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“È stato molto più facile di quanto pensassi” incrocio le braccia al petto appoggiandomi al bracciolo del divano.
“Ti avevo espressamente chiesto di obbedirmi e tu hai fatto di testa tua” mi punta il dito contro, continua a camminare avanti e indietro come un pazzo furioso.
“Sei davvero arrabbiato con me perché ho risolto la cosa? Cos’è che ti infastidisce così tanto? Avanti, dimmelo.”
“Non hai risolto un bel niente, Jake è una spina nel culo. Non lo conosci come lo conosco io..” alza gli occhi al cielo.
“Hai ragione, io non conosco nessuno di voi. Compreso te.”
“Nina” borbotta, le mani sui fianchi e l’aria decisamente stanca.
“Stai per avere un crollo Alex” lo ammonisco dolcemente.
“Non ho niente, sto bene” ribatte, toccandosi le tempie.
“Puoi mentire a te stesso ma non a me. Ti capisco, okay? Ti trovi in una situazione molto delicata e complicata, ti spettano tante decisioni e vorresti trovare una soluzione per ogni cosa. Ma hai bisogno di prenderti del tempo per te stesso, da quant’è che non dormi per otto ore di fila?” inizio a parlare, l’espressione preoccupata.
“Sto bene” ribatte ancora.
“… ho solo bisogno di un piano di riserva per tenervi tutti al sicuro nel caso la puttanata di Shane abbia suscitato gli animi dei nostri avversari” mormora duro.
“Sono preoccupata per te, questo devi concedermelo. Non voglio che tu abbia un crollo psicotico” scuoto la testa.
“Nina, ti prego” si avvicina, gli occhi cupi e il volto stanco, adombrato.
Ha un lieve accenno di barba che mette in evidenza la sua virilità. Mi domando da quanto tempo non si rade.
“.. non farmi pentire di averti raccontato tutto” sussurra con quel tono malinconico.
“Non te ne pentirai Alex, voglio soltanto esserti d’aiuto.”
“Chi dovrebbe pentirsi? Eh?” una voce familiare interrompe la nostra conversazione.
Jackson entra nel salone e si getta di peso sul divano, poco dopo fa la sua comparsa anche T.C. in compagnia di Jake.
“Jackson” lo fulmino con gli occhi.
“.. oh, ho interrotto qualcosa? Prego, continuate pure. Fate pure come se non ci fossi..” allarga le braccia, facendo un sorrisetto divertito.
“Perché non vai a fanculo?” sputa improvvisamente Alex.
“Amico, ma che ti prende?” sussurra, Jackson si irrigidisce sul divano e drizza la schiena.
“.. non chiamarmi amico, cazzo” borbotta infuriato.
“Alex, smettila” lo ammonisco.
“.. è lui che ha iniziato, ha ragione Jake quando dice che perde le staffe troppo facilmente come una bambinetta al liceo..” borbotta. “Se io avessi perso le staffe molto tempo fa, probabilmente, adesso il tuo culo non sarebbe seduto sul mio divano” ribatte Alex.
“Rinfacciarlo in continuazione non ti aiuterà a sentirti meglio” mormora Jackson.
“Ragazzi, cercate di comprendere il suo stato d’animo. Sta attraversando un brutto periodo e voi tutti non fate altro che aumentare le tensioni in casa rendendo l’aria viziosa” mi intrometto io, difendendo Alex.
“Nina non mi serve un interlocutore” borbotta Alex, la mascella tesa.
“.. sono i miei uomini, so come parlarci.”
Sospiro infastidita e sorrido amaramente.
Dovrei stare zitta, lo so.
“Ragazzi non mi sembra il momento opportuno per litigare e azzuffarci ogni due minuti” conclude T.C.
“.. arrivo dritto al sodo, che hai intenzione di fare?” aggiunge, intrecciando le mani tra loro.
“Da quant’è che non torna a casa?” chiede, poi sospira pesantemente.
“Due giorni” sussurra Jake, lo sguardo basso.
