7-verità

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Forks 1965

A Forks avevo conosciuto altre persone. Avevo conosciuto Rosalie, motivo della mia separazione, e Emmet. Rosalie aveva le caratteristiche tipiche dei vampiri e poi era alta e bionda, era una delle persone più belle che avessi mai visto. Emmet era alto e muscoloso e i capelli neri e riccioluti. Rosalie era vanitosa, arrogante e piena di sè; Emmet era diversissimo: simpatico, giocherellone, amava le sfide e i grizzly. Erano diversissimi e non capivo come facessero stare insieme, ma si vedeva che il loro era più un amore carnale.
Erano passati anche 10 anni da quando Edward mi aveva baciato, ma dopo quello basta. Mi teneva per mano, facevamo lunghe passeggiate e stavamo seduti nel bosco. Era diverso rispetto a quello che era stato con Richard. Richard era il "fidanzatino" di quando ero umana. Peró ultimamente quando mi prendeva per mano la guardavo e una vocina dentro di me diceva "sei sicura di fare la cosa giusta?". Poi un giorno stavo andando a fare la spesa e c'erano dei ragazzi che parlavano.
<Hai sentito di James e Amy?> disse il primo
<No che cos'è sucesso?> domandó il secondo
<Si sono lasciati> rispose il primo
<Cosa?! Ma sembravano così uniti. Come mai?> disse il secondo
<Vedi James era innamorato di Amy, ma Amy gli voleva solo un sacco di bene per non farlo soffrire ha finto di amarlo per non perderlo come amico. James ha capito che non era innamorato di Amy in quanto gli dava fastidio baciarlo. Alla fine si volevano solo un gran bene dell'anima, ma non tanto di amarsi> spiegó il primo. Venni travolta da quelle parole tanto che mi cadde il cesto. I due ragazzi si afrettarono a raccogliere le cose che mi erano cadute, mentre io me ne stavo lì impalata a ragionare su quelle parole.
<Tenga signorina> mi disse uno dei due porgendomi il cesto. Mi ripresi da quello shock.
<Grazie> dissi. Sorrisi e me ne andai.
Per la strada verso casa andai piano. Ragionavo sulle parole dei due ragazzini. Era vero? A me iniziava a dare fastidio stargli sempre vicino e Edward dopo quel bacio basta. Forse io avevo scambiato il mio profondo e sincero volergli bene con l'amore mentre lui, che mi voleva un bene dell'anima, aveva finto di ricambiare perchè non voleva che me ne andassi di nuovo. Ora sapevo cosa dovevo fare. Dovevo andare, di nuovo, ma questa volta non sarebbe stata una fuga. Lo avrei salutato, ma nel mentre che sarei stata a New York avremmo mantenuto i contatti. Ci saremmo scritti, ci saremmo chiamati al telefono, ma soprattutto sarei andata a trovarli spesso.
Entrai a casa e c'erano tutti tranne Edward.
<Edward mi ha detto di dirti che ti aspetta nella vostra radura> mi disse Rosalie schifata dalla parola "vostra radura". Rosalia era gelosa di me perchè Edward aveva sempre detto di no a lei che era più bella di me e questo gli dava fastidio.
<Uh chissà cosa devono fare> disse Emmet e tutti ridacchiarono. Emmet mi piaceva era simpatico giocavamo/sfidavano spesso assieme.
<Io devo tornare a New York> annunciai un po' insicura. A Esme cadde il vaso che aveva in mano, Carlisle abbassò lo sguardo, Emmet spalancò gli occhi mentre Rosalie fece un ghigno: già non gli stavo molto simpatica, man non mi sembrava giusto ridere delle disgrazie altrui e scoppiai. Alla mia velocità le andai incontro e la buttai fuori dal secondo piano e scesi anche io.
<La devi piantare ok?!> gli dissi ringhiando.
