CAPITOLO 36

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Stefano imboccò al passo il sentiero che portava nel bosco e i ragazzi lo seguirono, voltandosi di continuo l'uno verso l'altro per chiacchierare. Elsa invece preferiva discostarsi dalle chiacchiere per godersi la passeggiata. Il movimento lento e regolare del passo riusciva a rilassarla come nient'altro, e le faceva apprezzare ancora di più il canto degli uccelli e il sole che le scaldava il viso.

Quando il sentiero si fece un po' più regolare, passarono al trotto ed uscirono dal bosco, arrivando in una radura; da lontano potevano scorgere un lago.

"Facciamo una gara?" propose Isabella. L'istruttore sbuffò, ma poi acconsentì. I ragazzi si sistemarono in fila, e al via lanciarono i cavalli al galoppo. Eva rimase indietro da subito perché Taxi non aveva voglia di correre. Gli altri si tennero testa fino a metà percorso, poi Debora e Matteo cominciarono a perdere terreno. Le altre 3 ragazze furono parimerito fino all'ultimo, quando Isabella spronò Soldier che con la sua lunga falcata le superò e tagliò il traguardo. Alzò le braccia al cielo con i pugni chiusi, esultante.

"Grande Isa!" le urlarono gli altri, poi scoppiarono a ridere vedendo Taxi che li raggiungeva lentamente al trotto, sfinito.

Scesero tutti dai cavalli e li legarono con la cavezza ad uno steccato, dopo averli dissellati. Stefano prese le bisacce che aveva portato sulla sella dove teneva i panini per il pranzo. Si stesero tutti sul prato consumando il pranzo beatamente. Anche i cavalli masticavano l'erbetta fresca. Alcuni usignoli canticchiavano rendendo l'atmosfera pacifica e amabile.

Dopo aver mangiato ebbero un po' di tempo per immergere i piedi nel lago, poi risellarono i cavalli e partirono.

Galopparono ancora un tratto fino ad una radura; di lì si voltarono e cominciarono al passo la via del ritorno.

Arrivarono al Ranch verso le tre del pomeriggio, un po' stanchi e con il sedere appiattito, ma comunque felici.

Lavarono i cavalli, senza farsi mancare delle fresche spruzzate di acqua gli uni gli altri. Ma nell'aria non c'era più quell'allegria di poche ore prima. Su di loro sembrava aleggiare un senso di malinconia; erano felici di passare quei momenti insieme, ma allo stesso tempo sapevano che quella settimana stava per finire. Sebbene si sarebbero potuti vedere ancora durante il resto dell'estate, la fine di quella giornata avrebbe messo un punto conclusivo a quella settimana di condivisione, divertimento e risate. Avevano stretto nuovi rapporti e rafforzato quelli già presenti e, nonostante nessuno lo avesse detto ad alta voce, tutti erano grati gli uni gli altri per quelle giornate.

Fecero alcune foto tutti insieme per immortalare quei momenti per sempre.

Cercarono di fermarsi lì il più possibile, trovando di continuo qualcosa da fare, cercando di ignorare il fatto che la giornata doveva finire. Si fecero però le sei e i genitori cominciarono ad arrivare per portarli a casa. Rassegnati, si salutarlo con un grande abbraccio, poi ognuno prese la sua strada.

Elsa salì sull'auto del padre e gli rivolse un sorriso sereno e malinconico allo stesso tempo. Era andato lui a prenderla, perché la madre, in dolce attesa, preferiva non guidare.

Il viaggio fino a casa fu veloce. La ragazza attraversò porta di casa e salutò madre, che guardava la televisione, con un bacio sulla guancia, soffermandosi un momento a guardare la sua pancia rotonda che ospitava il suo fratellino o la sua sorellina. Era impaziente della sua nascita, ma mancavano ancora quattro mesi.

Salì in camera sua, si gettò a letto con un sospiro, e una piccola lacrima le scivolò sulla guancia. La asciugò con la manica della felpa e sorrise mentre percorreva quei begli attimi con i suoi amici. Si accorse di essere piuttosto stanca dopo l'ultima nottata insonne, così, nonostante fossero solo le sei, chiuse gli occhi e si addormentò.