“.. dopo la cazzata che ha messo in scena sa di averne fatta una grossa e per questo sta temporeggiando prima di ritornare a casa ed affrontare tutti noi” mormora Jackson.
“Quindi che dovremmo fare? Buttarlo fuori?” Jake alza un sopracciglio.
“Non ho detto questo, okay? Soltanto perché lui non tiene alla sua pelle questo non vuol dire che deve trascinare anche noi nella merda” sputa Jackson.
“Se Alex deciderà di metterlo alla porta io non obietterò” sussurra T.C, sedendosi proprio accanto a me.
“Puoi farlo? Puoi davvero cacciarlo?” chiedo improvvisamente.
“Nina non chiedermi questo, non posso farlo..” dice sotto voce, sembra combattuto.
“Perché? Perché non puoi farlo?” quasi urlo.
“.. perché mi ha salvato la vita e io ho salvato la sua, non posso tradire il mio codice d’onore.”
“Ti ostini ancora a difenderlo dopo quello che ti ha fatto? Dopo quello che ha fatto a tutti noi? Cosa ti serve ancora per aprire gli occhi e renderti conto che lui tiene più a se stesso che a tutti gli altri?”
“Nina ha ragione da vendere” sussurra T.C.
“.. credo che questo sia soltanto l’inizio di tanti spiacevoli eventi.” "In ogni caso dovremmo creare un piano, non credete?” chiede Jake.
“Che hai in mente Alex?” chiede T.C.
“Al momento sarà meglio che il piano rimanga sicuro nella mia mente, l’unica cosa che vi chiedo è di fidarvi di me anche se nelle ultime settimane sono cambiate molte cose e vi ho deluso. Penso ancora alla morte di Dave, lui era un di noi. E.. mi chiedo in continuazione cosa avrei potuto fare per salvargli la vita..” inizia a parlare.
“Vi chiedo soltanto questo..” aggiunge, facendo una smorfia.
“Soltanto uniti riusciremo a superare qualsiasi ostacolo, se ci prometteremo di guardarci le spalle a vicenda sono sicura che.. in poco tempo ne saremo fuori” mormoro.
“.. tutti” aggiungo, guardandoli uno per uno.
“Mi sono perso qualcosa? Ti sei unita al branco Nina?” chiede Jackson.
“.. accettate donne di ogni età?” chiedo in modo civettuolo.
“Facciamo eccezione soltanto per te, ma se hai qualche amica da presentarmi non farò storie..” scherza.
“Sfortunatamente per te prima di ritrovarmi qui con voi non avevo una vita sociale molto intensa quindi non ho tanti amici” faccio una smorfia.
“Avete finito?” ci interrompe Alex.
“.. perché non ti rilassi?” sussurro.
“Stiamo soltanto parlando, per caso ti infastidisce anche questo?” alzo un sopracciglio.
“No, voglio che tutti noi restiamo concentrati sull’obbiettivo. Occhi sempre aperti, guardatevi le spalle e soprattutto fidatevi del vostro intuito, quello non fallisce mai.”
“Io direi di andare lì e di proporre una tregua” suggerisce Jake.
“Quando io e Shane abbiamo incontrato per la prima volta Diego Falcones non l’abbiamo accolto a braccia aperte. Mi hanno proposto di lavorare insieme a loro, di dar via il 70% della nostra azienda che abbiamo costruito in questi ultimi tre anni. Volevano copiare la nostra produttività e rifilarci le loro stronzate, al quel punto se avessimo stretto un’alleanza con La Eme saremmo stati nei guai seri..” racconta Alex.
“Perché?” domando io.
“.. perché non si tratta di un’azienda in proprio che puoi chiudere o vendere senza alcun problema. Da quell’organizzazione non ne esci, sei condannato a vita” aggiunge.
“A meno che tu non muoia o ti ammazzano” sospira T.C.
“Wow” sussurro io.
“.. davvero toccante.”
