Capitolo 38

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"Giulia ti rendi conto che ti sei picchiata con una ragazza nel supermercato?"
Nicolas continua ad urlare

Ha rimproverato solo me, non è possibile, anche quella zoccola ha messo del suo e rimprovera solo me.

Non è giusto.
Il proprietario ci ha fermate ed io, minorenne ho chiamato a Nicolas.
Da quel che potete capire, si è arrabbiato e non poco.

"Ho capito ho sbagliato, anche lei però mi ha picchiata e se non fosse stato per quella sua boccaccia, io non avrei fatto nulla"
Ribatto.
Questo l'ho ripetuto non so quante volte.

Ma sembra non ascoltarmi, anzi non mi ascolta affatto.

"A lei forse ci penserò, anche perché lei non è affar mio"
Questa è la sua scusa, secondo me ha solo paura di comportarsi da uomo.

"Sai una cosa, io ho la coscienza a posto.
Ho fatto quello che dovevo, tu ne dubito"
Lo incalzo, con la macchina ancora accesa apro lo sportello.

"Giulia sali subito!"
Si sbaglia proprio se ora pensa di potermi dare ordini.

Oramai conosco la strada a memoria, non sono molto lontana.
Forse stare da sola e respiratoria aria fresca e pulita potrebbe farmi bene e tranquillizzarmi.

Chiudo lo sportello con forza, inizio a camminare, ignorando le sue urla.

Sbuffo ad ogni suo ordine.
Vado per la mia strada.

Per fortuna avevo messo le cuffiette nella tasca del giubbotto, le tiro fuori.
Alzo il volume al massimo, sovrastano la voce del mio ragazzo alla perfezione.

Inoltre la macchina continua a rimanermi accanto, tiene il mio passo.

Visto che non vuole capire, gli faccio il dito medio, sorridente.

Devo dire di essere molto soddisfatta, dice qualcosa e poi parte sgommando.
L'ho fatto arrabbiare, perfetto.

Adesso capisce come mi sento.

Cammino con le braccia incrociate per tutto il tempo.
Suono, con riluttanza il campanello.

Grazie a Dio apre la porta Ingrid, senza il bambino.
Ha una magliettina blu, bagnata sulla spalla.
Dev'essere la bava del mio amorino.

"Grazie al cielo, sei tu!"
Mi stringe forte a se, riesco a malapena a respirare.

Il suo istinto materno si è sviluppato un po' troppo per i miei gusti.

"Tesoro sei dolcissima, ma vorrei entrare e respirare magari"
Sussurro su di lei, annuisce.

A scoppio ritardato scioglie l'abbraccio.
Entro ed un brivido percorre il mio corpo, il cambio di temperatura si percepisce.

Cerco con lo sguardo quel babbuino, deficente, mongolfiere, troglodita di Nicolas.

Le mie mani lo vogliono picchiare, quando lo vedo spensierato col bambino.

Non per Jørgen, anzi adoro quando ci gioco.
Ma non ha mostrato un minimo di sentimento, preoccupazione.
L'esatto contrario di quello che ha fatto Ingrid.

I nostri sguardi gelidi si incrociano, distolgo lo sguardo e vado in camera.

La mia amica mi segue, provando a commentare, senza però trovare nulla da dire.

Anche perché, non c'è nulla da commentare.
Abbiamo litigato e dobbiamo sbrigarcela da soli.

Inoltre lui pensa di potermi parlare in quel modo, e scaricare tutta la colpa su di me.

"Amore, mi dispiace così tanto.
Nicolas mi ha detto tutto"
Entra in camera mia, scusandosi.

Muovo la testa.
"No, tu non hai alcuna colpa.
Tranne quella di aver generato un bambino a dir poco perfetto"
Penso che mai ho litigato così con Nicolas.

Sono triste per questo, ma devo tenere la testa alta.

"Devo chiederti una cosa, voglio sapere la tua versione dei fatti"
Grazie Gesù.
Una persona intelligente in questa famiglia c'è.

L'unica cosa buona di oggi.

Annuisco, ci sediamo nel mio letto e le racconto tutto.

"E quel cretino di mio fratello non ti ha creduto?!
Come ha potuto dare la colpa a te!"
Finalmente qualcuno che mi appoggia e mi crede.

Non so il perché del mio abbraccio, magari perché mi sento compresa.

"Bene, visto che tu e lui non vi rivolgerete la parola.
Stasera vieni con me e non si discute, così si impara!"

Spero vi piaccia!!

Un amore impossibile 2. Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin