Fuga.

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La luce accesa, la finestra aperta con le tende bianche che svolazzavano a causa del vento leggero che caratterizzava quella seratina frizzante. Lei stava in pigiama, il computer poggiato sul copriletto nero mentre lei scriveva e ascoltava "Fill me in", Pia Mia feat Austin Mahone. Quella canzone la rispecchiava in pieno, parlava di due ragazzi che si amavano, ma i genitori gli impedivano di vedersi. Un po' come Romeo e Giulietta ai tempi moderni, come raccontava Halsey nel suo ultimo album Hopeless Fountain Kingdom. Lei raccontava tutto tramite canzoni, scriveva tutto ispirata dalle canzoni:
«Puts his lips on my neck, makes me want to give him my body.»
Le sue labbra poggiate sul suo collo, il suo punto debole, la rilassavano. Amava quei baci sul collo, amava lui e i suoi modi di fare, adorava il modo in cui lui la faceva sua. Stavano sul letto di una camera di un Motel, andavano lì per non dare nell'occhio, a circa un'ora di macchina dalle loro case: perché si, se ve lo steste chiedendo erano vicini di casa.
«And baby pull me closer in the backstreet of your Rover.»
A fine serata lui poggiava le mani sulla sua gamba sul tragitto in macchina, la stuzzicava, il suo tocco ardeva sulla pelle scoperta della ragazza.
Non vedeva l'ora di riaverlo tutto per sé, coccolarlo. Ma non poteva fino ai prossimi due giorni, si bloccarono come sempre qualche chilometro prima del vialetto di casa loro e passarono un'altra mezz'oretta a scambiarsi baci, morsi e lasciarsi dei marchi sul collo, prima di dirsi un "arrivederci".
Odiavano questa situazione, ma i loro genitori erano contrari a quella situazione, avevano già programmato la vita dei loro figli: un marito/ una moglie, dei figli, una laurea in medicina per lei e in giurisprudenza per lui, tutto senza chiedere il parere dei due giovani ragazzi innamorati. Si sarebbero presto sposati, secondo la decisione dei genitori, sempre se alla maggior età non sarebbero fuggiti.
«All you have to do is stay, a minute, just stay» piangeva la ragazza sussurrandogli quelle parole, le veniva estremamente complicato ignorarlo, ignorare tutta quella situazione. Avrebbe voluto passare le giornate come una normale coppia, in giro per la città, mano nella mano, a scambiarsi baci rubati, abbracciarsi da dietro...come persone normali,come tutte le coppie del mondo, ma per le prossime settimane sarebbe stato impossibile. Salì dalla finestra di casa sua, dopo averlo salutato un'ultima volta e andò in camera. Come ogni sera prendeva il borsonee aggiungeva delle cose che sarebbero potute servire quando sarebbero fuggiti: soldi, effetti personali, vestiti. Tutto pur di evitare di tornare dai loro genitori, sarebbero stati dei veri e propri fuggitivi.
«Piccola, buonanotte» sua madre la deconcentrò dalla sua "fase scrittura". Annuì senza sentimenti, sussurrandole un leggero "Notte" apatico. La madre ancora sconsolata da ciò che successe, uscì senza aggiungere niente, perché in fondo non poteva farci nulla se il padre non approvava la storia col ragazzo della porta accanto. La ragazza prese il telefono, cercò nelle chat recenti e inviò un messaggio.

*#Amoremio💪🌹*
Sono andati a letto, solito posto?

Posò il telefono, continuando poi a pensare, come faceva sempre dopo che scriveva. Una lacrima solitaria scorreva sul suo viso, lacrima che fu subito interrotta dalla felpa del suo ragazzo che indossava come pigiama. Il telefono si illuminò era un messaggio del suo ragazzo clandestino.
Lui sorrise quella sera appena il suo telefono si illuminò, guardava il soffitto da tutta una serata in attesa del messaggio. "Solito posto?" disse la ragazza e lui subito rispose, non vedeva l'ora di averla fra le sue braccia, ben presto l'avrebbe fatto.

*#PrincipessaMia🌸👑*
In fondo alla strada, in macchina, non vedo l'ora di baciarti.

Digitò il ragazzo, preparandosi subito con un paio di Jeans e una felpa, abbigliamento tipico suo. Ma prima di uscire di casa, prese il suo borsone, aggiunse dei soldi e qualche vestito, ormai erano quasi pronti per fuggire, non avevano programmato ancora a quando, ma ben presto sarebbe accaduto.
La ragazza si illuminò quando vide il messaggio del ragazzo, si alzò sempre con la musica del computer attaccata ad un volume accettabile. Andò verso l'armadio, prese e indossò i pantaloncini quando una frase della stessa canzone di prima la colpì. «I think one day they might approve» e lei lo sperava più di sé stessa, ma prima che ciò accada, lei sarebbe fuggita. Prese il suo borsone e come da tradizione aggiunse dei soldi e dei vestiti, proprio come fece il ragazzo, scese dalla finestra, che fortunatamente era bassa e andò in fondo alla strada, dove il suo ragazzo la aspettava in macchina.
Entrò e nemmeno il tempo di sedersi correttamente, che il ragazzo poggiò le labbra sulle sue, catturandola in un bacio che lei subito ricambiò.
«Piccola, io sono pronto..» disse dopo aver interrotto il bacio. Lei annuì, aveva un presentimento e per sicurezza portò il borsone con sé, con il portatile, le cuffie e le ultime cose da mettere al momento della fuga.
«Pronta?»
«Pronta.»
Sfrecciarono per le strade buie della notte, nessuno seppe più niente di entrambi.
*Spazio autrice*
Siamo arrivate a più di 1k visualizzazioni, non so come ringraziarvi di leggere ciò che scrivo.
Vorrei chiedervi una cosa in merito a questa storia.
Mi piacerebbe sapere cosa, secondo voi, possa succedere a quei due ragazzi fuggiti? Scrivetelo nei commenti e chissà, magari scriverò una seconda parte ispirandomi a ciò che avete immaginato.
Baci
-Mar🌸

||•Immagina•|| Zayn MalikWhere stories live. Discover now