“Nina è la fottuta realtà dei fatti. E da tutto questo che continuavo a proteggerti” sussurra infine.
“Quindi fammi capire; i bastardi si sono incazzati perché tu hai rifiutato di lavorare con loro?” ripete Jackson.
“Esattamente.”
“Tutto chiaro, volevano rubarci i nostri stessi soldi.”
“Non si tratta di soldi ma più di potere, controlliamo quasi tutte le vie dirette per il commercio. Le strade, il ghetto. Qualsiasi cosa, loro a Miami sono come fantasmi.”
“Avete mai provato a stringere un’alleanza pacifica con qualche famiglia importante?” chiedo.
“Che?” Jackson aggrotta la fronte.
“.. una famiglia, la mafia.. come diavolo la chiamate?” faccio segno con le mani.
“Quella è roba grossa, baby” ridacchia lui.
“Alex?”
“Sono sempre stato indipendente, non mi è mai servito l’aiuto e la protezione di nessuno tanto meno adesso..” borbotta infastidito.
“.. domandavo soltanto” faccio una smorfia offesa.
“Ascoltate; perché non organizziamo una festa?” suggerisce Jake.
“Ma sei fumato?” borbotta Jackson.
“No, dico sul serio. Una festicciola intima, tra di noi. Possiamo organizzarla anche qui, in casa.”
“Non se ne parla..” ribatte Alex.
“Invitiamo soltanto poche persone, quelle di cui ci fidiamo. Facciamo sapere a tutti che non abbiamo paura di nessuno, cazzo” esclama divertito.
“Una festa” sussurra Jackson.
“Non male come idea..” aggiunge.
“È una pessima idea” borbotta Alex.
“Non possiamo correre un rischio del genere.”
“Che tipo di festa vorresti organizzare?” chiedo curiosa.
“Una cosa semplice, birra a volontà, porno e musica.”
“Quanta classe” borbotto sotto voce.
“.. tu” Alex mi punta il dito contro.
“.. non immischiarti in questa cazzata della festa. Rimarrai chiusa in camera per sicurezza..” aggiunge.
“Non ci penso proprio” balzo in piedi.
“.. questa è casa mia e si fa a modo mio” ribatte lui.
“Non mi terrai segregata nella tua camera soltanto perché hai paura che qualcuno possa provarci con me” sputo.
“Non fare storie, non sei una bambina..” conclude.
“Allora diamo questa festa?” ridacchia Jake.
“.. io ci sto” dice T.C, facendo un cenno con il capo.
“Grande bello, pensavo ti fosse morto il cazzo per quanto eri depresso” aggiunge.
“Si, magari invitiamo anche le ragazze del Lux. Puttane per tutti Alex” ridacchia Jackson.
“Non ho bisogno di pagare per scopare” ribatte lui, serio e determinato.
“Beh, se aspiri a quello.. te la puoi scordare” replico, incrocio le braccia al petto incazzata nera.
“Woah” sussurra uno dei ragazzi.
“.. ti ha messo al tappeto, amico.”
“Taci” sospira infastidito.
“.. vedremo quanto a lungo resisterai” sussurra, avvicinandosi a me.
Ridacchio divertita, stando bene attenta a non farmi destabilizzare dal suo sorrisetto diabolico.
“Ho l'impressione che tu mi stia lanciando una sfida.”
“.. è così?” chiedo.
“Può darsi” sussurra, mordendosi il labbro inferiore.
“Adoro le sfide” sbatto le ciglia in modo civettuolo.
“.. ed io adoro il fatto che tu perda di proposito per farti prendere come più ti piace” mi sussurra all’orecchio.
“Non darti troppe arie soldato” gracchio, incapace di restare immune di fronte al suo impeccabile fascino.
Fa un sorrisetto tirato, leggo la sfida nei suoi occhi blu.
Sembra essere sempre così sicuro di sé stesso, è questo che mi piace di lui.
“.. vedremo.. e, alla fine mi pregherai in ginocchio piccola strega” sussurra a fior di labbra, catturando il mio respiro.
“Oh, Cristo” borbotta Jake.
“.. che cazzo belli, prendetevi una stanza” aggiunge schifato.
“Sembra di guardare uno di quel film hard” ridacchia Jackson.
“Idiota” borbotto, ancora determinata a tenere il broncio.
“Allora io mi occupo dell’alcool” Jake alza la mano.
“.. io invece mi occuperò della musica” propone T.C.
“E io mi occupo della figa” ridacchia Jackson.
“Farai bene a stare rinchiusa nella tua cameretta Nina, quello che potresti vedere scandalizzerà la tua suscettibile psiche” aggiunge. “.. renderò questa casa un bordello.”
“Non esagerare altrimenti vi taglierò i viveri” lo minaccia Alex.
“Non voglio troppa gente, non voglio droga in giro, musica non troppo alta e piantatela con le stronzate. Questa festa nemmeno si dovrebbe fare a parer mio” borbotta.
“Quale festa? Che mi sono perso?” ridacchia una voce.
Tutti ci voltiamo di scatto verso la figura alta e scura sul ciglio dell’ingresso del salone.
Alex storce subito il naso e si infuria alla vista di Shane.
Beve qualche sorso di liquore dalla sua boccetta che ripone accuratamente all’interno della sua giacca di pelle marrone.
“Andiamo” bofonchia.
“.. perché tutti questi musi lunghi? È così che accogliete un membro della famiglia che ha dato tanto per solidificare questa unione?” inizia a ridere.
Alex avanza verso di lui, annusa il suo odore e fa una smorfia.
“Sul serio?” urla improvvisamente.
“.. è pomeriggio e tu sei già ubriaco da far schifo?”
“Non ho bisogno di una badante..” sputa, barcollando di tanto in tanto.
“Ma che cazzo hai fatto? Sei impazzito? Ti sei fottuto quel cervello malato e quel poco di buonsenso che ti era rimasto?”
Alex è arrabbiato nero, urla così tanto che ho paura possa venirgli un attacco di cuore improvviso.
La faccia si è arrossata e le vene sul collo pulsano ritmicamente ogni volta che urla.
Tento di avvicinarmi a lui, di calmarlo o quanto meno tirarlo via prima che tutto questo possa trasformarsi in una rissa violenta.
“Ho fatto quello che ritenevo giusto fare. Non puoi condannarmi perché la penso diversamente da te e da questo branco di froci” sputa fuori di sé.
“Sai Mahone, dovresti cercare le palle che hai perso in giro e fartele riattaccare dalla tua concubina. Dopotutto scommetto che è piuttosto brava in quel campo, o sbaglio?” fa un sorrisetto perverso.
Alex scatta in avanti per colpirlo ma Jake e T.C. lo trattengono prima che possa fare qualche sciocchezza.
Anche se Shane merita il peggio.
“Mamma mia.. che modi” ridacchia lui, ubriaco e completamente fuori di senno.
“.. è così che tratti un fratello?” aggiunge.
“Alex, non ne vale la pena” sussurro alle sue spalle, stringendogli l’avambraccio.
“Non ne vale la pena” ripeto.
“Bravo Mahone, fatti rimettere in riga dalla tua donna. Lei si che ha più palle di te” lo provoca.
Riesco a sentire il suo respiro diventare sempre più ruvido, scatta in avanti ancora quando Jackson lo precede e colpisce Shane in pieno volto con un cazzotto ben assestato.
“.. cazzo” sputa, stringendo le nocche della mano.
“Questo è per tutto quello che hai fatto, hai messo a repentaglio la sicurezza delle persone che ritenevi fosse la tua famiglia, i tuoi fratelli.”
“Oh, Fernandez hai perso la verginità, finalmente sei diventato un vero duro” sussurra Shane, sputando del sangue sul pavimento.
“Tu sei malato” mormora con la faccia corrugata.
“.. sei un fottuto psicopatico e non ti permetterò di distruggere tutto quello che abbiamo costruito negli ultimi tre anni. Hai fottuto la nostra moneta di scambio, contento coglione?” ringhia.
“Proprio come la tua puttana, com’è che si chiamava? Oh, Megan” sussurra perversamente.
“.. non sono stato io a fottere la tua vita ma la tua ex-fidanzata scopandosi il vostro vicino” aggiunge ridendo.
Gli occhi di Jackson sono come due lampi furiosi, lo incenerisce con lo sguardo poi balza su di lui prendendolo per il colletto della giacca per riempierlo di pugni.
“.. pezzo di merda, non mi parlare mai più in quel modo” sputa contro di lui, gli altri ragazzi compreso Alex, tentano di separarli, ma Jackson sembra una furia.
Scalcia, urla, tira pugni.
Non l’ho mai visto in questo stato.
Shane ha davvero toccato un tasto dolente del suo passato.
“Voi tutti senza di me non siete niente” inizia ad urlare, ridendo come un folle.
“Mi implorerete di darvi una mano perché siete persi senza il sottoscritto in persona.”
Quando finalmente Jake lo libera dalle sue grinfie grazie all’aiuto di Alex e T.C., prendo al volo il coltello a molla che Jackson ha perso durante la colluttazione.
Non ho mai usato una cosa del genere, ma Shane mi spaventa molto di più di quest’arma.
Mi avvicino a lui e gli punto la lama alla gola.
Nella stanza piomba il silenzio totale, gli occhi di tutti sono proiettati su di me ma soprattutto sul coltello.
Shane alza le mani in alto, ma ha la faccia divertita.
“Hai fegato mutandine d’oro” ride.
“Prova solo a minacciare di nuovo me, il mio uomo o questa famiglia, prova di nuovo a chiamarmi puttana e giuro su Dio che ti cavo prima gli occhi poi ti taglio le palle e le do in pasto ai cani. Mi sono spiegata?” sussurro, la mano mi trema ma assumo una pozione risoluta e ferma.
Lui in riposta deglutisce con fatica, muovendo in sincrono il pomo d’Adamo.
“.. adesso sparisci e cambia aria per un po’” conclude Alex.
“Jake, portarlo fuori” ordina.
Il ragazzo biondo fa come gli viene ordinato, lo prende per il retro del collo e lo spinge verso l’uscita.
“Andiamo, hai già fatto abbastanza danni” borbotta Jake.
“.. e che cazzo, e non spingere! Ho le cazzo di gambe.”
Una volta fuori, Alex si avventa su di me e mi disarma, gettando il coltello per terra.
Stringe il polso talmente forte che ho paura possa spezzarmelo.
“Mi fai male” mi divincolo.
“Avresti dovuto pensarci prima di mettere in atto quella patetica sceneggiata. Ti sei bevuta il cervello?” urla.
“Volevo soltanto farmi rispettare. Gli ho messo paura.”
“Te l’ha lasciato credere, avrebbe potuto disarmarti in un secondo proprio come ho fatto io.”
“Non ho riflettuto, ho agito d’istinto” sussurro.
Mi lascia andare il polso, sembra quasi arrabbiato con sé stesso per il modo in cui ha reagito.
“Non volevo farlo, s-scusa” balbetto.
“.. la prossima volta lascia fare a me. Okay?” sussurra.
“Mi dispiace. È tutta colpa mia, tutto questo è per colpa mia. Se io non fossi mai tornata a casa quella sera non vi avrei incontrato, non mi sarei innamorata di te e Shane non avrebbe dato di matto rovinando ogni cosa.”
“Nina la tua unica colpa è stata quella di entrare nella mia vita quasi troppo tardi” mi prende il viso tra le mani.
“Non è assolutamente colpa tua. La colpa è mia, sono il capo, la guida di questi uomini. Li ho delusi e sto pagando le conseguenze amaramente” aggiunge.
“.. ti chiedo soltanto di avere fiducia in me e di pazientare per un altro po’ di tempo.”
Mi abbraccia, stringendomi forte a sé.
Mi aggrappo al suo corpo con tutta la forza che mi è rimasta dentro, il mio amore mi darà la forza necessaria per combattere al suo fianco contro un nemico di cui ancora sappiamo poco e niente.



In casa sono iniziati i primi preparativi per la festa di questa sera, Jackson gira per tutto il salone come un pazzo e T.C. installa la sua consolle per la musica.
Hanno trasportato in cucina almeno tre casse di birra, di liquori vari e di merdate simili.
Tutto questo mi preoccupa.
Alex pretende che io ne stia fuori, che mi chiuda in camera da letto fino al giorno dopo finché tutti se ne saranno andati, ma non sono d’accordo.
Molte volte la sua prepotenza mi infastidisce, sono sempre stata abituata a decidere per me stessa.
Ad un tratto ho perso la facoltà di prendere decisioni e di fare a modo mio come se dipendessi soltanto da lui.
Sono nervosa, forse un po’ irritata.
Le feste non mi sono mai piaciute tanto, soprattutto quelle delle confraternite all’interno del campus.
Erano soliti fare giochini idioti con la birra, ubriacarsi fino a svenire e a mettere in ridicolo le matricole del primo anno.
Le uniche feste a cui ho partecipato hanno fatto sì che io iniziassi ad odiarle con tutto il mio sdegno.
“Vuoi una mano?” gli chiedo, mi appoggio con i gomiti sul ripiano di marmo della cucina.
“Non dovresti essere già a letto?” ridacchia.
“Non sono una bambina, troppo spesso dimenticate il fatto che io avevo una vita prima di questo..” sbuffo.
“A quanto pare non era molto soddisfacente.”
“Tu dici?” borbotto irritata.
“Nina senti, perché per una buona volta non dai ascolto al tuo ragazzo e fai come ti dice?” mormora, distogliendo lo sguardo dal suo PC.
“Perché non sono la sua schiava” ribatto.
“Non voglio che mi trattiate come una poppante” sputo.
“Se tu non fossi così accecata dalla tua testardaggine potremmo farlo per davvero, ma soltanto nel momento in cui la smetti di battere i piedi per terra come una bambina capricciosa.”
“Vaffanculo T.C.” sussurro offesa, volto le spalle e me ne vado.
Avanzo verso la porta dello studio del mio tenebroso partner, afferro la maniglia con decisione e la spalanco intrufolandomi all’interno senza permesso.
“Mi annoio a morte” sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
Alex chiude improvvisamente il PC, irrigidendosi sulla poltrona dietro la scrivania.
La sua faccia è sorpresa, come se l’avessi beccato con le mani nel sacco.
“Che stavi facendo?” sussurro, poggiando le mani sui fianchi.
“Niente, perché non bussi prima di entrare?” borbotta.
“Perché pensavo fossimo arrivati ad un punto della nostra relazione in cui non abbiamo più segreti.”
“.. o non è così?” alzo un sopracciglio.
“Non ho nulla da nasconderti” si fa serio.
“Perché hai chiuso il computer in quel modo? Che cosa guardavi?” chiedo piano, avanzando di qualche passo.
“Niente” sbuffa.
“.. stavi guardando un porno?” chiedo ridendo.
Mi avvicino per sedermi sullo spigolo della scrivania.
Alex ride, scuotendo la testa, poi si morde il pollice.
“Credi davvero che io abbia bisogno di quella roba?”
“Non lo so, dimmelo tu” sussurro, stringendomi nelle spalle.
“No, non mi serve. Contenta?”
“Si” sibilo.
“.. anche perché mi infastidirebbe molto scoprire che il mio uomo se lo faccia venire duro guardando le tette di una sgualdrina ossigenata” ammicco, stringendo il suo pacco in una morsa non troppo stretta.
Lui sobbalza sulla sedia e tenta di proteggersi dal mio tocco.
“Le tue tette non sono minimamente paragonabili a quelle di una qualunque pornoattrice” sussurra, la voce strizzata in un rantolo. “.. ma se dovesse piacerti la cosa, se per caso ti eccitasse” sussurro appena, toccando con la punta dell’indice il suo petto.
“Potremmo fare una piccola eccezione.”
“Mh, interessante. Cosa hai da propormi stavolta?”
“Non metterti strane idee per la testa Mahone. Stavo soltanto pensando che se ti piace così tanto guardare potremmo farlo insieme..” suggerisco, diventando rossa in volto.
“.. adoro quando lo fai” sussurra, solleticando una delle mie guance rosee.
“Riesci ad arrossire nonostante la tua inibizione.”
“Non sono una donna spregiudicata, mi piace esserlo soltanto con te Alex. Rendere le tue fantasie realtà mi procura molto più piacere di quanto immagini.”
“La mia unica fantasia sei tu Nina, ti ho desiderata dal primo istante in cui ho posato i miei occhi su di te. E quando sei capitata tra le mie braccia, quando eri ancora tanto timida e chiusa.. ti desideravo ardentemente. Non riuscivo a pensare, a dormire. Ti volevo ad ogni costo, lottando addirittura contro i miei stessi impulsi..” rivela.
“.. possederti è stata la cosa più gratificante e bella di questo mondo.”
“Sei sempre così dolce con me..” sussurro teneramente.
Lo bacio sulle labbra, sedendomi sulle sue gambe.
Mai avrei immaginato di innamorarmi del mio stesso nemico, mai avrei potuto pensare che sarei diventata dipendente da qualcuno che aveva tutte le intenzioni di distruggermi e di rendermi un corpo vuoto.
Riconosco al volo il suo modo di baciare, questo tenero e dolce, passionale ed intenso mi fa pensare che ha voglia di dirmi qualcosa.
Un qualcosa che non ha il coraggio di dire a parole.
Rimarrei in questa posizione per ore ed ore, senza staccarmi mai dal calore della sua stretta o dalla dolcezza dei suoi baci umidi.
Quando ci stacchiamo per riprendere fiato mi lascio sfuggire una piccola risata.
“Perché ridi piccola strega?” mi solletica i fianchi.
“.. per caso ti stai prendendo gioco di me?” aggiunge.
“Niente, è che pensavo a quanto fosse strano il fatto che ci baciamo, finalmente. Non ti credevo un tipo da pomiciate lunghe ed intense..” sussurro, aggiustandogli i capelli.
“.. non lo credevo nemmeno io” si tocca il labbro inferiore.
“Non mi ha mai affascinato molto.”
“.. ma te la cavi piuttosto bene. A chi dobbiamo questo merito?” chiedo.
Se penso ad un’altra donna nelle braccia di Alex mi sale la bile in bocca.
“A nessuno in particolare. E tu? A chi dobbiamo questo merito? A qualche figlio di papà con la cravatta intonata alle scarpe?” mi provoca.
“.. non mi sono mai piaciuti i figli di papà. Ho un debole per i cattivi ragazzi con una pessima reputazione e il corpo sommerso di tatuaggi” sussurro con fare seducente.
“.. e io ho un debole per te, piccola strega” mi bacia.
Sorrido contro la sua bocca.
“.. perché continui a chiamarmi piccola strega?”
“Perché sono certo che tu mi abbia fatto un incantesimo.”
“Ne sei sicuro?” chiedo.
“.. mai stato più sicuro in vita mia” ribatte, il modo in cui i suoi occhi si illuminano mi fa impazzire.
Di sprovvista, prendo il suo volto tra le mani e gli infilo la lingua in bocca, sembra rispondere con passione al mio stesso bacio sfrontato.
Il modo in cui la sua lingua accarezza piano la mia mi fa vibrare il petto e formicolare il ventre.
“.. stavo pensando” sussurro senza fiato, poi mi stacco da lui.
“Potrei fare qualcosa per te” mi mordo le labbra, cadendo in ginocchio di fronte alla sua stazza imperiosa.
