Chapter 2

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Domenica, 18 Gennaio 2009
Nonostante la mia scarsa attenzione durante lo studio, l'esame di chimica organica andò piuttosto bene. Presi uno dei voti migliori del mio corso, ventinove su trenta. Anche Abbie riuscì a superarlo, se non con il massimo, almeno con un voto più che sufficiente, il che per lei era già una grande vittoria e, a suo parere, dovevamo assolutamente festeggiare.
Come già detto, uscivo di rado, soprattutto se era la domenica sera. Preferivo rimanere a casa e leggermi un libro anziché andare in discoteca e fare baldoria. I posti caotici non mi sono mai piaciuti molto. Abbie però, quel giorno, si era messa in testa che doveva trascinarmi fuori di casa, anche a costo di staccarmi un braccio.
《Dai, sarà divertente!》disse, entusiasta e cercando inutilmente di allettarmi.
《Chissà perché ma ogni volta che me lo dicono si rivela essere l'esatto contrario e io finisco sempre per essere quella che deve riportare a casa gli amici ubriachi》ribattei, alzandomi dal divano e andando verso la cucina.
《E' un locale nuovo, proprio sul mare. Dicono che verranno anche alcuni attori del cast di "Thor"!》 aggiunse, speranzosa.
Mi voltai di scatto, quasi involontariamente. Era finita, ormai Abbie sapeva a cosa agganciarsi per convincermi. Cercai di ricompormi e di fare finta che non me ne importasse più di tanto.
《Ah, sì? E che ci fanno loro in un luogo così affollato? Non sarà pieno di fans sfigatate?》
《No, in realtà è un locale privato e non tutti possono entrare》spiegò, giocherellando con la palla del cane.
《E cosa fa di noi l'eccezione alla regola?》
《Il mio amico Robbie, che lavora lì》
《Due infiltrate, hm, molto avvincente... Ma non voglio comunque andarci》ripetei, prendendo dalla confezione di oreo un biscotto.
《Andiamo Abbie, per una volta, cavolo!》piagnucolò《Se mi lasci di nuovo sola mi dovrò trovare un'altra amica!》
《Come vuoi, ma fai attenzione che sia anche brava in chimica, così ti potrà fare lei ripetizioni》.
《Okay, stavo scherzando! Ma, per favore, esci con me almeno stasera, solo questa sera》.
Alzai lo sguardo e chissà come, dopo nemmeno cinque minuti, mi ritrovai vestita di tutto punto pronta per uscire. Abbie aveva questa incredibile e spaventosa capacità di convincere le persone a fare tutto ciò che voleva senza che se ne rendessero nemmeno conto. Una volta, per il suo diciottesimo, mi aveva convinta a mettermi una minigonna e fu un totale disastro. Mi sentivo praticamente nuda e sembravo un bastone, tant'è che rimasi ferma per tutta la serata. Da allora, niente più minigonne. I jeans sono la scelta migliore, non mi dispiace mettermi ogni tanto un vestito, anche se non bado molto a queste cose. È già un'impresa se riesco ad alzarmi dal letto la mattina, figuriamoci stare due ore davanti all'armadio, cercando di trovare l'abbinamento perfetto in base a colori, stagione, taglio di capelli, pressione atmosferica e due rotture di balle. E poi, chissà qual è il segreto di quelle ragazze che non hanno freddo con solo un paio di collant e un vestito striminzito addosso in pieno inverno.
Quando arrivammo, il locale era già pieno di persone. Non c'era un solo tavolo libero e finimmo per sederci al bancone. Abbie ordinò una Tequila Sunrise, giusto per stare sul leggero, mentre io presi un Martini.
《Andiamo sul raffinato stasera》commentò Abbie, in un sorriso provocatorio.
《E tu, come sempre, sull'analcolico》.
Rise.《Sappi che se devi sboccare come l'ultima volta, me lo dici cinque minuti prima, così scendi dalla macchina e vai a rovinare qualche povero cespuglio》l'avvisai e, proprio in quel momento, quasi per sbaglio, incrociai lo sguardo di Chris.
Era seduto su un tavolo all'angolo, vicino alla scala per andare al piano superiore, insieme ad un altro ragazzo che gli assomigliava molto, anche se più giovane. Doveva essere Liam, il fratello. Chissà che ci faceva lì. Papà mi aveva detto che entrambi avevano fatto il provino per la parte di Thor e, nonostante in un primo momento Liam fosse sembrato quello più adatto, alla fine i direttori di produzione avevano scelto Chris.
Era vestito in abiti casual, una maglietta bianca, una giacca nera e un paio di pantaloni scuri. Sembrava piuttosto annoiato, a differenza del fratello, che era molto indaffarato con le ragazze che circondavano il loro tavolo.
Distolsi subito lo sguardo dalla sua direzione e feci finta di niente. Non avevo nessuna intenzione di andare a parlargli. In fondo, non ci conoscevamo davvero, e non volevo essere molesta o passare per la fan ossessionata di turno. Non ero nemmeno una sua fan, del resto.
Ritornai al mio drink. Giocai un po' con lo stuzzicadenti conficcato nell'oliva. Quando non si sa cosa fare, si trova interessante tutto. Abbie, al contrario, sembrava molto presa a parlare con il ragazzo seduto vicino a lei.
Dalle sue parole e dal suo atteggiamento, sembrava proprio un coglione, tanto per dare un'ulteriore conferma alla mia teoria sul genere maschile.
Ad un certo punto però, Abbie si volta verso di me, lanciandomi uno sguardo come per dire: 《Santo cielo, salvami. Ti prego, fallo smettere》.
Soffocai una risata. Fortunatamente non passarono cinque minuti che la vescica del tizio fu così piena da spingerlo ad andare in bagno.
《E poi dicono che noi donne siamo logorroiche》.
《Chi è logorroico?》chiese una voce maschile, alle mie spalle.
Mi voltai. Era proprio Liam.
《Voi uomini. Di solito parlate sempre così tanto?》rispose Abbie, spontanea.
Liam ridacchiò《Non lo so, dipende. Per esempio, io preferisco fare altro anziché parlare》disse, con uno sguardo malizioso.
《Oddio, non l'hai detto davvero》intervenni, senza nemmeno rendermene conto《È questa la tua tecnica da rimorchio?》
《Be', sì》ammise, senza mostrare alcun segno di imbarazzo 《E funziona la maggior parte delle volte》.
《Non so cosa sia peggio: le ragazze che abboccano o tu》fece Abbie. Era interessata, nonostante le sue parole. La conoscevo fin troppo bene. E anche Liam se ne rendeva perfettamente conto. Infatti, non esitò a provarci.
Sorrise e disse 《Mi piaci. Sei divertente》.
《Oh, questo lo so bene》rispose lei, sfrontata e tranquilla.
Lui scosse il capo e rise di nuovo. 《Ti posso offrire qualcosa?》chiese, prendendo posto vicino ad Abbie.
Sospirai, presi il mio bicchiere e mi alzai. Mi sentivo di troppo e lo ero. Dopotutto, andava sempre a finire in questo modo.
Vagai come un'anima in pena per buona parte della serata. Mi venne pure la tentazione di andarmene. Abbie avrebbe potuto benissimo farsi accompagnare da Liam. Ero quasi sicura che avrebbero passato la notte insieme.
Decisa ad avviarmi verso l'uscita, mi infilai di nuovo in mezzo alla mischia di persone che stavano ballando. Ma, ad un certo punto, il locale si era fatto così pieno che non sapevo nemmeno dove stessi andando. La massa di gente mi trascinava dove voleva e finii per andare a sbattere contro qualcuno, sul quale rovesciai tutto il drink, che avevo ancora in mano.
《Merda》imprecai, immediatamente. 《Scusami, scusami, non l'ho fatto apposta, è solo che...》blaterai, cercando inutilmente di pulire la macchia gigante con un pezzo di fazzoletto《È che con tutte queste persone non ti ho neanche visto e...》
Il ragazzo rise《Stai tranquilla》disse《Sai, non pensavo ti avrei mai potuta trovare in un posto come questo》Anche se quella voce l'avevo sentita solo una volta, non c'era bisogno che alzassi lo sguardo per capire chi fosse.
《Chris》mormorai, diventando improvvisamente paonazza《Giuro che se mi mandi il conto della lavanderia te lo pago io》aggiunsi subito dopo.
Rise di nuovo, quasi come se il mio modo di parlare lo divertisse. 《Rilassati! È solo una maglietta da cinque dollari》.
《Cosa? Non ti sento!》urlai, con la musica che stava letteralmente trapanando i miei timpani.《Hai ragione, qui c'è troppo casino, vieni, andiamo da un'altra parte》e mi prese la mano, prima ancora che potessi dire qualsiasi cosa.
Tutto il rumore e il fracasso che proveniva dal locale scomparve d'improvviso una volta chiusa la porta. Ci trovavamo sul retro del pub, che dava su una delle spiagge più belle di Manhattan Beach. Non c'erano molte persone, solo qualche coppia in cerca di un po' d'intimità.
Feci un sospiro di sollievo, come se per tutta la serata avessi trattenuto il respiro. Appoggiai la testa al muro, e chiusi gli occhi per un istante. Mi girava la testa.
《Allora, che ci fai qui?》chiese, affiancandomi.
《La mia amica, Abbie. Mi ha praticamente trascinata fuori di casa perché voleva che festeggiassimo i voti che abbiamo preso all'esame di chimica》risposi, con tono rassegnato.
《E quanto hai preso?》
《Ventinove su trenta》.
《Caspita! Una piccola secchiona...》
《Mi è solo andata di fortuna, tutto qui》.
Potevo intravedere nella penombra che i suoi occhi mi stavano fissando. Curvò un poco le labbra e, dopo un momento di silenzio, mi chiese se mi stessi divertendo.
《In realtà me ne stavo per andare. Non è che vada matta per questi locali così affollati》.
《Neanche a me entusiasmano》.
《E come mai sei venuto?》
《Liam》iniziò 《Mio fratello. Era in città e ha fatto un salto qui per salutarmi. L'intento era quello di uscire a berci una birra ma, chissà come, dopo essersi alzato per andare a ordinare, è sparito e mi ha lasciato al nostro tavolo》.
《Ah, io so bene dove si trova》dissi, soffocando una risata.
Chris mi guardò perplesso. 《Io e la mia amica eravamo sedute al bancone e tuo fratello ha iniziato a provarci con lei, usando una frase squallidissima per attaccare bottone, tra l'altro》.
《Ma non mi dire. Non è mai stato il suo forte rimorchiare》.
《Se lo vuoi proprio sapere, voi uomini in generale siete tutti pessimi a flirtare》.
Scosse la testa e soffocò una risata. 《Forse hai ragione, ma sentiamo, com'è che ci dovremmo allora comportare per fare centro?》disse, con voce più rauca e bassa e avvicinandosi leggermente. Continuò a guardarmi con un sorriso provocatorio.
《Non lo so, abbassare la cresta e fare meno i casanova di turno. Usare un po' di originalità, magari》.
《Hm, sembri esperta in materia, vedo》disse, con un velo d'ironia.
《Più di voi, questo è sicuro》ribattei 《Forse è meglio che me ne vada...》aggiunsi, dopo un poco.
《Aspetta!》disse, afferrandomi il braccio 《Scusa, non volevo offenderti》
Trattenni un sorriso e mi voltai verso di lui 《Non preoccuparti. Dopotutto io ti ho rovinato la maglietta. Ora siamo pari》
《Giusto...》mormorò, senza aggiungere altro.
Mi voltai e osservai il mare di fronte a noi. Era calmo quella sera. La luna splendeva in cielo, luminosa, vanitosa e i mille astri che costellavano il cielo notturno le facevano da contorno.
Mi sorpresi alquanto di fronte alla mia audacia nel parlare con Chris. Sembrava lo conoscessi da una vita, eppure, era quasi uno sconosciuto per me. Sarà che lui è una di quelle persone che ti mettono a tuo agio e scherzano sempre. Aveva uno strano effetto su di me, come se, in sua presenza, tutte le mie barriere e i miei scudi svanissero come mille granelli di sabbia.
Si stava bene lì, si poteva sentire con chiarezza il rumore delle onde che si ritiravano e si riversano sulla spiaggia, incessantemente. Il vento iniziò a soffiare un po' più forte e io mi strinsi un poco nelle spalle.
《Hai freddo?》
《No, sto benissimo》.
《Stai tremando》.
《Sto bene》ripetei, anche se aveva perfettamente ragione. Stavo gelando, nonostante indossassi un maglioncino. Avrei voluto essere a casa, a letto, sotto le coperte. Avevo sonno, ero stanca e il giorno dopo dovevo pure andare al corso del professor Fisher.
Chris non mi ascoltò. Si tolse la giacca e me la mise sulle spalle.
《Sarebbe questa la tua mossa con le ragazze?》scherzai 《Un po' scontata e vecchio stile, non trovi?》Al che lui curvò leggermente le labbra e disse:《Sarà, ma fa sempre effetto...》
Poi, con sguardo nostalgico, si mise anche lui a guardare il mare. 《Le spiagge di Manhattan Beach sono belle quasi quanto quelle dell'Australia. Mancano solo di una cosa》.
《Sarebbe?》
《Non ci sono onde abbastanza alte da poter essere cavalcate》.
《Fai surf?》
《Da quando avevo sette anni. È una passione che mio padre ha tramandato a me e a tutti i miei fratelli》.
《Sai, conosco un posto davvero niente male, dove ci sono delle onde strepitose, soprattutto in questo periodo. Magari un giorno ci potremmo andare insieme》lo dissi senza nemmeno rendermene conto e realizzai solo dopo aver finito la frase che poteva sembrare equivoca. Infatti, me ne pentii subito. Avrebbe sicuramente pensato che ci stessi provando o qualcosa del genere. Avrei voluto scavarmi una fossa e non uscire più. L'avevo detto solo perché anch'io facevo surf da quando ero piccola, per cui l'invito mi era uscito di bocca spontaneamente.
《Certo, volentieri》rispose lui, con mia grande sorpresa. Sembrava sincero.
La cosa che più mi piaceva di lui era proprio questo: la sua naturalezza e schiettezza disarmante. Sebbene fosse una celebrità piuttosto conosciuta, si comportava come un ragazzo normale.
Ma non lo era. E io dovevo iniziare a mettermelo in testa.

Le parole non dette (#WATTYS2018) Where stories live. Discover now