4- Cancelli

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Sembravano assurde le storie raccontate in giro.
Un posto come questo non poteva corrispondere alle descrizioni.
Erano descrizioni crudeli, oscene.
Un posto così bello, piccolo, pieno di casette e alberi.
Tutto quello che avessi potuto desideare risiedeva lì, a patto che nessuno avesse aperto quei cancelli.

Era un posto fantastico, ci andai a vivere dopo l'omicidio di mia sorella.
Avevo bisogno di tranquillità.
Subito conobbi ogni abitante, cordiale o meno.
Mi incuriosì il divieto principale della città, così chiesi di più su quei ferri arruginiti a cui nessuno poteva avvicinarsi.
Nessuno osava mantenere un sorriso a quella domanda.
I loro occhi sembravano pregarmi di non parlarne, mentre gli abitanti continuavano a stare in silenzio e sparire nelle proprie case.

Ricordo mia sorella, era una ragazza alta.
Aveva dei capelli lunghi e neri e una pelle bianchissima.
Fu orribile restare legata ed imbavagliata ad una sedia ad osservare ogni arto che le veniva brutalmente amputato rotolare ai miei piedi.

Ormai avevo visto di tutto, potevo permettermi di sfidare quello che c'era dietro quel cancello.
Ci andai durante la notte, in modo che nessun vicino avesse potuto impedirmelo.
Mi dispiaceva lasciare anche per cinque minuti quel luogo tranquillo e fantastico, ma decisi di farlo.

Arrivata ai battenti, spinsi con tutte le mie forze, sentendo una convulsione anomala che scuoteva la città.

Era un posto fantastico, irreale.
I suoi abitanti corsero da me.
Non volevano che me ne andassi.
Non potevo aprire i cancelli.

Mi saltarono alle spalle, uno ad uno.
Era orribile vedere il mio sangue schizzare ovunque.
Mi stavano riducendo in pezzi, come con mia sorella.
Non erano più i miei vicini, erano esseri con pelle a brandelli e occhi caduti.
Avevano orbite sanguinanti.
Avevano pezzi del mio corpo nelle loro fauci.
Sotto le unghie c'era incrostato il mio sangue.

Non volevano che andassi via.

Con le ultime forze aprii i cancelli e mi trascinai dall'altra parte.

Sentivo uno strano 'bip' intermittente e delle persone piangere, poi più nulla.
Il 'bip' si transormò in un suono acuto e continuo.
Gli abitanti erano spariti.
Il mio corpo era ancora intero, ma ora mi trovavo nel vuoto.
Tutto era confuso e buio, vedevo il mio corpo rimpicciolire sempre di più, poi cadere a pezzi...

Fino a sparire del tutto

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