Sembra sorpreso ma allo stesso tempo divertito dalla situazione che si è creata.
Aggancio la cintura di cuoio per slacciarla, sono completamente senza fiato.
“Non mi corromperai in questo modo” ridacchia.
“Vedremo quanto resterai fedele alla tua parola..” ansimo, nel tentativo di sbottonargli i pantaloni.
Alex applica resistenza, vuole fare il prezioso.
Sorride perversamente, poi si alza e mi aiuta a rimettermi in piedi di fronte a lui.
“Vuoi farlo subito?” chiede, spingendomi contro il suo corpo.
“Si” dico senza fiato.
“Dove?”
“.. anche qui, non mi importa” sussurro, appoggia le sue labbra sul mio collo e perdo ogni controllo del mio corpo.
“Qui? Sul pavimento?” chiede, il respiro ruvido.
“Si” gemo, appendendomi ai suoi bicipiti.
“.. non hai paura che possa entrare qualcuno da un momento all’altro?” chiede, poi morde piano la mia pelle.
“Non mi importa.”
“Magari ti piace l’idea che gli altri ci guardino mentre scopiamo. Non è così?” sussurra, le sue mani sono dappertutto.
“Non ci ho mai pensato. Vuoi farlo?” chiedo, tirando la sua cintura.
“Magari potrei prenderti sulla scrivania” sussurra nel mio orecchio, le sue dita mi solleticano la pelle.
“Si” mi lascio sfuggire.
“… per quello che ho in mente di farti ho bisogno della nostra privacy. Non vorrei si eccitassero ad ascoltare le tue suppliche” mi bacia ancora, e ancora fino a farmi perdere completamente la testa.
“Puoi fare ciò che vuoi, mi fido ciecamente di te.”
“.. magari stavolta ti metto incinta per davvero. Che dici?”
“Non prendermi in giro” sussurro, gli occhi chiusi.
“Sono così pieno che credo esploderò. E quale posto migliore se non dentro di te?” ansima sul mio collo.
“Alex” mugolo.
“.. usciamo da questa stanza” sussurra, spingendomi contro la porta.
Non smette per un solo attimo di baciarmi, di sfiorarmi, di toccarmi e di provocarmi con frasi e parole sporche che aumentano il desidero carnale che sta fiorendo attimo dopo attimo dentro di me.
Un bacio, uno scalino, poi un altro bacio e ci ritroviamo di fronte alla nostra camera da letto.
Lui la spalanca con un calcio netto, mi spinge nel suo interno e mi getta delicatamente sul letto.
Lo desidero con ogni fibra del mio essere.
Sulla faccia ha quello sguardo compiaciuto, si avvicina e poi si appoggia le braccia sul materasso per darmi un bacio fugace.
“Chi dei due sarà a pregare Nina?” sussurra nel mio orecchio.
Nel giro di qualche secondo si stacca da me, si avvia alla porta e afferra la chiave dalla toppa.
Balzo in piedi per raggiungerlo, lui agita la chiave tra le dita in modo divertente, compiaciuto.
“.. bastardo” sussurro.
“Sognami” mi strizza l’occhio, poi chiude la porta dietro di sé e rigira la chiave della serratura.
“Alex” urlo stizzita.
“.. sul serio? Apri questa dannata porta” ordino.
Batto le mani contro il legno possente ma sembra se ne sia andato già da un pezzo.
“Alex” continuo a chiamarlo.
“.. te la farò pagare se non apri questa cazzo di porta.”
Sbuffo più volte ed impreco sotto voce.
Figlio di puttana, non posso crederci.
Mi ha fottuta.
Ha rigirato la cosa a suo favore per chiudermi in camera, sapeva che avrei trovato ogni modo per fargli avere un ripensamento.
Ma in fondo Alex mi piace anche per questo, è bravo a manipolare le persone, è bravo a sedurre, a condizionare e a controllarle.
Proprio come è successo a me.

The herd. (IL BRANCO) Where stories live. Discover now