Capitolo 16 <Ike>

35 8 0
                                    

Quattro giorni.
Quattro lunghissimi giorni erano passati dalla scomparsa di Kira.
Non avevamo ricevuto richieste di riscatto né avevamo trovato indizi utili per ritrovarla.
Brancolavamo letteralmente nel buio: Stefan aveva chiesto notizie ad ogni Sciamano amico mentre io spedivo Sentinelle nei Clan nemici per fare sopralluoghi.
Eppure...
Nulla. Di Kira non c'era traccia, sembrava scomparsa dal mondo.
《Non è possibile!》scattò irato Lee, sbattendo la mano sul tavolo.
Da quando si era svegliato e ci aveva raccontato tutto, aveva partecipato attivamente alle ricerche di mia figlia, maledicendosi per la sua sconfitta. Niente di quello che io o Nadja dicevamo riuscire a lenire il suo senso di colpa: pensava di aver abbandonato Kira nel momento del bisogno e non c'era verso di farlo ragionare.
《Lee...》lo richiamai con voce stanca. Nessuno di noi aveva riposato molto in questi giorni: io e Stefan coordinavamo squadre di Sentinelle mentre il fidanzato di Nadja ispezionava più e più volte il villaggio del Clan del Ferro, in cerca di una traccia utile.《Esiste ancora un posto dove non abbiamo cercato...》
Ed era una cosa spaventosa: oltre alle isole, luoghi troppo distanti a mio parere, non ci restava altro che il Clan delle Ombre, un territorio praticamente sconosciuto.
《Ma... Non può essere... là...》balbettò  Nadja, stringendosi un cuscino al petto.
Ci trovavamo in un salottino del Palazzo, una stanza spaziosa con un divano dall'aria comoda, dove Nadja aveva riposato in questi ultimi giorni, un tavolo colmo di documenti ed una grande cartina appesa al muro. Lì segnavamo tutti i nostri progressi, spuntando ogni Clan che visitavamo, infatti era tappezzata di puntine rosse, segno che avevamo controllato dappertutto, senza trovare alcunché.
《Ike ha ragione. È l'unico posto.》La voce di Stefan arrivò stanca alle mie orecchie e mi voltai per fissarlo.
Questi giorni d'incertezza avevano avuto un pessimo effetto anche su di lui: pareva invecchiato di diec'anni, aveva profonde occhiaie, segno che neppure lui riusciva a riposare, ed un'aria inquieta come una tigre in gabbia che premeva per liberarsi.
《Ma... Perché?》La domanda di Lee aleggiò nella stanza senza aver risposta.
Non sapevamo il motivo del rapimento di Kira, potevamo solamente fare ipotesi, una più terribile dell'altra, ma tutte avevano un punto in comune: l'avevano presa a causa dei suoi poteri.
《Ike. Appena farà buio ci muoveremo.》mi comunicò Stefan in tono deciso, spiazzando i ragazzi che lo guardarono perplessi.
《Sì.》annuii, in tono severo.
Capivo come si sentiva il mio amico: aveva potuto finalmente riallacciare i rapporti con l'unico membro della sua famiglia ancora in vita, che aveva dovuto allontanare a causa del suo status di Sciamano.
Non avrebbe rinunciato.
Mai.
Lee e Nadja ci guardarono, comprendendo la portata di quell'affermazione: se io e Stefan fossimo stati scoperti non avremmo ricevuto aiuto dal Clan, la nostra era una missione suicida.
《Maestro... Ci dev'essere un altro modo...》mormorò piano Nadja, alzandosi e portandosi al fianco del suo fidanzato che la strinse a sé.
《Amore...》le bisbigliò Lee, baciandola fra i capelli biondi e scompigliati. Lui capiva la nostra decisione, la condivideva.《Non esiste altro...》Il ragazzo si bloccò a metà frase e fissò un punto alle mie spalle.
《Vi sono mancata?》chiese una voce così terribilmente familiare che, quasi, non ebbi il coraggio di girarmi.
Quando, però, lo feci e la vidi, fui invaso da una ridda di furiose emozioni: sollievo, rabbia, gioia, paura.
《Kira...》Le mie labbra formarono il suo nome, ma la voce non riuscì ad uscire, potevo solamente stare lì, immobile, a fissarla.
Indossava un abito verde, che le arrivava a malapena alle ginocchia, da cui intravidi un brandello di fasciatura, segno che era ferita, i suoi capelli erano un ammasso colorato, ma i suoi occhi...
Quelli erano gli stessi di sempre: color smeraldo, brillanti ed insolenti.
Una cosa che mi confuse fu il fatto che non fosse sola: un ragazzo dai capelli corvini, vestito interamente di nero, le teneva una braccio stretto in vita, per aiutarla a stare in piedi.
《E lui chi sarebbe?》La voce di Nadja arrivò ovattata alle mie orecchie: ero troppo impegnato a fissare sgomento i due ragazzi appena apparsi dal nulla.
《Un membro del Clan delle Ombre!》esclamò Stefan, scattando verso Kira ed il suo... accompagnatore.
Con una mossa fulminea, lo allontanò da lei e lo atterrò, bloccandogli le braccia dietro la schiena. Il ragazzo, stranamente, non si difese né disse alcunché.
《Ehi! Ma che fai?!》urlò Kira, sbilanciata ed inorridita.
Finalmente mi riscossi e scattai verso di lei: la presi al volo e la portai lontano da Stefan, che stava a cavalcioni sulla schiena dello sconosciuto. Mi accorsi subito che mia figlia era reduce da una malattia, era dimagrita molto ed aveva l'aria stanca, in più poggiava il peso solo su una gamba.
《Kira. Come stai?》le chiesi preoccupato, facendola voltare verso di me.
《Bene, bene...》mi rispose distrattamente, divincolandosi dalla mia lieve presa.《Deve fermarlo, Maestro. Valek non è cattivo, non è il nemico.》affermò con fervore, decisamente preoccupata per il comportamento dello zio Stefan.
《Aspetta, Kira...》Non ci stavo capendo più niente: dopo quattro giorni di silenzio e ricerche a vuoto, mia figlia era riapparsa letteralmente dal nulla.《Chi sarebbe Valek? E da dove arrivi?》
Lee e Nadja continuavano a fissarci, sconvolti, senza spiccicar parola, come se non credessero ai loro occhi.
《Non è importante ora.》disse in tono deciso, zoppicando verso i due uomini ancora a terra.《Zio! Lascialo andare!》gli ordinò con voce feroce ed indignata.
Stefan, dal canto suo, non la guardò nemmeno e continuò a tenere inchiodato il ragazzo al pavimento.
《No, Kira.》Finalmente, dopo lunghi attimi, lo zio rispose, ma lo fece con un tono di voce che non avevo mai udito.《Sono felice che tu sia tornata sana e salva, ma... Lui appartiene al Clan delle Ombre.》
A quelle parole raggelai: ero stato così concentrato su Kira che non avevo osservato bene il suo misterioso accompagnatore. Allora mi avvicinai e notai particolari che mi erano sfuggiti: lo sguardo scuro come le tenebre, l'atteggiamento silenzioso e schivo, la sfumatura blu fra i capelli corvini.
Che ci faceva mia figlia in compagnia di uno di... loro?!

Il Figlio delle OmbreWhere stories live. Discover now