Capitolo 9

3.6K 167 3
                                    

Vi consiglio di andare a leggere le storie di @RISPOLIGIADA.   @alessiaaaaaaaa2003

Detto questo buona lettura!

*******************************

Con me ho portato una foto della mia famiglia.

Esamino i volti dei miei genitori.
Perché in Australia?

Tento di capirli, non ci riesco.
Non hanno mai parlato dell'Australia, non c'è nessun parente, amico, proprio non capisco.

"Vedrai che torneranno"
Balzo la testa, Nicolas senza il gesso.

"Ma sei scemo?"
Sbotto e gli vado contro.

Ora gli faccio capire la stronzata che ha fatto.
Premo le dita attorno il suo braccio.

"Ma sei fuori?!"
Allontana il braccio da me, lo stringe a se e mugula qualche verso di dolore.

"Perché te lo sei tolto?
Devi fare ancora la fisioterapia!"
Lo ammonisco come se fossi la madre.

"Mi da fastidio, così gli ho fatto vedere quanto fosse bello il cestino della spazzatura"
Sorride fiero.

"Aspetta!
Come diavolo hai fatto a levarti il gesso?!"
Spalanco gli occhi incredula e stupita.
Mi passa per la mente l'immagine di lui col martello pneumatico, tento di non ridere.

"Un mago non rivela mai i suoi segreti"
Ammicca.

Sbuffo, volevo sapere cosa ha fatto.

"Ho parlato con mio fratello"
Il silenzio cala, meglio avvertirlo di questo non piccolo particolare.

"Sa qualcosa?"
Si interessa subito, avvolge il mio corpo tra le sue braccia, tra cui una mezza morta ma è un dettaglio, di poca importanza.

"Li ha trovati in Australia"
Tento la testa bassa dalla vergogna, perché a me?

Evito il suo sguardo, ho paura di risultare infantile e debole.
Prima ho aiutato una ragazza incinta, ed ora mi perdo in queste cose?!

"Hai qualche idea?"
Credo si riferisca al perché siano andati lì.

Quello che mi chiedo anch'io, mi sto rovinando l'esistenza per questo!
Muovo la testa contro suo bicipite, in un no.

Ella, qui non siamo messi niente male!
Ma che penso!

Basta! Basta!
Torna seria!

"Nicolas secondi te ritorneranno?"
La sua opinione vale molto per me, ho bisogno di lui adesso.
Anche se mi sento debole e sul punto di piangere sul suo petto, con lui mi sento pronta ad andare in guerra.

"E tu credi che possano rinunciare ad una figlia come te?!
Nah!"
Una piccola speranza nasce in me.
Un piccolo fiore, che sarà alimentato dalle certezze di Riccardo e dal affetto del mio uomo.

"Nicolas"
Lo chiamo, con la testa rivolta verso l'alto.

"Dimmi"
I nostri occhi rimangono fermi, si soffermano sui nostri sguardi.
Il mio cuore fa troppo rumore, il suo battito è troppo veloce.

Desiderio, amore, bisogno, fiducia, forza... gli occhi dicono quello che vorremmo dire.
Però siamo stupido e lasciamo vincere l'orgoglio con dei pentimenti.

"Sei mio!"
Esclamo con tono duro e sincero.

Magari esagero perché non so cosa succederà tra qualche anno, forse ci lasceremo.
Carpe diem, cogli l'attimo per una volta.

Ma si!
Quattordici anni si vivono una volta sola.

Annuisce col sorriso e finalmente annulliamo quella fastidiosissima distanza.

Ora lasciatemi sola col mio paradiso ed il mio medicinale perfetto.

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora