OSSESSIONI

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Ossessioni.

Piccoli frammenti della mia vita passata. Di quella che mi ero dovuta lasciare alle spalle, con un colpo secco.

Avevo perso tutto in un baleno, ma forse, era solo questione di tempo.. e Valentine aveva accelerato ciò a cui sarei giunta da sola. Solo che nel mio attuale caso; ero rinata.

Continuavo a fissare mio fratello, raccolta sul ramo dell'albero fuori casa nostra. Casa loro, ormai.

Era serio, contrito. Continuava a guardare delle bollette. Dopo il mio funerale, avevano prosciugato tutti i risparmi di famiglia. Era una cosa di cui non riuscivo a darmi pace.

La vena del collo gli pulsava sotto pelle; era magro. Zigomi in rilievo e occhi scavati e solcati da ombre scure. Dormiva poco e male. Lo sapevo. Lo spiavo sempre.

Ero diventata dipendente da quel ramo. Non si era mai accorto di me. Restavo ore seduta lì sopra, a guardare la sua vita andar giorno dopo giorno in frantumi.. mentre la mia restava uguale e lo sarebbe restata per molto altro tempo ancora.

Aveva rughe nuove attorno agli occhi, delle fossette che non avevo mai notato. La bocca curva in un'espressione addolorata che più lo aveva lasciato dalla mia morte. Era più piccolo di me, eppure sembra più vecchio.

Invece io, mai più di quanto ero ora, sarei potuta invecchiare. E mentre lui avrebbe preso età e perso i capelli, io sarei rimasta uguale; immota nella mia immortalità.

Mi faceva pena.

Non sapevo se esser dispiaciuta da quella sua misera esistenza o se dispiacermi per la mia. Presto avrei visto tutte le persone che conoscevo morire.

Guardai il denaro nella lettera che trattenevo tra le mani. Un benefattore misterioso. Continuavo a prosciugare individui di alto rango, per rubare il denaro con cui mantenevo la mia famiglia. Glieli facevo trovare nella buchetta, una volta a settimana. Ci allegavo sempre una lettera, dove mi spacciavo per amico di me stessa.. dicendo che non volevo nulla in cambio.

Misera e ancora legata al mondo umano.

Valentine era convinto che mi sarei presto distaccata dalla mia famiglia. Sentivo che aveva ragione. Sapevo che le mie visite avrebbero perso frequenza e presto o tardi, si sarebbero trovati soli nel mondo.

Eppure per ora erano la mia ossessione.

Mi piaceva guardarli dall'alto del mio trespolo. Forse perché tra le tante cose, mi sentivo superiore. Destinata a qualcosa di più di una banale vita umana. Li commiseravo.

Il freddo dell'inverno tagliava l'aria, ma non me. Restavo impassibile ai cambiamenti climatici. Nulla avrebbe scalfito la mia esistenza.

Ossessioni. Null'altro.

Kevin si distese sul divano, cambiava canale svogliatamente. Lo faceva spesso. Non trovava pace. Nella stanza poco illuminata, apparve un'esile figura, vestita di una logora vestaglia e una sottoveste altrettanto lisa. Mia madre. Era così magra che le ossa sporgevano anche nei punti più improbabili. Il sapore del sangue arrivò dritto alle mie narici, come nota stonata in quel paesaggio qual era casa mia.

Erano settimane che continuava a vomitare, fino a raschiare la gola, fino ad arrivare al sangue. Erano settimane che ero morta, che avevo donato la mia anima ad una mente corrotta e bestiale come Valentine. Eppure non me ne pentivo. Mai prima d'ora m'ero sentita tanto affine con qualcuno, però, riguardando quei visi carichi del dolore che serbavano per la mia perdita, sentivo un misto di rabbia e dispiacere. Riuscivano a farmi sentire in colpa. Nonostante non ne avessi affatto.

I canini uscirono lenti dagli alveoli, pungendomi le labbra. Le vene, aride e affamate, reclamarono brucianti del sangue. Era presto, eppure per me era tardi.. e ancora non avevo cenato.

Quale altra vittima sarebbe morta in mezzo a queste esili ma immortali braccia?

Con la coda dell'occhio, Kevin guardò il ramo su cui ero. Tornò a guardar la televisione e poi di nuovo il ramo; come se si fosse accorto di qualcosa di insolito. Ma ero ormai scesa, pronta ad abbeverarmi della notte e del sangue di qualcuno. Avevo sete.

Domani notte.

Domani notte sarei passata ancora a vederli, a compiangerli e a spiarli.

Erano la mia ossessione più profonda e intensa. L'ossessione più dolorosa e viscerale.

Il Segreto di Lynda JonesWhere stories live. Discover now