Capitolo 10

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-"Se ti dicessi che mi mancavi così tanto che ora sono a New York, mi crederesti?"

Mi aveva scritto per messaggio ed ho sentito il cuore esplodere. Erano due giorni che mi trovavo in quella meravigliosa città, mi ero letteralmente innamorata di Central Park e dei negozi sparsi ovunque.
Mi ero rifatta totalmente l' armadio e fui anche costretta a comprare due nuove valigie per portarmi i vestiti dietro.

"No"

Avevo risposto e lo pensavo davvero, non ci credevo e mai ci avrei creduto.

-"Allora ti ci faccio credere io, ad esempio, prova a levarti quelle dannate cuffie e goderti davvero Central Park"

Mi scrisse e mi bloccai un attimo, sentii due braccia avvolgersi attorno al mio addome scoperto e sussultai.
"Mattia?!" mi allontanai stupita, trattenni con tutte le mie forze un sorriso, ma in realtà ero dannatamente felice, era venuto fino New York per me. Era li per me, o almeno era ciò che speravo.
"Che c' è non sei contenta?" mi incalzò lui ed io lo trucidai- "Affatto." mentii spudoratamente incrociando le braccia al petto.
Scoppiò a ridere e con la sua solita arroganza si passò una mano tra i capelli leccandosi le labbra, mi guardava di sottecchi, le sopracciglia inarcate e un sorriso idiota: era il suo modo di dirmi che in realtà sapeva che io fossi felice.
Ogni volta che mi guardava in quel modo sentivo il viso accendersi e il suo ego aumentare.
"Smettila di fare questa faccia da schiaffi!" gli avevo detto restando seria.
"Secondo me questa faccia da schiaffi ti piace parecchio" mi si era avvicinato prendendomi il mento in una mano.
"Fai meno il cretino Bellegrandi" gli avevo risposto acida, mi innervosiva, mi innervosiva ma mi eccitava.
"Mi spieghi che diamine ci fai qui?!"- gli chiesi poi ancora e lui sorrise furbo -"Mi mancavi principessa."-"Senti, fai meno il figo con me e parla chiaro. Che sei venuto a fare?" gli ho ripetuto, ero determinata; non avrei mai ceduto, mi sarei mostrata indifferente.
"Mi mancavi." mi ripeté ancora, ma questa volta serio, lo guardai dritto negli occhi e con tutta la mia rabbia repressa cominciai a parlare.
"Stai scherzando vero?! Sei partito per un sacco e ora ti manco?! Potevi benissimo startene a Roma dal tuo 'amore'."- mimai le virgolette e lui scoppiò a ridere mettendomi una mano sulla bocca e dicendomi di stare zitta.
"Non sto zitta brutto..." cominciai ad urlare irritata, ma mi interruppe nuovamente mettendo un indice sulle mie labbra; le guance a fuoco e le labbra schiacciate dalla pressione del suo dito, che probabilmente aveva toccato quella troia della fidanzata.
"Piantala di parlare, non sono fidanzato."- mi disse e sentivo che sarei esplosa da un momento all' altro.
" 'Amore, un amica ha bisogno di me'!" scimmiottai la sua voce, facendo gesti ridicoli, sul suo viso si accese un sorriso, era compiaciuto, la mia reazione gli stava piacendo, il suo ego maschile stava beneficiando fin troppo di quest' incontro.
"Aspetta aspetta... Sei gelosa?" tornò a guardarmi di sottecchi, con un sopracciglio inarcato. Lo odiavo e mi odiavo per essere così trasparente.
"Ma fammi il favore, siamo solo scopamici!" lo derisi.
"Senti, ti prego, andiamo al tuo hotel? Sto morendo di sonno e se non lo avessi notato qui c' è il mio borsone e non ho un posto dove stare..." mi disse poi improvvisamente, rimasi alcuni secondi a riflettere, non potevo lasciarlo qui in mezzo a Central Park solo, poi aveva delle occhiaie scavatissime, mi dispiaceva.
"Andiamo, ma poi ti trovi tu un posto dove stare, hai ventiquattro ore." precisai cominciando a camminare fronte a lui.
"Mazza oh, statte davanti che così te guardo"- mi disse ridendo mentre mi avvicinavo ad un taxi, sentii il corpo andarmi a fuoco e sorrisi imbarazzata, senza farmi notare, ovviamente, da lui.
"Sei un cretino!" dissi cominciando a correre verso il taxi.
"Ora sei ancora più figa." rise nuovamente prima che io aprissi il taxi ed entrassi dentro.

Entrammo nella mia stanza d' hotel e trovai Francesca con la sua roba in mano.
"Fra?" domandai confusa.

*Dove cavolo va mo questa?* pensai tra me e me.

"Mi hai scritto che veniva Mattia no? Non mi piace fare la terza in comodo, quindi almeno se volete scopare lo potete fare in santa pace." sentenziò ed io rimasi basita.

*Brutta stronza*

"Fra lui se ne va poi..." cercai di dire ma Francesca mi interruppe -"A proposito, tu metti a posto le cose e parla con la mia amica." aveva detto a Mattia seria.
"Si è un piacere anche per me averti conosciuto!" fece sarcastico Mattia e Francesca lo guardò malissimo -"Senti Bellegrandi fai meno il simpatico con me. - replicò la mia migliore amica, tra loro c' era già astio e si erano appena visti, fantastico. - Ciao amore, buona fortuna!" mi rivolse l' ultima frase prima di uscire dalla stanza.
"Bene puoi dormire qui." gli indicai il letto incollato al mio, la sera prima avevamo deciso di avvicinare i nostri letti, ero particolarmente giù di morale e optammo per un pigiama party simile a quelli che facevamo da ragazzine.
"Poi sta sera i letti li stacchiamo." lo informai andando verso il salotto, ma mi prese un polso e mi costrinse a voltarmi verso di lui.
"Se sono venuto qui c' è un motivo, va ben oltre il semplice sesso." mi disse ed io lo guardai impassibile.
"Allora illuminami." alzai gli occhi al cielo e lui continuò a guardarmi serio.
"Per favore non sposare Fabio." sgranai gli occhi, che gli importava?
"Che vuoi Mattia? Perché non dovrei sposarlo!?"-"Provo qualcosa per te Emma!" mi disse spiazzandomi totalmente.

*prova qualcosa per me!* pensai, sentendo il cuore pompare sangue ancora più velocemente.

"Cosa!?" biasicai senza fiato.
"Lo hai capito bene Emma, mi sono innamorato di te. Sto impazzendo al pensiero di te all' altare con lui!" mi ha sputato prendendomi il viso tra le mani e baciandomi. Non ci potevo credere.

CHE SIA TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora