Rainbow

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Guardare Wanda che cercava di estrarre il proiettile dalla spalla di Emma, non era affatto piacevole. So che tutto questo sta succedendo a causa mia ma, per un assurdo motivo, non riesco a ignorare quello che sento e allontanarmi da lei; o dall'amico che ho appena ritrovato. Stanno rischiando tutti qualcosa solo perché il mio migliore amico non vuole perdermi di nuovo; Emma si è innamorata di un uomo che non le potrà mai dare la libertà che merita, ma solo vari momenti di felicità. In più, c'è la piccola Amanda: lei è la cosa che mi preoccupa di più al mondo; non è ancora nata e le paranoie che un genitore ha per i suoi figli, iniziano a girarmi in testa. Come potrò mai essere un buon padre, se dovrò proteggerla anche da me stesso? Allontanarla da persone che potrebbero farle del male a causa mia, come potrò? Non credo Emma abbia pensato a tutto questo, ma ora non posso dirle di troncare questa gravidanza inattesa; non l'avrei fatto comunque. E' la mia bambina e poi, sono stanco di avere la morte di persone sconosciute sulle mani; non voglio aggiungere quella di una bambina neanche nata. Torno al presente a cause delle parole di Wanda.

-Okay, il proiettile è troppo in profondità; lo estrarrò con i poteri.

-Cosa? Sentirà troppo dolore.- dico allarmato

-James, tranquillo, non farà così male.- dice Emma

-Non devi cercare di fare l'eroina.

-Non sto cercando di fare l'eroina: ne ho passate di peggiori.- dice lei agitandosi un po'.

-Okay, fa come credi.- dico alzandomi da terra e andando da qualche parte in giro per quella nave.

Sento dei passi dietro di me che mi seguono, ma non mi fermo; arrivo fino alla punta della nave. Appena arrivo, stringo forte la ringhiera davanti a me, mentre quello che si rivela essere Steve, si mette al mio fianco. Restiamo in silenzio per degli attimi infiniti, mi fanno riflettere sul tono che ho usato con lei. Non ho riflettuto su quello che ho fatto e ho portato la rabbia ad un limite non consentito.

-Lo so, sono ho esagerato.- dico rompendo il silenzio.

-Ha ragione, quando dice che ha passato di peggio, Buck.- dice lui continuando a guardare l'orizzonte.- E' stata un agente dello SHIELD e le è successo di tutto; un piccolo proiettile nella spalla non è assolutamente niente. E' stata rapita perché delle persone volevano qualcosa da Tony, mi ha salvato più volte, questo come con tutti gli altri. Avrà sentito il proiettile arrivare, ma per non far cadere anche te, se l'è preso lei. Quella prima volta che non mi hai riconosciuto ha rischiato di morire soffocata sotto le tue mani, ma non te lo dice perché sa che ci stai male; devi sapere che è forte abbastanza da sopportare tutto il dolore che le si presenta davanti ma non riuscirebbe a sopportare la tua perdita.

-Adesso è incinta, Steve. Non può pensare solo a se stessa.

-Lei ha pensato a tutti e due: sapeva che qualcuno di noi l'avrebbe presa e portata a bordo. Nessuno l'avrebbe lasciata morire annegata ma che se fosse successo qualcosa a lei, la bambina sarebbe sopravvissuta. E' lo stesso discorso dell'operazione, più o meno. Lei è così. Non lo fa per riconoscimento o per avere un grazie da noi, ma sa che può salvare le persone che ama e non sta ferma a guardare, agisce. 

-Ho paura di perderla, deve capirlo che non è sola. Deve capire che ha delle persone che le vogliono bene e che lascerebbe un vuoto incolmabile.

-Tony le ha fatto questo discorso mille volte, ma non sembra recepirlo. Si clemente con lei, è la sua natura. -dice girandosi, finalmente, verso di me e sorridendomi.

-Scusate..-dice una voce alle nostre spalle. Ci giriamo e la piccola Emma è davanti ai nostri occhi.

-Vi lascio soli.- dice lui lasciandole un bacio sulla testa.

-Che cosa è successo prima?- chiede quando Steve e lontano da noi.

-Io, so che ne hai passate molte ma ogni piccola cosa, mi preoccupa. Non sei più sola e ho paura di perderti, Em.- dico agitato

-Non iniziare con questo discorso, l'ho già sentito. Non posso stare ferma sapendo che le persone a me care possono trovarsi nei guai. -dice facendo le virgolette alla parola guai.

