Chapter 7

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Martedì, 3 febbraio 2009
Seduta nell'ala laterale della biblioteca, stavo aspettando che arrivasse Bradley. Era in ritardo di ormai un quarto d'ora. Peggio di Abbie quando dovevamo uscire. Cosa aveva da fare? Truccarsi? Sistemarsi i capelli? Non era nemmeno un appuntamento! Magari se n'era dimenticato... Decisi che se non fosse venuto entro cinque minuti, me ne sarei andata. Ma il suo ciuffo ramato spuntò proprio quando stavo per alzarmi dal tavolo.
《Alla buon'ora》borbottai, posando di nuovo la borsa.
《Scusa, hai ragione ad essere arrabbiata.》rispose candidamente, togliendosi la giacca.
《Non ho bisogno che tu mi dia il consenso ad esserlo》dissi, piuttosto scazzata.
《Giusto》mormorò 《Però, se devo essere franco, mi diverte vederti così.》
Lo guarda torva, mordendomi il labbro inferiore, per trattenermi dal dire qualcosa di cui magari avrei potuto pentirmi.
《Possiamo incominciare, carissimo?》chiesi, sforzando un sorriso.
《Certamente, dolcezza》rispose, come se nulla fosse 《Ma ti avviso, io sono molto severo ed esigente》.
《Ma, davvero...?》dissi fra me e me.
《Cosa?》
《No, niente. Mi adatterò》.
《Benissimo, allora iniziamo》
 
  Se all'apparenza mi era sembrato un completo idiota, dovevo ammettere che non era davvero male. Era chiaro e conciso, altro che le spiegazioni del professor White.
Ovviamente, non potevo dirglielo. Si sarebbe montato la testa come non so cosa.
Mi rodeva, in un certo senso, essere battuta da lui in quanto a media dei voti.
  Con la faccia seria che aveva assunto, non era nemmeno tanto male, perlomeno, più sopportabile in confronto a quella da gradasso che mi dava sui nervi.
《Dunque, hai capito?》domandò, dopo aver finito i primi due capitoli 《O sono stato troppo veloce?》
Scossi la testa《Assolutamente》affermai 《Mi è tutto molto più chiaro》.
Sorrise《Allora vuol dire che sono bravo.》《Sì, ma non ti vantare troppo.》
《Se ti aiuto a passare con il massimo...?》
《...Ti ringrazierò molto.》
《Viviamo in una società materialista, oggigiorno, dei ringraziamenti non credo bastino.》continuò a girarci intorno, sempre con quel sorrisino divertito sotto la barba. Cosa voleva? Che gli facessi una statua d'oro?
《Okay, ti comprerò un regalo, se è questo che desideri.》
《Mi basta che tu esca con me.》
Alzai gli occhi al cielo,《Non avevi detto che viviamo in una società materialista?》
《Scientificamente parlando, qualsiasi cosa che sia costituita da atomi e occupi un certo spazio è materia》disse, con non-chalance 《Quindi, tu saresti il regalo.》
Lo guardai malissimo. Maledetto. Stava cercando di fare il furbo.
《In questo caso allora, sempre scientificamente parlando, anche le parole possono essere considerate come materia, poiché rappresentano un insieme di onde sonore che, come ben saprai, non sono altro che  l'oscillazione nell'aria di particelle, ovvero atomi e molecole. Quindi, sostanzialmente, anche un 'grazie' potrebbe essere considerato come materia.》
《Colpito e affondato》borbottò con tono sommesso.
Curvai le labbra in un sorriso trionfante.
《È bello vedere che ti è ritornata la grinta》mormorò, lanciandomi uno sguardo profondo.
Mi aveva colto di sorpresa. Non sapevo proprio come rispondergli. Cosa voleva dire, in ogni caso?
《Ieri, con il professor White, quando ti ho provocata, non hai reagito, come se...》spiegò 《... come se fossi spenta dentro》.
Abbassai lo sguardo. Non volevo che mi guardasse negli occhi.
《Semplicemente, non avevo voglia di litigare》risposi, cercando di fare finta di niente.
《Perché?》insistette, sapendo che stava andando a toccare un argomento delicato.
《Non sono affari tuoi》ribattei, iniziando a rimettere a posto i libri.
《Io lo so il perché》disse con lo stesso tono di chi la sa lunga, voltandosi verso lo scaffale di libri davanti e mettendosi le braccia dietro la testa.
Mi fermai di colpo. Che stesse bluffando?
《È per quel Chris Hemsworth, vero?》iniziò calmo, con tono pacato《È stato fotografato svariate volte con una misteriosa ragazza di cui non si sa molto, da quando è venuto qui a Manhattan Beach. Quando ho visto la foto della ragazza in costume da surf, ti ho subito riconosciuta.》
《Come fai a saperlo?》chiesi, sconvolta 《Chi te l'ha detto?》
《Ha importanza?》chiese, guardandomi con un'espressione indecifrabile 《Dopotutto, te ne sei andato a cercare uno molto famoso, a quanto pare. È su tutti i social e le riviste di gossip hollywoodiane》.
《Non sapevo fossi interessato a questo tipo di notizie》provai a scherzare senza successo 《Comunque, non c'è nulla tra di noi, se è questo che vuoi sapere》.
《No,》ribatté 《in realtà, temevo solo che ti stesse facendo soffrire》.
Sembrava sincero. Non so esattamente il perché, ma volevo credergli. E iniziai a parlare, senza nemmeno rendermene conto.
《Non c'è bisogno che ti preoccupi》dissi, dopo un momento di pausa 《Chris è davvero un bravissimo ragazzo》.
《Tuttavia, mi sono resa conto troppo tardi che non potrei mai piacergli, anche solo per il fatto che apparteniamo a due realtà completamente diverse》aggiunsi《Continuo a ripetermelo da quando l'ho conosciuto ma, comunque, non sono riuscita ad evitare che...》.
《Capisco》mormorò 《Peggio per lui, allora. Non sa cosa si sta facendo sfuggire》.
《Sarà, ma non sono nulla di speciale》.
《Ti sbagli》ribatté 《Tutti siamo speciali, almeno per le persone a cui siamo care》.
《Ti ho vista con la tua amica, e gli altri》aggiunse, curvando le labbra 《Sembrano volerti davvero bene》,《e immagino valga lo stesso anche per i tuoi genitori, o mi sbaglio?》
《Mia madre è andata a vivere con un altro quando ero ancora molto piccola. La vedo una volta all'anno, per cui, non so nemmeno se si possa considerare un vero e proprio rapporto. Mi pare più una sconosciuta che altro. Per quanto riguarda mio padre, invece, lo vedo raramente per via del suo lavoro, ma non è colpa sua. Ci vogliamo molto bene, nonostante tutto》.
《Non sei in una situazione molto diversa dalla mia, dopotutto》,《entrambi i miei genitori sono medici chirurghi e, per questo, sono stato praticamente cresciuto dalla domestica di famiglia. I miei nonni abitano all'estero e avrò visto sì e no quattro volte i miei cugini in tutta la mia vita, visto che anche loro abitano lontani》a questo punto si fermò e curvò le labbra 《però ho sempre i miei amici e non è così male》.
《Adesso sì che mi sale la depressione》.
Rise, 《Ti stai dispiacendo per me?》.
《No》negai immediatamente, anche se ero pessima a fingere 《affatto. Però, adesso almeno capisco perché sei così》.
《Cosa vuoi dire? Così come?》
《Egocentrico, pieno di te stesso, sputa-sentenze, testardo e so-tutto-io.》lo dissi, più che per altro, perché non volevo fargli vedere che, in fondo, provavo davvero un po' di compassione nei suoi confronti.
《E tutto questo cosa c'entra con la mia storia?》
《Lo definiscono trauma-infantile》.
《Ah, grazie per la diagnosi, dottoressa Williams》rispose ironicamente 《Nemmeno io sapevo di aver avuto dei traumi infantili》.
《Non è mai troppo tardi per rendersene conto》.
《Vuol dire che ora sarai un po' più gentile nei miei confronti?》
《No》.
Scosse la testa e sorrise 《Infatti, non ci speravo》.
  Non so cosa fosse successo. Sarà che Bradley era bravo con le parole, sarà che aveva toccato un argomento delicato, alla fine mi ero lasciata andare. Tuttavia, mi sentivo meglio e la cosa mi sorprese alquanto. Non ne avevo parlato né con Jonathan né con Abbie. Mi ero chiusa nelle mie paranoie e mi ero lasciata consumare dalle incertezze.
  Eppure, Bradley, e nessun altro, era riuscito a strapparmi più di un sorriso. Perché?
 
Erano ormai le sette di sera quando uscimmo dalla biblioteca. La signora delle pulizie, e non solo lei, ci aveva praticamente cacciati.
《Mi permetteresti almeno di accompagnarti a casa?》chiese, senza mollare 《Voglio dire, è tardi e non mi sembra il caso di lasciare una ragazza andarsene per le vie della città da sola》.
《Non è mica notte fonda》borbottai 《Tra l'altro, in metropolitana ora è pieno di gente, per cui non credo di essere in pericolo》.
《Ma prendere la metro non è sicuro. Sai che ci sono sempre più borseggiatori. Potrebbero rubarti qualcosa e tu non te ne accorgeresti nemmeno con tutte le persone che ci saranno》.
《Non ho nulla di inestimabile valore addosso, stai tranquillo》chissà fino a che punto sarebbe arrivato. Era come testare il suo livello-limite. Speravo mollasse ma, ovviamente, non lo fece.
《Accetta o ti prendo di peso e ti porto fino alla macchina, così tutte le persone ci vedranno insieme》
《Secondo il titolo 49, sottotitolo VII, parte A, sotto parte IV, capitolo 465 della raccolta e codifica delle leggi federali degli Stati Uniti d'America, chiunque porti via un individuo contro la sua propria volontà, a meno che non sia da parte di un genitore o tutore, può essere accusato di rapimento e conseguentemente, venir processato ed eventualmente messo in prigione》.
《E sono io quello che ha avuto un trauma infantile》borbottò, a occhi sgranati.
《Colpa della mia memoria eidetica》mi giustificai, in un mezzo sorriso.
《Adesso mi spieghi in quale occasione ti sei messa a leggere il codice federale degli U.S.A.》.
《Ho fatto una ricerca alle superiori sul caso Lindbergh, e tra una cosa e l'altra, mi sono imbattuta in questo titolo》.
《Mi chiedo come tu abbia fatto a non passare l'esame del professor White.》
《Avere la memoria eidetica non implica avere una conoscenza e comprensione innate di ogni singolo campo della sapienza. Altrimenti non sarei qua e tu non avresti voti più alti dei miei》.
《Comunque, a mia discolpa, nel caso venissi processato per rapimento, potrei dire di aver avuto un trauma infantile, può sempre essere considerato come una specie di infermità mentale, no?》
Non potei trattenermi dal ridere.
《Se ti permetto di portarmi a casa, promettimi che non penserai a cose strane e non ti farai viaggioni fino a Giove》gli concessi alla fine.
《Va bene, sali in macchina, che sto morendo di freddo》rispose, alzando gli occhi al cielo.

Le parole non dette (#WATTYS2018) Where stories live. Discover now