Capitolo 13 <Valek>

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Quella maledetta ragazza!!
Ero scappato.
Un'altra volta ero fuggito.
Era stato più forte di me: quello che aveva detto, il suo tono d'accusa, le sue taglienti affermazioni. Mi avevano esasperato, mi avevano portato al limite.
Credeva davvero che io avessi potere a sufficienza per fermare Nikolas?
Lei non lo conosceva.
Non come lo conoscevo io.
《Idiota...》mormorai, calciando un sassolino e centrando il laghetto con precisione millimetrica.
Ero tornato in quel luogo tranquillo e pacifico per cercare di riordinare i miei pensieri: non avrei dovuto dirle il mio nome, né avrei dovuto parlare con lei.
Non si fa amicizia con i prigionieri.
Era una delle regole di Nikolas, ma...
Kira era diversa.
Si trovava in una posizione di svantaggio, nuda e ferita, eppure...
Mi aveva tenuto testa ed era riuscita a farmi arrabbiare abbastanza da lasciarla sola.
E se fosse stato questo il suo piano?
Un terribile sospetto mi si affacciò alla mente: poteva avermi provocato di proposito per indurmi a scappare.
D'altra parte, che motivo avrebbe avuto per fare una cosa del genere?
Non aveva modo di uscire dalla grotta: era una nicchia senza aperture verso l'esterno, priva di feritoie.
Un perfetto luogo di prigionia.
Mi sedetti a terra, nello stesso identico posto dell'ultima volta, e cercai di concentrarmi: da quel momento in poi mi sarei limitato a parlare il meno possibile, ignorando lei e le sue frecciatine.
Dopo un'oretta decisi che era tempo di tornare da lei, ma prima feci un lieve deviazione: m'immersi nelle ombre per ricomparire a qualche chilometro da lì, sulle rive di un fiume. Rimasi nascosto tra le fronde di un albero per una buona mezz'ora prima che arrivasse la mia occasione: era una donna sulla quarantina ed aveva una cesta colma di panni sporchi sotto il braccio.
Attesi che fosse a metà lavoro prima di entrare in azione: evocai un gatto d'ombra e lo mandai a prendere il bottino. Il felino comparve accanto alla cesta, s'infilò dentro e ne riemerse con un involto verde. La donna non si accorse di nulla, concentrata com'era a lavare energicamente un paio di pantaloni da uomo, probabilmente quelli del marito.
Allungai una mano, immergendola nella mia ombra, e presi l'involto direttamente dalle fauci del micio, che scomparve senza lasciare traccie.
Ora posso tornare da lei...
Mi concentrai nuovamente e chiusi gli occhi, visualizzando il mio rifugio, quello che da due settimane era diventato la mia casa.
Quando riaprii gli occhi, quasi non credetti a quello che mi apparve davanti: la ragazza si era alzata, aveva attraverso tutta la nicchia ed ora sedeva a terra, in un mucchietto scomposto di arti e lenzuola.
《Si può sapere che stai combinando?》le chiesi, con voce vibrante di collera.
L'avevo lasciata sola per un paio d'ore al massimo!
Perché diavolo non era rimasta a letto?
《Io...》iniziò lei, girandosi lievemente verso di me.
Con la mano si stringeva il lenzuolo al petto, che le lasciava la schiena completamente nuda, mentre mi guardava con due grandi occhi verdi e sgranati, in cui colsi una scintilla di vulnerabilità.
《Io... Volevo solo...》farfugliò Kira, senza, però, riuscire a finire la frase.
Si vedeva lontano un miglio che provava un dolore immenso, non riuscivo a capire come avesse potuto percorrere tutti quei metri senza cadere prima.
《Ho capito.》le dissi per tranquillizzarla. Dopodiché mi chinai su di lei, che si ritrasse, le feci passare un braccio sotto le ginocchia ed uno sotto le spalle per poi rialzarmi con lei stretta al petto.
《Cosa... cosa fai?》mi domandò, rabbrividendo leggermente.
Non avevo considerato quest'aspetto: mi ero solamente preoccupato che lei non scappasse e, invece, l'avevo lasciata marcire al freddo.
《Ti riporto a letto, ovviamente.》le risposi in tono pacato, avviandomi verso il giaciglio.《Devi riposare... È poi ti starai congelando...》
Non sapevo spiegare il motivo del mio comportamento e della mia preoccupazione nei suoi confronti. Credevo fosse dettato solamente dal mio egoistico desiderio che lei si riprendesse velocemente così da consegnarla a Nikolas, ma...
Non era solo quello.
Più tempo passavo con Kira, più riuscivo a capirla, più diventava interessante.
Perché ha mandato me?
Sarebbe stato meglio se Nikolas avesse mandato qualcun altro a prenderla: io mi stavo facendo coinvolgere troppo.
Non era così che si comportava un rapitore. Ne ero più che sicuro.
Ed è questo quello che sono?
Bella domanda.
Non avevo ancora trovato una risposta.
Volevo solamente liberare Mina e fuggire con lei dal Clan: era quello il mio unico desiderio. E mi ero ripromesso di fare qualsiasi cosa per realizzarlo, ma...
《Grazie...》mormorò Kira a voce così bassa che temetti di averla solamente immaginata.
L'avevo appoggiata delicamente sul giaciglio che avevo allestito per me, ma che poi si era rivelato utile in un altra maniera.
Una maniera non prevista.
Impacciato, mi allontanai da lei, come se mi fossi bruciato, e la guardai, stranito.
《Io... Mi servi in piena forma...》le risposi sgarbatamente, abbandonandola lì e tornando all'involto verde che avevo buttato a terra appena l'avevo vista.《Ti ho preso questo...》mormorai, decisamente a disagio, allungandole il vestito stropicciato.
Kira lo guardò confusa, si districò dal lenzuolo, liberando le mani, e spiegò l'abito, fissandolo perplessa.
《Io... Beh... Preferisco i pantaloni...》commentò con voce strana, come se non credesse ai suoi occhi.
《Sei una ragazza.》osservai stupidamente.
Di solito le femmine non usavano vestitini e gonne?
《Me ne sono accorta.》disse stizzita, appallottolando il vestito rubato.《Ma non per questo devo indossare abiti.》
《Ma... Io... Non capisco...》ammisi, passandomi le mano fra i capelli, esasperato.
Mina aveva sempre adorato gli abiti e le gonne: mi aveva sempre ripetuto che le ragazze dovevano vestirsi carine. E "carino" per lei significava fronzoli e merletti.
Ma forse Kira era diversa.
A dire il vero stavo imparando che Kira era diversa da qualsiasi altra persona avessi incontrato. E la cosa, oltre che spiazzarmi, m'intrigava, mi piaceva.
Maledizione...
Non può succedermi davvero...
《Vedi... Sarò anche una ragazza, ma, prima di tutto, sono una Sentinella del Clan del Lupo.》mi spiegò fiera lei, con occhi vivaci e brillanti.
Come poteva essere così felice della sua vita?
Una vita fatta di violenza e sangue.
Io non vedevo l'ora di lasciarmi tutto quello alle spalle mentre lei...
《Non ti capisco...》

Il Figlio delle OmbreTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang