2-Cullen

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<Ma voi chi siete?>
L'uomo guarda il ragazzo vicino a me che annuisce e inizia a parlare.
<Siamo i Cullen>
<Non siete del posto vero non vi ho mai visto qui>gli chiedo io sinceramente curiosa.
La donna con quella voce di nuovo dolce e materna mi risponde.
<È la prima volta che veniamo qua. Eravamo a caccia quando ti abbiamo visto che eri in fin di vita e Carlisle> dice guardando l'uomo biondo che ha parlato per primo a cui stringe la mano <ti ha morso salvandoti>
Ha gli occhi lucidi vorrebbe piangere, ma sembra non avere più lacrime.
<Morso? Salvare? Non capisco niente? Dite di avermi salvato, ma il mio cuore non batte> A quel punto scoppio a piangere: i singhiozzi sono forti e se non fosse che non ne ho più bisogno non respirerei, ma le lacrime non mi rigano il viso. Il ragazzo mi si avvicina e mi abbraccia per rassicurarmi, la donna è in preda al panico ed è sinceramente dispiaciuta mentre l'uomo sembra cercare le parole per spiegare l'inspiegabile. E infatti
<Ascolta tesoro so che più essere strano, ma vedi ora tu devi venire con noi ok. Ti devi fidare siamo uguali solo che tu sei più...giovane>
<Io sono Carlisle lei e la mia compagna Esme mentre il tuo coetaneo è Edward>
Credo di perdermi qualcosa, Edward annuisce mi prende per mano e mi accompagna verso la meta. Nel bosco corriamo, sono tutti un po' più lenti di me, ma poi appena ci avviciniamo alla città camminiamo molto lentamente.
<Perchè camminiamo così lentamente> chiedo a Edward
<È per non dare nell'occhio>
Vedo la signora Steward passarmi vicino e la saluto, ma lei non alza nemmeno lo sguardo o ricambia
<Ma siamo invisibili?>chiedo a Edward. Dopo aver ridacchiato un po' mi risponde
<No è che parli a voce troppo bassa per lei e non ti ha sentita>
<Ah certo>
<Ti spiegheremo meglio a casa, ora non salutare nessuno e trattiene il respiro>
<Certo>
Dopo mezz'ora giungemmo a casa loro era nel bosco, ma dall'altro lato dalla città. Era stata una camminata lunga, ma non ero per niente stanca. Esme mi fece accomodare peró non mi offrì niente stranamente, anche se sinceramente non sentivo di averne bisogno. Carlisle iniziò a parlare
<Vedi quello che ti dirò ora ti sorprenderà molto> sospirò e poi iniziò a raccontare <Sono nato nel 1640 circa a Londra, ero figlio di un pastore protestante che cacciava demoni, streghe e lupi mannari. Dopo che morì passo il suo lavoro a me. All'inizio non ero molto bravo, ma un giorno scovai un covo di vampiri. Era una notte del 1663 quando io e i miei seguaci andammo a scacciarlo dalle fognature. Probabilmente il vampiro ci sentì, emerse dal suolo e cercò di ucciderci. Molti riuscirono a scappare, altri morirono perchè il vampiro si nutrì del loro sangue e altri come me vennero morsi. Quando capì che mi aveva morso andai a nascondermi e rimasi lì tre giorni, il dolore era pazzesco ma se non volevo che mi scoprissero dovevo sopportare> Carlisle mi guarda e poi continua il racconto <Fu così che diventai un vampiro anche io. All'inizio provai ad uccidermi: mi buttai da montagne altissime cercai di annegarmi, ma niente. Sapevo che dovevo nutrirmi ,avevo capito cos'ero, ma non volevo uccidere delle povere persone ignare. Fu così che scoprì che potevo vivere di sangue animale.Nel 1918 facevo il dottore in un ospedale, era l'anno della spagnola, e io dovevo fare molti turni in quanto molti miei colleghi avevano paura di prendersela; a differenza loro io non potevo. Edward era uno dei tanti e con lui c'era sua madre. Elizabeth, durante un peggioramento del figlio, mi disse che dovevo salvarlo in qualunque modo possibile. Temevo avesse scoperto il mio segreto, ma nella notte Elizabeth ebbe una grave ricaduta e morì. Era da tempo che pensavo a crearmi un compagno, ma non avrei fatto soffrire a nessuno quello che avevo provato io. Però Edward era in fin di vita, decisi di portarlo all'obitorio e alla sera lo portai a casa mia e lo morsi. Qualche anno dopo facevo ancora il dottore in un altro ospedale. Una mattina arrivò Esme in fin di vita dopo essersi buttata da uno scoglio. Era grave aveva molte ossa rotte così decisi di fare la stessa cosa che avevo fatto con Edward.
Noi non invecchiamo, siamo immortali, immutabili e spesso ci dobbiamo trasferire.
L'altro giorno mentre eravamo a caccia ti abbiamo visto in fin di vita e ho pensato di fare la stessa cosa. Il tuo cuore era vicino al suo ultimo battito, pensavo non ce l'avresti fatta> mi guarda con occhi di chi si sente in colpa. Sospiro e finisco la frase
<e invece sono una vampira>
Esme annuisce mentre Carlisle abbassa lo sguardo come fanno i bambini quando si vergognano.
<Carlisle, grazie> alza lo sguardo e io faccio un sorriso timido. Il suo sguardo si riaccende e sta per farmi una domanda, ma la fa Edward.
<Prima nel bosco, come hai fatto a muoveti così velocemente? Insomma io sono il più veloce e tu sei stata una vera scheggia>
<Ah, ma non é normale quindi?> gli chiedo io sinceramente stupita.
<No per niente> cerco di trovare le parole quando Edward risponde
<Può essere>
<Che? Cosa mi sono persa?> Edward e Carlisle ridacchiano e infine Esme risponde
<Edward ha un potere, può leggere nel pensiero>
<Carlisle ha supposto che anche tu avessi un potere> continua Edward
<E che potere avrei?>
<Una sorta di teletrasporto credo. Vuoi fare una prova?> mi risponde Carlisle
<Certo>
<Prova a osservare questa stanza. Memorizza bene tutti i minimi dettagli. Come una foto> mentre parla faccio quello che mi dice
<Hai memorizzato> annuisco
<Vieni con me> e mi porta in una stanza al piano superiore. Mi chiude in quella che sembra una stanza da letto e mi dice
<Ora concentrati e immagina la cucina> senza nianche chiudere gli occhi ricostrisco la cucina nel mio cervello; faccio come nel bosco batto le palpebre una volta, come quando ero umana ne sento la necessità, e mi ritrovo nella cucina. Esme é sbalordita, Edward ride e Carlisle ci raggiunge tutto felice come un bambino con il nuovo giocattolino.
<Stupendo!> esclama. A quel punto mi sorge una domanda.
<Ma quindi io ora sono super veloce, molto forte, dura e fredda e con i sensi sviluppati?>
<No non dormi e brilli alla luce del sole cara> mi dice Edward
<Ok>
<Vuoi vederti?> mi chiede Edward
<ehm si> mi prese per mano e mi accompagno in camera sua presumo dove c'era uno specchio enorme.
<Guarda> allo specchio vidi una ragazza bellissima. Alta, snella, la mia pelle sempre leggermente abbronzata aveva lasciato il posto a una pella candida e bianca, i lineamenti erano ben definiti, ma tutto era in armonia.
Sulle spalle ricadeva la mia chioma di capelli castani, anche se non mi ricordavo di aver tolto la treccia. I capelli erano molto lucenti e avevano dei riflessi biondi e qui e lì c'erano foglie e rametti incastrati per la corsa fatta nel bosco. Alzai lo sguardo all'altezza dell'orizzonte...degli occhi
<Ah!>
<Tutto ok?>mi chiese gentilmente Edward
<I miei occhi? I miei bellissimi occhi marroni! Perchè sembrano due rubini?> Edward esclamò in una sonora risata
<Che c'è?>
<Niente é che é normale sai. Se continui la dieta a base di sangue animale, pian piano diventeranno oro topazio come i miei>
<Non mi piace comunque come colore>
<Puoi sempre patire la fame e ti diventerebbero neri> mi sussurra all'orecchio. Gli tiro una gomitata all'altezza dello stomaco e si piega.
<No grazie meglio topazio. Stanno in tinta con i miei capelli> e scoppiamo a ridere, mi sta simpatico Edward credo che mi piacerà stare qui.

E così iniziò la mia avventura da vampira.

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