Capitolo 28

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Nel Centro dei Turisti, il guardiano del parco e la guida li conducevano attraverso la Quebrada del Condorito, intossicandoli di raccomandazioni.

Camila ascoltava senta prestare attenzione, ipnotizzata per la vista delle mani intrecciate di Lautaro ed Ines. Non poteva credere quello che le stava succedendo e le dispiaceva aver ceduto all'impulso di partecipare a quel viaggio. Ogni tanto, cercava di prestare attenzione: la guida parlava de La Pampilla, del Balcón Norte, dei condor, del tabaquillo, delle Sierras Grandes, della pianura chaco-pampeana, parole che Camila riusciva a comprendere solo con lo sforzo, che si diluiva di fronte al peso della sua tristezza: erano mano nella mano.

Finalmente, incominciarono la camminata che sarebbe durata varie ore. Siccome faceva freddo, si coprì molto, mettendosi perfino la calzamaglia di lano sotto i pantaloni, e finì per avere l'impressione che la sua circolazione sanguigna si fosse fermata.

Era a causa della depressione che la dominava che non apprezzava la natura del luogo?

-Respira profondamente, Cami -La incoraggiò Sebastián, mentre andava al suo fianco- Non noti com'è pura qui l'aria? La guida dice che è per la gran quantità di ozono che c'è.

Non aveva nulla da perdere, perciò Camila accettò con piacere la compagnia di Sebastián ed inspirò per compiacerlo. "Sì", si meravigliò, "qui l'aria è pura e ha un profumo magnifico".

-C'è un posto, dove ci portava mio nonno, nella quale vedevamo i condor atterrare. È bellissimo!

-Che bello- Disse, senza allegria.

-Non essere abbiacchiata, Cami -Le appoggiò il braccio sulle spalle e le diede una stretta amichevole. Divertiti. Tu ed io ci divertiremo insieme in questo posto. Lo conosco come il palmo della mia mano.

-Non sembra molto bello.

-Migliorerà quando arriveranno le parti da scalare. Vedrai com'è bello. Ti sta molto bene questo berretto di lana- Commentò. Per fortuna, Ines e Lautaro erano usciti dal suo campo visuale, e Camila si sforzò di mantenere lo sguardo quieto: non voleva tornare a guardarli. In realtà, il paesaggio andava migliorando e recuperava bellezza, una bellezza vergine e selvaggia. Sebastián l'avvertiva quando passavano degli animali del luogo, coglieva fiori lungo il cammino e glieli regalava.

Pranzarono con i panini e le bevande che Rita, Marisa e la madre di Bianca avevano preso prima di scendere dall'autobus. Camila, con le sue compagne di stanza e Sebastián mangiarono seduti su una roccia, che dominava una vista panoramica e che, per alcuni minuti, li mantenne in una silenziosa contemplazione. Camila si mise gli auricolari dell'MP3 per non ascoltare le persone, nemmeno Morena, Lucrecia e Bianca, onorate dell'attenzione di Sebastián, e si mise in piedi sulla roccia, per elevarsi sugli altri. Come non mai, le mancava la solitudine. "Ciega, sordomuda", di Shakira, suonava al massimo volume e descriveva alla perfezione i suoi sentimenti. Diresse gli occhi al cielo e fece ciò che poche volte aveva fatto nei suoi diciassette anni: pregò. "Aiutami, Signore. Non so che fare".

In quel posto, ebbe la certezza che Dio l'avrebbe ascoltata. Lo sentiva vicino, e, anche se si trattenne dall'alzare le mani al cielo, mosse la testa da un lato all'altro , perchè pensò che, in realtà, non era il vento che accarezzava le sue guance, ma Lui. Quando aprì gli occhi, lo vide da lontano, Lautaro, su una roccia. E, anche se li separava una notevole distanza, non aveva dubbi che stava guardando proprio lei.

-Andiamo a fare pipì tra gli alberi prima di riprendere la camminata -Annunciò Bianca- Vieni, Cami?

Le quattro si addentrarono nel bosco e si dispersero per avere più intimità. Camila, nervosa ed imbarazzata, si guardava intorno. Tardò più delle altre e quando emerse dal bosco, non le trovò. Corsce verso il sentiero, timorosa di non trovarlo, perchè, presto, tutto le sembrò uguale, e non vedeva più l'arbusto dai frutti rossi che aveva incrociato. Si fermò improvvisamente e gridò quando si scontrò con qualcuno.

Nata sotto il segno del ToroWhere stories live. Discover now