Il giorno dopo, Camila si alzò presto, colma di un'energia nata dall'emozione. Si preparò con cura: si lavò, si depilò, si truccò appena, si profumò lievemente e si vestì con un completo che avrebbe sorpreso Lautaro. Si spaventò quando sentì suonare il citofono. Guardò l'orologio: undici e ventotto. Sorrise al pensare che anche lui era in ansia.
-Allora, -Disse Josefína, mentre si salutavano- passerete la giornata con i vostri amici.
-Sì, -Mentì Camila- con Nico, Lucre, Morena e Bianca. Andiamo a fare shopping e a guardare un film al cinema.
-Tieni il cellulare acceso tutto il giorno, per favore. Al cinema metti la vibrazione.
-Sì, mamma.
-E ti voglio a casa alle sette.
-Va bene.
Non le piaceva mentirle, ma non era preparata a condividere con sua madre quello che avrebbe fatto. "Farò l'amore con il ragazzo che amo", si ricordò, e una vertigine le provocò un formicolio allo stomaco, che si accentuarono quando aprì la porta dell'edificio.
Lui non ebbe intenzione di avanzare, rimase quieto con le braccia incrociate al petto, e quando Nahuel volle correre verso di lei, un'ordine di Lautaro lo fece sedersi di nuovo; ugualmente, incominciò a tremare, a guaire e a colpire il pavimento con la coda. Avvertì che gli occhi di Lautaro la scrutavano dalla testa ai piedi. Lei, a sua volta e mentre si avvicinava, lo studiò. Si fermò a pochi centimetri da lui e, dopo avergli lanciato uno sguardo malizioso e per infastidirlo, si chinò e abbracciò Nahuel.
-Ciao, Nahuelito, piccolo mio. Quanto mi sei mancato!
L'emozione del rincontro condusse Nahuel ad abbaiare e a fare salti, che Camila schivò per scappare alle zampe sporche del labrador.. Un altro ordine di Lautaro lo fece tornare alla sua posizione originale.
-Ciao- Lo salutò, con un sorriso nervoso.
-Ciao- Rispose lui, e avanzò di un passo.
Camila alzò il mento per mantenere il contatto visivo. Quando lui le diede un sorriso sinistro e divertito, Camila si mise a correre. Si era messa in un casino. Lautato s'inclinò ed assaporò le labbra che sapevano di lucidalabbra alla frutta. Camila le socchiuse per lasciar scappare un suono di piacere e lui ne approfittò per succhiarle il labbro inferiore e, successivamente, penetrarla con la lingua. Non si toccavano ad eccezione delle loro bocche. Lautaro si separò per dire:
-Hai gli stessi vestiti che indossai il giorno in cui ti ho conosciuta.
-Sono felice che te ne sia reso conto.
-Come potrei dimenticarlo?
-L'ho fatto apposta. Le scarpe sono nuove -Disse, ed incominciò a muovere i piedi per mostrargliele- Le altre mi stavano un po' piccole. Ma sono rosa, come quelle che avevo quel giorno. E tutto il resto, sono le stesse cose che indossavo quando mi hai conosciuta.
-Sì. Andiamo- Disse, e la prese per mano per incominciare a camminare.
-Dove?
-A casa mia.
La delusione le cadde addosso come un pianoforte.
-A casa tua?
-Non c'è nessuno -Lautaro si girò appena per guardarla e, subito, tornò a guardare di fronte a sé- Sono rimaste a San Justo.
-Ah.
Camila alzò la vista al cielo e provò piacere nel guardare il cielo azzurro, nel sentire il clima caldo e una leggera aria che soffiava su di loro. Si trattò di una camminata di poche parole che non la imbarazzò: al contrario, approfittò del silenzio per tranquillizzarsi. I suoi sforzi andarono in frantumi quando arrivarono al palazzo di Lautaro. In ascensore, lui la spinse contro lo specchio e la baciò con la stessa voracità impiegata il giorno prima.
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Nata sotto il segno del Toro
Ficção AdolescenteATTENZIONE! QUESTA STORIA NON E' MIA. Come rompere l'incantesimo di uno sguardo? Come calmare i battiti al suono della sua voce? Come dire al tuo cuore che amare è pericoloso? La vita di Camila da' un giro drastico il giorno in cui l'impresa di suo...