Capitolo 11

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NICOLAS POV.

"Ma che caz.."
Borbotto di prima mattina, che cosa bella.

Ho tutto il lato sinistro del torace bollente, pesante.
Qualcosa mi impedisce di muovermi.

Con l'altro braccio, strofino energicamente l'occhio.
Li apro senza la luce del giorno che mi da fastidio, il sole della Sicilia è imbattibile.

"E poi ero io quello che aveva paura dei mostri"
Ridacchio accarezzando la sua testolina.

Ha la bocca semi aperta sopra il mio petto.
Un braccio esteso su di esso, l'altro esteso dall'altra parte.
Le gambe incrociate alle mie.

Ma di notte si trasforma in una contorsionista?
Io neanche sotto sedativi riuscirei a stare così.

Con le labbra secche, le do un bacio sulla fronte calda.
Tiro la testa indietro.

Forse ha semplicemente caldo.
Lo spero.

Stavolta le tocco la fronte con la mano, sempre calda.
Balzo in aria preoccupato.

"Giulia, Giulia"
La chiamo per vedere come sta, ho paura che si è presa la febbre e molto alta.

Non si sveglia.
Inizio a picchiettare velocemente la mano sulla sia guancia.
Mi rendo conto che è più pallida del solito.
La sua carnagione è già chiara, ma mai è stata così pallida.

Gli occhi sono contornati da delle profonde occhiaie viola, mai successo.

La sento mugulare e con sforzo aprire leggermente le palpebre.

"Ciao"
Sorrido sperando di trasmettere tranquillità, forse lo sto facendo anche per me.
Di solito si occupavano di queste cose i miei genitori.

"Se.. sento freddo"
Riesco a mala pena a sentire la sua debole voce.
Balbetta.

Uno strano rumore mi distrae, i suoi denti battono.
Trema.

"Adesso ti copro bene"
Dico spostandola, la metto dove poco fa dormivo io.

Sicuramente è ancora caldo.
La copro bene, dopodiché vado verso l'armadio e prendo due coperte abbastanza pesanti.

Gliele poggio sopra, ovviamente non come farebbe una donna, ma non è questo la cosa più importante.
Una volta essermi accertato di averla messa in un posto al calduccio, entro in bagno dove dovrebbe esserci se non erro uno scompartimento per i medicinali.

Esulto quando vedo il termometro.
Per la troppa ansia e premura faccio cadere tutto.
Agitando la mano lascio tutto com'è.

Mi siedo sul letto, circondo il suo ventre con il mio braccio.
Faccio poggiare la sua testolina su di me.
Con le dita sposto alcune ciocche di capelli, umidi, incollati alla fronte.

Voglio farla riposare così faccio tutto io.
Le alzo il braccio e metto il termometro.

"Quanto ci mette?!"
Quasi urlo frustrato e con la pazienza pari a zero.

"Dio grazie!"
Esulto per il tintinnio del oggetto elettronico.

"39"
Riesco a dire solo questo, nella nostra nessuno ha mai raggiunto temperature così alte.

Delicatamente mi alzo, sistemandole il collo e tutto.
Esco dalla stanza, senza provocare il minimo rumore.

Con la testa affollata dai pensieri prendo dei medicinali per queste situazioni.

Leggo prima le istruzioni.
Eccolo il problema, devono essere prese a stomaco pieno.

Guardo velocemente cosa c'è in cucina, mi serve qualcosa di piccolo e sostanzioso.

Una brioche sarebbe l'ideale.
Magari non quelle super farcite di porcherie, da farti vomitare anche il cenone del capodanno di dieci anni fa.

"Buongiorno anche a te fratellone"
Mi volto verso mia sorella.
Anche lei ancora assonnata.

"Buongiorno.
Sai per caso se abbiamo delle brioches?"
Domando aprendo tutti gli sportelli e cassetti.

"Si, perché?"
La sento vicina.

"Giulia ha la febbre molto alta e per prendersi queste medicine deve mangiare prima"
Continuo con la mia ricerca.

"Come ha la febbre?!
Ma se ieri stava una favola?!"
Anche lei un po' stranita, urla.

"Fai piano che la sveglia, a mala pena riusciva ad aprire gli occhi"

Trovo quello che mi serve.
"Come te ne sei accorto?"

"Era con me quando"
Vengo interrotto dalla malizia di Ingrid.

"Nicolas mi raccomando, Giulia è piccola per essere mamma"
Ridacchia, consapevole della grandissima cavolata, per non dire altro, che ha detto.

"Guarda, non ti faccio il solletico perché hai in grembo mio nipote"
Mi trattengo.
Ritorno in camera.

Con la stessa procedura di prima la faccio mangiare.
Ha impiegato venti minuti per magiare una brioche quanto la mia mano.

"Brava, ora prendi questa.
Sta attenta"
La tratto come una bambola, le porgo la medicina.

Per fortuna la manda giù senza problemi e si riaccascia sul letto, ritornando nel mondo dei sogni.

Spero vi piaccia!!
Domani per me niente scuola, ho un sonno, ma per voi faccio le ore piccole!

Buonanotte!!!

Un amore impossibile 2. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora