Capitolo 3

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《Spiegami di nuovo perché ho accettato una condizione così... stupida.》brontolai, saltando sul ramo davanti a me.
Alla fine l'avevo spuntata io, ma a che prezzo!
Secondo il caro zio, praticamente tutti i Clan mi conoscevano, sia per aspetto fisico sia per carattere, quindi si era inventato proprio un bell'espediente: tingermi i capelli.
Anche se a dir la verità, di quella parte se n'era occupata Nadja, ben felice di rendersi utile.
Stizzita, mi spostai una ciocca color rame dagli occhi e scoccai un'occhiata al mio compagno Lee.
《Era una delle due condizioni poste da tuo zio e dal Maestro. Dovresti ringraziarli. Se fosse stato per me, non ti avrei nemmeno fatta uscire da
Palazzo.》mi rispose il ragazzo, precedendomi di qualche metro.《Sai anche tu come funzionano le richieste d'aiuto...》aggiunse in un soffio.
Eccome se lo sapevo!
Quando lo Sciamano di un Clan lanciava un SOS, il messaggio veniva recapito a tutti i Clan vicini, senza distinzioni. Così potevamo non essere i soli diretti al villaggio del Clan del Ferro.
《Due condizioni che, ci tengo a ribadire, sono stupide. E, comunque, io devo essere qui... Voglio scoprire che diavolo c'entro col Clan del Ferro...》ribattei, pensando nuovamente alle parole di quella strana richiesta d'aiuto.
Io non mi ero praticamente mossa dal villaggio eppure qualcuno di quello sconosciuto Clan aveva visto il Lupo.
Era una situazione decisamente strana.
《Però, non capisco una cosa... Secondo loro, dovevo avere una scorta, ma, allora, perché sei venuto solo tu? Non per offenderti... Sai che ti voglio bene, ma... Con Nadja avremmo ricostituito il nostro team... Come ai vecchi tempi...》Nella mia voce c'era una chiara nota di nostalgia: una volta la nostra vita era più incerta e difficile, ma eravamo assieme. Ora le nostre strade si erano divise, anche se vivevamo, comunque, nello villaggio, ci vedevamo sempre meno. E la cosa mi dispiaceva enormemente.
《Lei sarebbe voluta venire,
ma... Le ho chiesto di non
farlo...》mi rispose Lee a voce così bassa che dovetti sforzarmi per udire le sue parole.
Cosa?
《Ma... Perché?》gli domandai in tono ferito, balzando sul suo ramo e prendendolo per un braccio.
Possibile che lui pensasse davvero che fossi così instabile da distruggere un Clan senza ricordarmelo?
《Non è per il motivo che stai pensando: tutti credono nella tua innocenza.》mi rassicurò lui, addolcendo lo sguardo ed arrossendo improvvisamente.《Io... Vorrei davvero spiegarti, ma... Nadja mi ha fatto promettere di non dirti nulla, vuole essere lei a darti la... notizia...》
Detto ciò, si libera della mia presa, resa debole dalla confusione, e saltò sul ramo successivo, chiudendosi in un silenzio colmo d'aspettativa.
Nadja gli ha proibito...
Vuole darmi la...
Notizia?!
Quando, finalmente, capii appieno il significato di quello strano discorso, scoppiai in una risata piena di felicità ed incredulità.
《Non  è possibile!》esclamai, pensando ai miei amici com'erano in gioventù. Nadja che osservava Lee da lontano e lui che faceva lo stesso con lei: erano dovuti passare anni perché qtella situazione si sbloccasse ed ora...
《Sono felicissima per voi!》dissi, col cuore colmo di felicità, balzando sulla schiena di Lee, abbracciandolo forte.《Ve lo meritate... Davvero...》
Lui mi strinse leggermente le mani, che avevo incrociato sul suo petto, e sospirò emozionato.
《Grazie...》mormorò Lee con voce improvvisamente roca.《Sono sicuro che sarai una zia fantastica.》aggiunse, sciogliendosi dal mio abbraccio e voltandosi verso di me.
Zia...?
《Non guardarmi incredula...》disse, allungando una mano e scostandomi una ciocca color rame dal volto.《Tu sei la nostra migliore amica... Più di
un'amica... Sei una sorella per noi... Quindi sarà normale chiamarti "zia Kira" fra qualche mese...》
Lee era semplicemente raggiante, i suoi occhi scuri splendevano di una luce interna: Nadja rappresentava la parte migliore della sua vita ed io mi ritrovai a pensare alla mia vita. L'avevo sempre considerata piena ed interessante, ma, ora che i miei amici crescevano e proseguivano il loro cammino, non potevo fare a meno di domandarmi quando sarebbe venuto il mio turno.
《Accadrà anche te... Non preoccuparti...》Lee rispose ai miei dubbi con una precisione che mi fece quasi venire i brividi.
《Come...?》Io e lui non ci eravamo mai scambiati molte confidenze: eravamo Sentinelle, guerrieri, e non parlavamo di sentimenti.
《Ci conosciamo da anni, Kira.》mi spiegò lui e, improvvisamente, mi sembrò di parlare col Maestro Ike.
《Sei davvero... cresciuto...》osservai stupidamente, arrossendo imbarazzata.
《Ahahahah! Non sono l'unico!》rise lui, saltando lontano.《Sarà meglio andare, ora... Non vorrei incontrare Sentinelle di altri Clan...》aggiunse in tono più cupo.
Lo seguii in silenzio, persa nei miei pensieri.
Ero davvero felice per loro, ma non riuscivo ad immaginarmi così: con un compagno accanto ed una nuova vita in grembo.
Sembrava un futuro così lontano ed alieno per me.
D'un tratto, percepii un cambiamento nell'aria: alle mie narici arrivò l'odore penetrante ed acre del fumo mentre i miei piedi si posavano su una placca di ferro.
Abbassai gli occhi, perplessa, e notai che gli alberi stavano cambiando: alcuni avevano lamine di metallo attaccati al tronco mentre altri possedevano foglie color acciaio.
《Siamo quasi arrivati.》mi avvisò Lee, anche se stavo iniziando a capirlo pure io.
Nella nostra foresta non esistevano simili piante: noi non interferivamo con la Natura, lasciavamo che il tempo facesse il proprio corso. Mentre qui alberi ed arbusti parevano immutabili negli anni: erano creature ibride, incroci fra Natura e Ferro.
《I membri di questo Clan credono di poter aggiustare
tutto.》mi spiegò il mio amico, abbassando la voce e guidandomi verso un albero interamente costituito di lamiere.
Era strano correre in una foresta del genere: si udiva ogni passo, ogni respiro, ogni battito. Però non sentivo i rumori tipici delle boscaglie, come il cinguettio degli uccellini oppure il raspare dei roditori.
Scrutammo i dintorni per cercare qualche indizio utile, ma il fumo ci faceva lacrimare gli occhi e, ben presto, dovemmo abbandonare il nostro finto albero per allontanarci dal confine.
《Come facciamo a proseguire in queste condizioni?》chiesi, iniziando a tossire.
L'aria si stava impegnando di sostanze dall'odore nauseabondo e, molto probabilmente, tossiche, che ci resero difficoltosa la conversazione.
Dovevamo inventarci qualcosa altrimenti saremmo morti soffocati ancor prima di metter piede nel villaggio del Clan del Ferro.

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