Prima di entrare nella doccia, - tremava di freddo e voleva che l'acqua calda le facesse arrossire la pelle - chiamò Alicia per dirle che quel giorno non sarebbe andata a badare a Lucio. Josefína arrivò, preoccupata, quando Camila finì di lavarsi. L'avvolse in un accappatoio e le disse di andare sul suo letto matrimoniale. Le asciugò i capelli, e lo fece con tanta delicatezza, che Camila si addormentò seduta. L'aiutò a sdraiarsi e, quando le appoggiò le labbra sulla fronte per valutare la febbre, terminò per depositavi un bacio. A Camila venne voglia di piangere.
-Mami?
-Dimmi.
-Mi fa male la gola.
-È sempre stato il tuo punto debole.
"Perchè sono del Toro", pensò, e non si permise a dirlo ad alta voce; sua madre disprezzava le questioni sullo zodiaco.
-Mami?
-Dimmi.
-Lautaro ed io abbiamo rotto.
-Già lo immaginavo. Sei stata come un'anima in pena durante queste ultime settimane.
-Lui ora esce con Ines.
-Ines? Con quella con la quale sei andata a ballare? -Camila annuì- È bella, -Ammise Josefína- però mi è sembrata un po' superficiale e mangia uomini. Bene, ora riposa e cerca di non pensarci. Vado a prendere dei panni freschi.
Il medico le diagnosticò una grave influenza. Le prescrisse un antibiotico, un espettorante e sette giorni di riposo. Su richiesta di Camila, le venne scritto un certificato medico da presentare a scuola; un altro venne fatto per Josefína, che avrebbe chiesto di poter stare con sua figlia.
Durante i giorni successivi, Camila si chiese se si poteva morire d'influenza. Non si era mai sentita tanto male, tanto debole, tanto addolorata. "È che l'influenza si è mescolata col dolore della tua anima", le disse Alicia al telefono, che la chiamava tutti i giorni. "Riprenditi presto", le chiedeva. "Lucio non sopporta la donna che ti rimpiazza ed io non mi fido". Queste parole le facevano coraggio e riparavano il suo orgoglio.
Juan Manuel andava da lei tutte le sere, dopo il lavoro. Siccome non aveva messo più piede nell'appartamento dalla separazione, la prima volta che Camila alzò le palpebre, pesanti come tende di piombo, e lo vide seduto sul materasso, pensò di sognare. Tutti i giorni, socchiudeva le labbra secche e gli chiedeva lo stesso:
-Papi, va tutto bene a lavoro?
-Sì, figlia mia, molto bene.
-Non mi menti?
-No. Con Ximena lavoro molto bene.
Ximena lo trattava con fredda gentilezza e gli offriva il caffè, che Juan Manuel rifiutava sempre con un: "No, grazie. Devo andare".
La persona che dispiaceva vedere, anche se le costava ammetterlo, era suo fratello, per una semplice ragione: le portava notizie di Lautaro. Sapeva che aveva chiamato due volte al telefono. Josefína lo aveva trattato cordialmente, gli aveva spiegato che Camila era molto debole e che non poteva riceverlo.
-Come sempre, oggi Lautaro mi stava aspettando in stazione -Le diceva dopo essere tornato da suola- Mi ha chiesto di te.
Il lunedì, Ignacio aprì lo zaino e prese una busta bianca.
-Ti manda questa lettera perchè dice che non può parlare con te al telefono.
Camila osservò la busta per alcuni secondo, scosse la testa per negare - il quale intensificò il mal di testa - e gemette di dolore.
-Nessuna lettera ora- Decise Josefína, e la tirò via dalle mani di Ignacio.
-Buttala, mamma- Disse Camila.
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Nata sotto il segno del Toro
Teen FictionATTENZIONE! QUESTA STORIA NON E' MIA. Come rompere l'incantesimo di uno sguardo? Come calmare i battiti al suono della sua voce? Come dire al tuo cuore che amare è pericoloso? La vita di Camila da' un giro drastico il giorno in cui l'impresa di suo...