SETTANTASETTESIMO CAPITOLO

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-Leonor, parlate- la supplicò Francisca.

-Mi dispiace Raimundo- rispose la donna rivolgendosi al giovane -si tratta di tua madre-

-Si é ammalata?- chiese, non sapeva esattamente cosa sperare, in cuor suo sentiva di non provare nulla per quella donna ma poi si ricordava il loro legame e non riusciva più a ragionare. Francisca comprendendo quale sarebbe stata la risposta della tata si avvicinò a suo marito e lo abbracciò.

-Raimundo, tua madre é morta- rispose Leonor.

Il giovane non reagiva in quel momento. Francisca lo strinse forte perché nonostante odiasse con tutte le sue forze quella donna, per essere la causa di ogni loro disgrazia, non poteva non dispiacersi per suo marito.

-Mi dispiace, amore mio- disse Francisca guardandolo negli occhi e cercando di capire cosa stesse provando.

-Non fa niente- rispose freddamente lasciando basita sia sua moglie che Leonor.

-Leonor lasciaci soli- chiese alla donna -Raimundo, hai sentito cosa ti ha detto la tata?- chiese, le sue parole non erano quelle di un uomo che aveva appena perso sua madre.

-Certo Francisca, non sono ancora sordo- rispose mentre tornava a sedersi sul letto accanto ai suoi figli.

-E perché ho la sensazione che tu non abbia capito l'accaduto?- chiese di nuovo la giovane.

-Mia madre é morta, quindi?- rispose guardandola dritto negli occhi. La sua freddezza fece quasi paura a Francisca.

-Non puoi parlare sul serio- affermò incredula delle sue parole.

-Francisca, cosa hai provato quando é morta tua sorella?- chiese a sua volta il giovane, sperando di farsi intendere.

-Non è lo stesso, era mia sorella, adesso si tratta di tua madre, c'è un legame diverso-

-Io non vedo questa diversità, mia madre non si é mai comportata come tale, ha passato la sua vita cercando di rovinare la mia e adesso dovrei piangere per lei?- spiegò le sue motivazioni -non penso di farlo, mi dispiace se questo ti faccia credere che io sia una persona orribile ma non fingerò un dispiacere che non provo-

-Tesoro mio, mi dispiace sentirti dire questo- si avvicinò a lui -per me puoi agire come desideri, non cambierò la mia opinione su di te per questo, ne tanto meno cancellerà il mio amore- lo rassicurò -ti starò vicino qualunque cosa tu decida di fare- gli accarezzò il viso.

-Grazie tesoro- le sorrise -non saprei vivere senza di te o senza i bambini, voi siete la mia famiglia, al contrario, senza mia madre potrò sopravvivere-

-Raimundo, sai che non ho mai apprezzato tua madre però c'è anche tuo padre- ricordò a suo marito i suoi doveri -dovresti cercare di stare vicino a lui-

-Mio padre si starà rallegrando, quanto me, della sua morte- affermò cinicamente il giovane.

-Non dire così, era pur sempre sua moglie- cercò di farlo ragionare.

-Francisca, non essere ingenua, non si sono mai amati e mia madre ha sempre reso la sua vita e la mia un inferno-

-Tesoro- gli accarezzò il viso -non sarò io a elogiare tua madre però mi fa male pensare che se ne sia andata e che nessuno piangerà la sia morte- spiegò il motivo per cui si stava impegnando tanto per farlo ragionare.

-Tu sei troppo buona, Francisca- rispose sorridendole -mia madre non ha fatto nulla per guadagnarsi l'affetto di qualcuno, non devi dispiacerti per lei- fece una pausa -soprattutto dopo tutto quello che ci ha fatto-

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