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Il cuore batteva all'impazzata.

L'agitazione soppraggiungeva continuamente e non la lasciava respirare.
Quella sensazione era comprimente. Aprí il finestrino dell'auto e sfiorò il vetro dello specchietto; non era sporco fortunatamente, altrimenti non avrebbe potuto controllare cosa accadeva. Guardò alle sue spalle. Dietro di lei c'era l'auto di Fred. Quest'ultimo fece un cenno con la mano e Silvia annuí. La dottoressa deglutí e poi accese la macchina, pronta a partire.

Si avviò verso l'ospedale controllando sistematicamente che Fred fosse dietro di lei. Infatti dopo una piccola serie di automobili c'era quella dell'ispettore, che vigilava attentamente, ma alla giusta distanza.
Allora levò lo sguardo alla strada. Mancavano ancora alcuni minuti per arrivare. Per un attimo Silvia si convinse che la storia del camion fosse stata una totale idiozia, la quale aveva turbato Fred e lei stessa, senza motivo alcuno. L'agitazione sembrava essere sparita. Si era completamente auto-convinta che non esisteva nessun capo dei camion.

Sospirò quasi sorridendo, con sollievo, ma fu proprio in quel momento che guardò attraverso lo specchietto.
L'agitazione prevalse nuovamente.
Il camion era lí, proprio dietro di lei; stesso berretto, stessi occhiali, stesso foulard. Intravide Fred. La sua automibile era dietro una piccola utilitaria che, a sua volta, era dietro al camion. Guardò di nuovo la strada; per nulla al mondo doveva rischiare un incidente stradale.
L'ospedale era a pochi metri, era quasi arrivata.

Svoltò a destra per il parcheggio e guardò per l'ultima volta allo specchietto. Il camion, come le mattina precedenti, continuò dritto.
Questo non la sconvolse. Lo immaginava. Ciò che la stravolse fu vedere che anche Fred aveva proseguito dritto. Allora la dottoressa si fermò, pensò per un attimo in preda alla paura, al timore che a Fred potesse accadere qualcosa.
Fu in quel momento che tornò indietro e proseguí dritta anche lei, seguendo la macchina di Fred.

Quest'ultimo stava accelerando notevolmente perché aveva notato che il camion aveva aumentato la velocità. Stava scappando. Quindi l'ispettore premette sull'accelleratore e fece per sorpassare l'utilitaria che ostacolava la sua corsa, ma a quel punto qualcosa andò storto. Nella corsia parallela viaggiava un'altra auto che l'ispettore non aveva visto.
Con uno scatto mosse velocemente il volante verso destra e poi non capí piú nulla. Comprese soltanto che aveva avuto un incidente.
Silvia osservò la scena sconvolta.
La macchina dell'ispettore era capovolta, ma non gravemente distrutta. E nessuna macchina era stata coinvolta. Era scappata persino l'utilitaria.

Intanto il camion aveva proseguito la sua corsa.

Silvia spense la macchina e corse verso Fred. Non aveva mai assistito ad un incidente cosí traumatico.
Fred non aveva perso i sensi, sembrava che stesse bene. Non era stato poi cosí grave. Lo aiutò ad uscire e poi lo fece sedere nella sua auto.

«Dove é andato?» domandò Fred faticando un po' a parlare.
«É scappato, ma non importa. »
«No, dobbiamo seguirlo. Sta scappando!» insistette.
«É piú importante la tua vita a mio parere. Ora vado a chiamare aiuto. »
«Sto bene, non chiamare nessuno» disse lui prendendola per un braccio.
«Hai delle ferite. »
«Hai detto bene, ferite. Nulla di grave. Ascoltami per favore, portami a casa. Fai ciò che ti dico. »
Silvia allora lo guardò negli occhi ed annuí.
«E va bene. Ti porto a casa. »

Dopo pochi minuti arrivarono di fronte casa dell'ispettore, grazie alle indicazioni di quest'ultimo.
Silvia lo aiutò a salire in camera e a stendersi sul letto.
La dottoressa si sedette accanto a lui su sua richiesta.

«Sei stata gentile ad aiutarmi e a farmi compagnia. »
«Sono stata felice di farlo, é stato un piacere...»
«Ma anche un trauma!» esclamò sorridendo senza sforzarsi troppo.
Anche la dottoressa sorrise.
Malgrado tutto l'ispettore era un tipo simpatico. All'inizio non sembrava esserlo. Piuttosto era un uomo arrogante e spiritoso, ma poi si era mostrato per come era realmente...

«Chi l'avrebbe mai detto...» mormorò Silvia.
«Cosa?»
«Che io e te saremmo potuti andare d'accordo. Ne sono felice sai?»
«Anche io... Al diavolo il camion!»


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