"È falso! Passo e riparti!"

Elsa rallentò Roger al passo e lo fece ripartire al galoppo.

"Falso di nuovo! Riprova!"

La voce dell'istruttore era nervosa e seccata, e il suo atteggiamento faceva innervosire anche la ragazza, che così sbagliava. Ripartì al galoppo.

"Elsa, è falso ancora! - urlò Stefano - Passo!" La ragazza sbuffò rumorosamente.

"Ti concentri per favore?" sbraitò il ragazzo.

"Ti calmi per favore?" voleva urlare Elsa, ma non ne ebbe il coraggio. Non rispose.

"È una semplice partenza al galoppo! Non sei precisa. Prova un'ultima volta."

La ragazza fece ripartire il baio al galoppo e lui, forse per caso, forse per farle un favore, partì dritto.

"Finalmente!" sbuffò Stefano. Dopo alcuni giri le ordinò di fermarsi.

"Non tirare le redini mentre dici woah," la corresse malamente.

La lezione si concluse ed Elsa portò Roger nella stalla, strigliandolo con foga.

"Hey calmati!" intervenne Matteo, ridacchiando. Lei gli scoccò un'occhiata feroce.

"Non dirmi di calmarmi!" ruggì.

"Cos'è, hai il ciclo?" scherzò cercando di strapparle un sorriso. L'unica cosa che ottenne fu una seconda occhiataccia infuocata.

"Okay, okay scusa. Ma seriamente, fai piano o gli strappi la pelle," indicò Roger.

Elsa trasse un sospiro e schiantò la fronte sul petto del ragazzo che era più alto di lei di mezza spanna.

"Non lo sopporto più," grugnì.

Il petto di Matteo sobbalzò mentre rideva; la ragazza sollevò la testa, alzando gli occhi al cielo vedendolo ridere.

"Sono seria!" disse, ma la risata di Teo era contagiosa e la fece sorridere.

"Voi due siete incredibili - sogghignò alludendo a lei e Stefano - o vi odiate proprio tanto, o siete innamorati!"

"Io non sono innamorata di lui!" gli sbraitò Elsa in faccia, arrossendo.

"Sarà..." concluse il ragazzo, scappando prima che il calcio della ragazza lo colpisse. Lei sospirò ancora e portò il cavallo nel box.

"Non lo sopporto più, non ce la faccio proprio!" confessò più tardi all'amica Rita, al telefono.

"Ti capisco," rispose lei.

"Sì ma almeno tu non ce l'hai come istruttore!"

"Beh e tu non ce l'hai come fratello!"

"Non lo sopporto più, però non voglio smettere di venire al Ranch per colpa sua"

"Parlaci"

"Eh?"

"Parlaci, chiarite! È l'unico modo. Nemmeno io voglio che tu te ne vada, e credimi nemmeno Stefano; gli fai comodo. Sei l'unica che riesce a gestire bene Roger."

"Credi davvero che possiamo chiarire?" Tralasciò quell'affermazione su Roger, ma ci aveva fatto caso e le aveva fatto piacere.

"Non so, Stefano è imprevedibile. Ma almeno puoi dire di averci provato"

"Non ci riuscirò mai!"

"E invece ci riuscirai, devi riuscirci. Altrimenti non cambierà nulla! Se vuoi gli parlo prima io"

"No, non voglio che penso che non mi fido parlargli"

"Che ti importa se lo pensa?!"

"È perché poi mi prende in giro!"

"Quindi lo farai?"

"Lo farò"

"Quando?" chiese Rita.

Ci fu una lunga pausa, poi la risposta di Elsa in un sussurrò "Domani."



#SPAZIOAUTRICE

Ciaoo ecco il capitolo bello sfornato insieme alla torta Pasqualina di oggi😂😘 ne approfitto per augurare a tutti una felice Pasqua, passate la giornata con le persone a cui volete bene e mangiate tanta cioccolata come sto facendo io dopo la lunga astinenza😂😍 come sempre se vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento, mi farebbe molto piacere, grazie😘💕

SOGNO WESTERNWhere stories live. Discover now