomparsa, lasciando spazio nuovamente a quell'enorme vuoto che mi aveva lasciato e che solo lui è in grado di colmare.

<Centomila vite fa,
Inseparabili,
Ora dove sei, adesso cosa fai,
D'improvviso penso a te
D'improvviso penso
Che ti vorrei sentire anche solo un'istante>

CHE SIA TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora