Better off dead

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Sembrava un giorno normalissimo e probabilmente era così, la mattina si era svegliato, uscito da letto e vestito, non aveva fatto colazione ma quella non la faceva mai ed era uscito di casa senza nemmeno salutare sua madre, aveva percorso la strada da casa a scuola a piedi, con le cuffie alle orecchie mentre ascoltava una delle sue canzoni preferite del momento, di una band che aveva scoperto pochi giorni prima.

Quando arrivò a scuola tutto era come sempre, alcune persone parlavano in cortile, altre dentro all'edificio, stranamente era tutto tranquillo.

Andò verso il suo armadietto, come ogni mattina e, ancora, come ogni mattina qualcuno lo spintonò mentre prendeva i suoi libri, facendoli cadere a terra.

Nessuno l'aiutò e appena si fu rimesso in sesto si incamminò verso la classe del signor Urie.

La campanella suonò mentre stava percorrendo il lungo corridoio della scuola e nessuno si allarmò, c'era chi camminava per arrivare tranquillamente in classe, chi andava dalla parte opposta e chi decideva di andarsene.

Quando arrivò davanti all'aula, la porta era già chiusa.

Entrò, aspettandosi un qualsiasi richiamo dal professore.

La classe si era letteralmente pietrificata al suo arrivo, non che gli importasse, non in quel momento.

"Buongiorno." Brendon non gli disse nulla, così come nessuno di quei idioti fece battutine infelici sul suo outfit del giorno.

Andò al suo posto, scavalcando banchi su banchi, come faceva ogni giorno e si mise a sedere.

Si voltò verso sinistra, per salutare la sua amica, per iniziare a parlare di qualcosa dato che non sarebbe mai stato attento all'ennesima lezione del signor Urie, per ridere e scherzare come facevano sempre.

Lei sarebbe stata china nel banco, con i capelli che le ricadevano davanti al viso mentre sfogliava il suo diario e scriveva delle frasi di qualche canzone.

Si voltò verso sinistra e tutto quello che vide fu un banco vuoto.

Non c'era la solita barriera che creava con lo zaino e con la sciarpa per non farsi beccare a fare altro, non c'erano i quaderni aperti che finivano sempre nel banco di Ryan e non c'era il suo telefono nel banco, che continuava ad illuminarsi e vibrare, non c'era nemmeno lei.

Sembrava un giorno normalissimo e probabilmente era così, per gli altri.

Ryan Ross aveva perso qualcosa, qualcuno di davvero importante e questo non c'entrava niente con la sua illegale relazione con un professore, non c'entrava niente con Jaiden o con sua madre che era sempre assente.

Ryan Ross aveva perso un'amica e non sarebbe potuto cambiare in nessun modo.

Aveva quella sensazione alla bocca dello stomaco che non voleva lasciarlo andare, era come se mancasse qualcosa, un buco che non sarebbe mai stato riempito, un buco lasciato da Clare.

Non sapeva cosa stesse provando, i suoi pensieri erano così confusi che faceva fatica persino a riconoscersi.

Quando era morto suo padre si era arrabbiato e poi era diventato inevitabilmente triste, ora era diverso.

Non era arrabbiato con Clare, non sarebbe mai potuto esserlo, aveva reso la sua permanenza in quella scuola più sopportabile, forse non da subito ma lo aveva fatto e perderla era come aver perso una parte di se, quella che non gli faceva pensare a niente se non a divertirsi.

Kellin si comportava come se non fosse successo nulla, come se la sua migliore amica fosse rimasta a casa per una semplice influenza.

Tony non si era presentato a scuola quel giorno e così nemmeno Jaime, che da quanto aveva detto il Fuentes minore era rimasto con lui.

I'm the worstWhere stories live. Discover now