Sheol

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Il mattino che li accolse al loro risveglio fu torrido e carico di umidità. Quando scesero per consumare la prima colazione furono informati da Jack che Gerard era già uscito da ore, prima ancora che spuntasse l'alba, e che lo aveva rivisto non molto tempo prima mentre era impegnato a vagare tra gli alberi che segnavano il confine con il bosco. Mikey rispose di non averlo sentito uscire quella notte, e appena furono soli, con stupore degli altri due compagni, si lasciò andare ad un'inattesa protesta.
-"Dovremmo solo sistemare la faccenda il più in fretta possibile e poi prendere le merci più facili da rivendere." si strinse la testa fra le mani, cercando di contenere una frustrazione e una stanchezza più che evidenti. "Ray, finiremo al verde. Non abbiamo incassato nulla da quasi due mesi e ora ci siamo anche messi a fare i buoni samaritani con chiunque ci capiti sottomano. Quanti soldi ha speso per salvare le anime delle puttane che lo intenerivano solo negli ultimi sei mesi? Bah. E neanche se le sbatte."
-"Se glielo dici in faccia te li do io cento verdoni."
Mikey finse di ignorare l'implicita accusa di codardia sottintesa nella proposta di Ray, ma non abbandonò l'aria contrariata che induriva i tratti già spigolosi del suo viso.
Frank si chiese se l'improvviso cambio di atteggiamento di Gerard in seguito al suo incontro con Stephen non avesse infastidito anche il fratello, in fondo. Ciò che aggiunse poco dopo sembrò confermare la sua supposizione.
-"Sarà insieme a quello Stephen ora?"
Ray alzò un dito, scuotendo il capo e richiamando l'attenzione di Frank e Mikey, invitandoli a prestare attenzione all'ascolto di qualcosa. Flebile e smorzato dalla distanza giungeva il rintocco di un'ascia che colpiva legna.
-"Suppongo di no, Mike."
-"Ma che diamine sarà andato a fare nei boschi all'alba?"



Gerard fece ritorno dal suo peregrinare forsennato quando oramai il sole era ben alto nel cielo e il mattino si era liquefatto nell'afosa anticamera del primo pomeriggio. Il tessuto inumidito dal sudore della camicia sulla propria pelle, il calore greve dei raggi filtrati dalle chiome degli alberi, il ronzio rilassato degli insetti che brindavano alla loro breve vita trascorsa in un'eterna stagione estiva. Gerard tornò di nuovo bambino. Piccolo e impavido, certo del grande ruolo che la vita gli avrebbe riservato, a lui soltanto, privilegiato e amato da Dio stesso più di tutti gli altri. Una confidenza derivatagli più dai suoi lunghi periodi di solitaria introversione e da un precoce ma fecondo contatto con le armi da fuoco, piuttosto che da spavalderia o da un'educazione viziata. A dieci anni sapeva maneggiare dignitosamente una pistola. A tredici era capace di manovrare un fucile meglio di un uomo fatto e finito. Quell'innata fierezza ardeva calda nel suo cuore innocuo, quel sentimento di onnipotenza che si modellava e si snodava tra le sue mani assumendo la forma della canna di un fucile Winchester. Tempi liberi dalla torbida minaccia di ciò che sarebbe accaduto, dalla vista rossa e cruenta della morte nei suoi occhi, penetrata in questo modo oltre le palpebre e rimasta lì a vegliare sul suo sonno. Orfano di madre e in seguito privato a forza del padre, Gerard maturò lentamente una funebre coscienza della mortalità umana che mutò presto nel ribrezzo violaceo della stretta del cappio attorno al collo spezzato di Bert. Un Gesù bambino rassegnato alla morte, ma ancora ignaro dei chiodi e della croce.
Ed era così che si sentiva ora, diciasettenne e quasi inconsapevole, in sospeso tra l'ingenua felicità per l'aver ritrovato Adam e l'avvilente inquietudine verso tutti quei dubbi che avevano messo in pericolo l'idillica immagine di come lo ricordava.
Avere Ray, suo fratello e Adam allo stesso tempo, nello stesso luogo, fu come ritrovare un sogno introdotto in una realtà che aveva finito col deformarne la natura onirica. Per quanto assurdo potesse sembrare, era la presenza di Frank a ricondurlo indenne nella certezza di un presente privo di allucinazioni e di memorie resuscitate.
Frank fu anche la prima cosa su cui i suoi occhi si posarono al ritorno dal suo pellegrinaggio nel bosco. Era seduto su ceppo di legno, solo e dall'aria pensierosa. Aveva fissato lo sguardo verso un punto indefinito tra gli alberi, finché i suoi occhi assorti non si scontrarono bruscamente con quelli di Gerard. Si guardarono per qualche momento, Frank cupo e ostile, Gerard appoggiato al tronco di un albero, incantato e innocente.
In quel breve istante, con la ruvida corteccia di quel cedro contro il palmo della mano e la pelle del viso accarezzata dalla fuggevole ombra creata dalle foglie, l'ultima goccia di candore fanciullesco che ancora aleggiava nel suo animo gli permise di non avere il terrore dei propri sentimenti.

Party Poison Unchained | FrerardWhere stories live. Discover now