Chapter 8

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Domenica, 8 Febbraio 2009
Mi ero appena messa a letto, dopo essermi fatta un lungo bagno con i sali che mi aveva regalato Abbie per il compleanno.
  Presi il cellulare e iniziai a rispondere a tutti i messaggi che mi avevano mandato e che non avevo nemmeno letto fino ad allora.
Ce n'erano due di Jonathan, tre di Abbie, un altro di Bradley e, infine, uno di... Chris.
Rimasi a fissare lo schermo per qualche minuto, temendo che fosse un'allucinazione o qualcosa del genere. Che il profumo di rose e miele dei sali mi avessero dato alla testa?
  Mi aveva scritto pochi minuti prima, per cui non era nemmeno passato tanto tempo.
"Heilà, mi hanno dato un giorno libero domani. So che è un po' repentino ma stavo pensando che potremmo fare qualcosa insieme o anche solo vederci.
Fammi sapere. Chris."
Era ormai passato quasi  una settimana da quando mi aveva scortata a casa.
Non potei fare a meno di richiamare alla memoria le sue parole, il suo sorriso, rassicurante e preoccupato al contempo, la sua mano, accarezzare dolcemente la mia guancia, come se stesse sfiorando qualcosa di estremamente fragile, e non riuscii a far altro che curvare le labbra in un sorriso, come se... solo il pensiero di lui, colmasse il mio cuore di felicità.
   Cos'avrei dovuto fare a questo punto? Non sapevo davvero come rispondergli.
Avrei dovuto accettare? In fondo, era solo per un giorno... Potevamo andare a mangiare sushi o semplicemente farci un giro in città. Da amici, ovviamente.
Scossi subito la testa. Mi stavo scavando la fossa un'altra volta. Mi sarei illusa di nuovo. Perché mi aveva scritto? Perché voleva passare proprio con me il suo giorno libero e non con qualcun altro? Che fosse semplicemente simpatia, o c'era qualcosa di più? Ma anche se fosse stato così, anche se quello che provavo per lui fosse ricambiato, cosa avremmo fatto? Sarebbe stato irragionevole metterci insieme. Lui costantemente in viaggio per il mondo, e io bloccata qua, impossibilitata ad accompagnarlo.
"Mi dispiace, ma non credo di poter uscire domani. In questo periodo sono bloccata in casa tra i libri e la prossima settimana inizia la nuova sessione di esami. Rosie."
La tastiera dello schermo sembrava bruciare e, mentre scrivevo quelle parole, sentivo un dolore lancinante sulle dita, un dolore che nessun balsamo sarebbe stato in grado di lenire. Mi morsi il labbro inferiore, e trattenni il respiro per un lungo istante. Avevo fatto la cosa giusta. Continuavo a ripetermelo, eppure, chissà come, più lo facevo, e meno ci credevo.
"Non ti preoccupare. Pensa allo studio e buona fortuna. Mi aspetto che tu prenda il massimo. Chris."
Dicono che fare la cosa giusta porti, in un certo qual modo, felicità. Ma, allora, perché io non ero nemmeno un po' felice?

Mercoledì, 11 Febbraio 2009
《Sei distratta oggi, cos'hai?》chiese ad un certo punto Bradley, interrompendo la spiegazione.
《Niente, non sono distratta》ribattei, schiva《È il capitolo che è di difficile comprensione》.
Mi guardò poco convinto 《Non voglio farmi gli affari tuoi, ma non mi piace nemmeno parlare all'aria》disse, posando la penna e appoggiandosi allo schienale.
《Infatti, non stai parlando all'aria》,《ti sto ascoltando》.
《No, non è vero》.
《Sì, invece》.
《No, è tutta l'ora che fissi lo stesso punto del tavolo》.
《Be', è un punto che trovo particolarmente interessante, hai qualche problema a riguardo?》bofonchiai, abbassando lo sguardo.
《Nessuno》rispose, con quel suo fastidioso tono calmo e controllato 《e non ne avrò nemmeno quando non passerai per la seconda volta l'esame》.
Aveva ragione, dopotutto. Non potevo negare che era da domenica sera che continuavo a pensare a Chris. Perché non potevo semplicemente concentrarmi sul libro?
《È sempre per lui, vero?》domandò, come se mi stesse leggendo nella mente《Cos'ha di così speciale? La fama? I soldi? I muscoli?》
《Non credo si possa davvero trovare un perché all'amore, o sbaglio?》risposi in un sussurro 《Non mi interessa quanto sia famoso, quanti miliardi guadagni o quanti muscoli abbia》,《pensi abbiano davvero qualche importanza? Non sapevo nemmeno chi fosse, fino a quando l'ho conosciuto sul set》. Ed era vero.
《Mi sento piuttosto stupida》mormorai, scuotendo leggermente la testa e abbassandola di nuovo verso il pavimento 《Voglio dire, mi sento il cuore soffocare e non c'è nulla che possa fare per porvi rimedio》.
《Non è affatto stupido》affermò, deciso 《se devo essere sincero, sono piuttosto geloso. Anch'io vorrei avere qualcuno che provasse qualcosa di simile per me》,《tutte quelle ragazze che si confessano, dicendo di amarmi senza nemmeno conoscermi, eccetto ovviamente per il mio cognome... Ecco cos'è veramente patetico》.
Chiuse d'un tratto il libro e si alzò in piedi. 《Su, per oggi possiamo anche finire un po' prima》proferì, allungando la sua mano 《ti voglio portare in un posto che sicuramente ti tirerà su di morale》.
Voltai lo sguardo verso di lui, confusa.
《Ma l'esame è ormai...》obiettai, senza successo.
《Non fare la testarda, non accetterò altro che un 'okay', intesi?》
Sospirai e annuii, con arrendevolezza. Sentivo la necessità di dover prendere una pausa da tutto o sarei davvero scoppiata.
  Guidò per un bel tratto. Sebbene inizialmente fossi un po' tesa, alla fine riuscii a rilassarmi un poco. Chiusi gli occhi e lasciai la brezza notturna, che entrava dal finestrino aperto, sfiorare dolcemente i miei capelli.
Bradley non parlò per tutto il tempo.
  Dopo una mezz'oretta, finalmente, si fermò ai piedi di una collinetta.
《Da qui dobbiamo andare a piedi》disse, uscendo dalla macchina.
《È inquietante questo posto》borbottai, stringendomi nelle spalle 《E fa pure freddo》.
《Sai solo lamentarti》disse, sbuffando. Si tolse la giacca di dosso e me la mise sulle spalle. 《Su, dammi la mano》ordinò 《come minimo, ti perderesti》.
《Non sono una bambina, per chi mi hai preso?》ribattei, anche se, in effetti, il mio senso d'orientamento faceva proprio cagare.
《Insomma》mormorò, iniziando a camminare. Aveva il passo veloce e a malapena riuscivo a stargli dietro.
《Eccoci》disse, fermandosi davanti a un palazzo disabitato, che aveva l'aspetto di essere piuttosto vecchio.
《Se pensi che entrerò , allora sei pazzo》risposi, tremando un po' per il freddo, un po' per la paura.
《Ma non c'è nessuno!》provò inutilmente a rassicurarmi 《e poi, ci sono io con te, quindi non hai nulla di cui preoccuparti》.
《Tu sei pazzo
《Perché devi sempre contraddirmi?》chiese, spazientito.
《Senti, voglio ritornare indietro》borbottai 《sto già meglio, non devi farmi vedere nulla》.
《Okay, se vuoi andartene, vai pure》disse di nuovo con quel suo fastidioso tono non-curante  《io entro》. Non mi lasciò nemmeno il tempo di ribattere o protestare che si avviò verso l'interno dell'edificio.
Allora, non potei far altro che seguirlo ancora. Maledetto.
《Sei uno stronzo》mormorai, dietro di lui.
《E tu sei molto fine, come sempre》bisbigliò lui, voltandosi un istante verso di me, con un sorriso divertito in volto.
《Si può sapere perché ci tieni tanto a...》ma non riuscii a finire la frase che stavo per inciampare su un gradino.
《Stai più attenta》mi rimproverò, afferrandomi prontamente il braccio.
Sbuffai e mi morsi il labbro, cercando di non parlare più.
Finalmente, arrivammo all'ultimo piano, tra inquietanti scricchiolii e travi instabili. 《Chiudi gli occhi》ordinò, fermandosi davanti alla porta che dava sul tetto.
《Cosa...》farfugliai, sempre più confusa e irritata.
《Vuoi andartene al più presto da questo posto o no?》
Annuii, con impotenza.
《Allora ascoltami, e non fare altre domande》sospirai ed obbedii.
Mi lasciai guidare, con cieca fiducia. Eravamo di nuovo all'aperto. Lo sentivo dall'improvvisa folata di vento che mi fece venire la pelle d'oca. 《Ora puoi aprire gli occhi.》mormorò, vicino al mio orecchio, abbassando lentamente le mani.
Lo stupore fu immediato: Manhattan Beach, di notte, in tutto il suo splendore. Le case, le macchine e gli uffici sembravano tante stelle luminose, che brillavano tanto da far sembrare l'intera città come fosse la Via Lattea. Ero letteralmente senza parole.
《Bello, vero?》disse Bradley, dietro di me 《Ti dirò, questo è il mio posto segreto
《Non voglio sapere in quale occasione tu l'abbia scoperto》bofonchiai, stringendomi nelle spalle 《Nonostante dia una magnifica vista della città, l'edificio rimane comunque alquanto inquietante》
Sospirò, esasperato《Non puoi mostrare semplicemente un po' di gratitudine invece di lamentarti sempre?》
《Perché?》chiesi, voltandomi verso di lui. Era così vicino che la differenza di altezza si notava a vista d'occhio. Arrivavo appena fino al suo mento.
《Cosa?》sembrava confuso, comunque, rimase lì dov'era, senza darsi la pena di fare qualche passo in dietro. Abbassai lo sguardo da una parte e sospirai, cercando di prendere forza.
《Perché mi hai portata fin qui?》
《Mi eri sembrata triste》spiegò, in un mormorio 《Quando c'è qualcosa che mi turba, vengo qua, e ogni volta mi sento meglio》《me me vado con le idee più chiare e spero valga lo stesso per te》.
Curvai leggermente le labbra 《Grazie》dissi in un sussurro.
《Perché continui a guardare in basso?》domandò 《quando ringrazi una persona, dovresti guardarla negli occhi》
Scossi la testa, in segno di rifiuto 《Allora ritiro i miei ringraziamenti》
《Hey! Non puoi fare una cosa del genere》protestò.
《L'ho appena fatto》.
Mi guardò allibito e fece una smorfia.
Soffocai una risata, e mi voltai di nuovo verso il bellissimo panorama.
《Non solo sei ingrata, ma hai anche il coraggio di deridermi》sussurrò, dietro di me, avvolgendomi la vita con le sue braccia 《questo è davvero troppo, Rosie Williams》.
《Hey, lasciami subito!》protestai, cercando inutilmente di svincolarmi dalla sua presa.
《Non ci penso proprio》ribatté, piuttosto divertito 《questa è la mia vendetta》.
《Sei stato sleale però》borbottai, continuando a dimenarmi 《ti sei approfittato proprio del momento in cui ho abbassato la guardia》.
《Okay, è stato colpo basso da parte mia》ammise, senza però lasciarmi 《facciamo una cosa, allora, tu mi ringrazi come si deve e sarai libera》.
《Questo è ricattare》protestai.
《La libertà ha un caro prezzo》si giustificò, ridendo di gusto.
《Okay》
《Cosa?》
《Farò quello che vuoi》.
Curvò le labbra in un sorriso compiaciuto. Mi voltai e alzai lentamente lo sguardo verso il suo senza dire una sola parola. Faceva freddo, ma non lo sentivo affatto. Aveva dei begli occhi, Bradley, dovevo riconoscerlo. Chiari, di un azzurro etereo, come quelli del cielo, quando splende il sole.
Mi dimenticai di cosa dovessi dirgli e lui non fece nulla per facilitarmi le cose, assumendo anzi un'espressione seria. Avvicinò lentamente la sua mano alla mia guancia, e l'accarezzò con delicatezza. Era calda, morbida.
《So che credi voglia solo divertirmi con te, ma mi piaci Rosie》,
《 seriamente》.
Mi voltai di nuovo verso la città.
《Lo capisco》mormorai, stringendo le mani alla ringhiera 《Ma...》
《Sì, lo so》disse, prima ancora che finissi la frase.
《Mi dispiace》.
《Non importa》.

Le parole non dette (#WATTYS2018) Where stories live. Discover now