-Non te ne frega niente di te ma a me si.- dico arrabbiato 

-Qual è il problema? Vuoi sapere se ho sentito quello sparo? Si ma se mi fossi spostata prima, anche tu saresti finito in mare e non potevo permetterlo. Sapevo che mi avreste trovata in tempo e non lasciata li.- dice anche lei arrabbiandosi.- E non usare la scusa della bambina perché sai meglio di me che sarebbe ancora viva. Non c'entri niente tu, se voglio salvare la gente.

-Certo che c'entro io dato che è tutta colpa mia.- grido al limite.

-Che cosa?- sussurra lei

-Si che è colpa mia. Se non fossi stato il soldato d'inverno, tutto questo non sarebbe successo. Steve mi segue perché non vuole perdermi e tu perché sei innamorata di me. Tutti stanno rischiando qualcosa per seguirvi ed è tutto collegato a me.

-Se tu non fossi mai stato il soldato d'inverno, non sarebbe stata concepita Amanda. Saresti morto cadendo da quel treno e non è colpa tua se ti hanno trovato quei bastardi. Tu andavi in missione per difendere un Paese in cui credevi. E' colpa loro se sei diventato quel criminale che ora non sei.- grida lei

-Ti ho quasi uccisa per essere quello che loro volevano.

-Ma sono ancora viva, nonostante tutto. Te l'ho detto, ho sempre avuto un interesse nei tuoi confronti..

-Che problemi hai, se ti affascina un assassino?- grido interrompendola ma non riesco a controllarmi più;  purtroppo, non mi rendo conto delle parole che escono dalla mia bocca, fino a quando non vedo il dolore che la colpisce in pieno volto come un pugno.

-Volevo dire..- cerco di spiegare ma mi interrompe.

-Quello che hai appena detto. Se pensi che io abbia dei problemi, non dovresti stare con me.- dice per poi correre via.

Che cazzo ho fatto? Merda.

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Le ore passate senza di lei, sono le stesse ore che servono per arrivare al porto africano: interminabili e strazianti. Ha gli occhi rossi per il pianto e le guance rigate; tutto questo mi fa sentire l'uomo peggiore del mondo. La guardo da lontano e noto la sua freddezza, nonostante mi guardi quando pensa di non essere vista da nessuno. I capelli biondi le volano davanti la faccia e li sposta con delicatezza ma con gesti ormai automatici.

-Dal porto del Congo a Kinshasa ci vogliono 2 ore. A Kinshasa ci aspettano due elicotteri che ci porteranno in Wakanda.- dice Tony.

-Bucky e Emma, venite con noi?- chiede Scott

-Io vado con zio Tony, ma grazie.- dice senza degnarmi di uno sguardo.

Sto per ribattere, per fermarla dal suo percorso verso la macchina di Stark, sto per prenderla tra le braccia ma, quando la nave attracca al porto, una freccia bomba esplode nelle sue vicinanze e la sbalza verso un punto impreciso. 

-Emma!- gridano tutti ma io resto paralizzato sul posto. La vedo li distesa e i miei peggiori incubi si materializzano davanti ai miei occhi. 

-La prendo io. Correte alle macchine.- dice Tony

-Andiamo, Buck.- dice Sam trascinandomi per un braccio. Saliamo sulle macchine e dei proiettili iniziano a venirci addosso, prontamente li schiviamo. Iniziamo a correre e a seminare questi brutti bastardi e in poco più di due ore arriviamo vicino agli elicotteri. 

-Abbiamo poco tempo per salire sugli elicotteri prima che ci raggiungano. Sbrigatevi.- grida Steve. Corro velocissimo vicino Tony e prendo in braccio Emma.

-Si è ripresa un po' nella macchina ma è svenuta di nuovo. I suoi parametri vitali sono buoni e anche quelli della bambina; Friday ha dato un'occhiata. Risolvete quello che dovete risolvere perché se non fosse stata distratta, l'avrebbe vista quella freccia.- dice Tony salendo dopo di me sull'elicottero. Avrei risolto tutto quello che voleva ma dovevo metterla in salvo prima.



[Revisione: 2/3 del capitolo modificati]


Half of Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora