Dreams of stabbing and/or being stabbed

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Sto ascoltando Dreams Of Stabbing And/Or Being Stabbed, lo ammetto, e ho pensato che sarebbe stato perfetto come titolo per questo capitolo, quanto era tenero Gerard agli inizi ohmygod, andatevelo a sentire, è praticamente il demo album di alcune canzoni di I Brought You My Bullets, You Brought Me Your Love, lo hanno soprannominato The Attic Demos perchè le hanno registrate nella soffitta di uno di loro, non so chi però lol, ma la cosa è troppo cute da sola.

-"Giovane Quercia ancora rifiuta di riposare gli occhi."
Il tono era volutamente non interrogativo, e l'espressione abilmente guidata verso l'orizzonte.
La sua vista risiedeva in ogni singolo tratto del suo essere e ciò gli donava un'onniscienza ai confini del divino.
Eppure non sarebbe bastata per impedire al giovane di ribattere con sincera e non titubante fermezza.

-"Non è la mia volontà a negarmi il sonno."

Nemmeno Ray stava guardando il suo interlocutore.
Non che ce ne fosse bisogno, non avrebbe trovato altro che un viso scolpito dall'eternità del tempo, del tutto immune allo scorrere delle cose, e il succedersi di emozioni troppo introspettive perché qualcuno avesse la purezza di spirito da comprenderle, comode in una profondità d'animo di cui Ray era sicuro non fosse possibile toccare il fondo.
Non un sospiro, forse nemmeno i polmoni gli erano necessari, né un altro suono sfuggì alle sottili labbra dello sciamano.
Se ne stava lì, sapendo ogni cosa che avrebbe dovuto fare, mentre il ragazzo cominciò a scivolare in un opaco senso di esitazione.
Non aveva il coraggio di voltarsi o di prestare la sua attenzione a qualsiasi altra cosa che non fosse la stessa dell'uomo, come se sapesse di avere il dovere di riuscire e cogliere il flusso degli spiriti come egli ci riusciva, ma l'unica cosa che i suoi sensi percepirono fu il calmo e rassicurante mormorio del fiume e l'istinto di gettarglisi in braccio come da bambino.
Un abbraccio freddo e veloce, ma costante e in qualche modo dal calore familiare, nel modo in cui solo i fiumi sanno avvolgere.
Null'altro, se non confuse sensazioni ballerine e la vista dei propri limiti.

-"Il salice è stato preso in prestito dal suolo e le pietre ci hanno dato il permesso di portarle lontano dalla loro casa."

Ray non riuscì a trattenersi dal guardare lo sciamano, in un misto di sollievo e inquietudine, e fu allora che anche l'uomo lo guardò a sua volta, così vicino e così lontano allo stesso tempo, tiepido e umido, o forse, in un modo per cui la ragione umana non aveva ancora dato un nome.
Sapeva, ma non si sentì all'altezza di rispondere.

-"Lupo Rosso ha bisogno tanto quanto Giovane Quercia."

Il meticcio quasi scattò verso la loro tenda, di riflesso, in risposta all'aver sentito nominare l'amico, e quando si voltò ancora, Vecchia Quercia non era più lì.
Il cuore della notte aveva rallentato il suo ritmo, e Ray si sedette a terra, la schiena curva in avanti e le dita pigramente allacciate tra loro, in uno sconforto inappropriato e leggermente infantile.
Evitò di sua spontanea volontà di provare a riflettere su quale direzione fosse stato diretto da tempo e quando un soffio di vento un poco più fresco degli altri gli risalì la spina dorsale buttò lo sguardo all'interno buio della loro tenda, deciso a rientrare, ma le sue membra non si mossero e la sua coscienza lo inchiodò su quella terra, una terra sabbiosa, ruvida e granulosa al atto, quasi dello stesso colore della pelle della sua gente, ma non del suo.
L'alba era ancora troppo distante, le stelle sembravano giudicarlo e forse era solitudine quel brivido che aveva scambiato per un soffio di vento.
Solitudine qualsiasi cosa avrebbe scelto.
Pensò che fosse troppo fresco per lasciare l'entrata della tenda aperta e lo sforzo che fece per raggiungerla e chiuderla fu l'unico che fece prima di riappoggiarsi ad un suolo che non credeva di meritare ma che lo chiamava con tanta insistenza che avrebbe potuto credergli.
Ostruendo quel varco che lo divideva tra due mondi Ray cercò con lo sguardo i suoi soci, riuscendo a scorgere nel buio soltanto i lineamenti oscuri del mento affilato di Mikey e una delle grandi mani di Gerard.
Entrambi dormivano, l'uno tranquillo, l'altro con una certa tensione che proveniva dal suo corpo nascosto dalle ombre notturne.
Pensò istintivamente a qualche anno prima, poco più giù e sull'altra sponda del Trinity, lo stesso ragazzo di nessuno e lo stesso ragazzo incompreso.

Party Poison Unchained | FrerardWhere stories live. Discover now