<Se non ti sto simpatica per non so quale motivo, ma la devi piantare di ridere delle disgrazie che mi capitano> gli urlai. Nel frattempo erano arrivati Emmet in soccorso della sua compagna e Carlisle e Esme per calmare la situazione. Se avessi voluto gli avrei battuti tutti e 4 da sola, ma io volevo solo mettere fine alle cattiverie di Rosalie.
<Anne calmati> disse Carlisle <non hai fatto così nianche da neonata>
<Avere pazienza non è la mia specialità> risposi. Emmet cercò di saltarmi addosso, ma io lo sentii e lo buttai in là. Presi Rosalie per il colletto della camicia e gli parlai con calma letale. Vedevo nei suoi occhi il terrore, era ora.
<Stai rischiando grosso lo sai> gli dissi. Lei annui velocemente e poi aggiunse.
<Scusa io non volevo. Io...io...> balbettó
<Hai paura?> gli dissi
<Si molta> stava per aggiungere qualcos'altro, ma io parlai prima sorridendo.
<E finalmente> dissi alzando leggermente lo sguardo e aprendo le braccia. Emmet non potè far a meno di ridacchiare senza che Rosalie lo sentisse. Carlisle e Esme erano lì che mi guardavano stupiti.
<Scusatemi, ma dovevo fare prima di andare via. Non potevo più sopportarla> dissi. Es me mi guardó con sguardo triste.
<Allora è vero> mi dissi con voce cupa <È per colpa sua?> mi chiese infine.
<No, mia> affermai. Esme abbassó la testa e si appoggió a Carlisle.
<Vado a preparare la mia roba> annunciai e mi avviai verso camera mia.
Iniziai a mettere tutte le cose che avevo preso a Forks dentro ad uno zaino.
<Allora te ne vai davvero> era Emmet ero così assorta nel preparare la roba che non lo avevo sentito. Mi voltai verso di lui in modo che potesse vedere lo zaino <scusa se prima ho cercato di attaccare> disse un po' imbarazzato
<Scusa se ho attaccato la tua ragazza> dissi poi un po' ridendo dissi <beh però ti ho respinto questo prova che ho ragione io: sono più forte io> scoppiò in una fragorosa risata.
<Mi dispiace per come ti ha trattata Rosalie, ma lei é fatta così. E poi io non..>
<Non puoi dirglielo perché é la tua ragazza. Lo capisco, tranquillo> completai la frase. Lui sorrise imbarazzato e mi abbracciò. Era bello stare fra le sue grandi braccia, ma mai quanto tra quelle di Edward...cazzo Edward. Mi staccai.
<Devo andare ad affrontare Esme e come se non bastasse anche Edward> dissi un po' scocciata. Lui rise e disse
<In bocca al lupo, non scapperai tanto facilmente questa volta> e rise
<Ma piantala> gli dissi dandogli un pugnetto in pancia e ridendo.
<Mi mancherai> gli dissi seria
<Anche tu> rispose lui serio <Ora con chi perderò tutte le scommesse?> e rise di nuovo. Scossi la testa in segno di rassegnazione e sorrisi
<Non cambierai mai> dissi più tra me e me.
Andai giù, tra me e Esme non servivano molte parole. La abbraciai.
<Questa volta non me ne andro, sarà più un trasferimento. Verrò a trovarvi spesso, oppure verrete voi> Esme annui e si asciugò una lacrima inesistente. Eravamo davvero unite. Abbraciai velocemente Carlisle e poi feci una cosa inaspettata. Mi avvicinai a Rosalie che era ancora un po' indispettita da quello che gli avevo fatto. Si vedeva che in fondo era triste che me ne andassi. Allora la abbracciai, si vedeva che era stata presa alla sprovvista e non sapeva che fare quindi si limitò ad accarezarmi i capelli.
<Forse, forse, a qualcuno mancherai un pochino> mi disse
<Non potevo aspettarmi di meglio> dissi staccandomi e gli rivolsi un sorriso. In fondo non era cattiva aveva solo sofferto molto. Saluta i tutti con la mano e andai da Edward.
Edward era in mezzo alla radura un po' agitato, misi giù lo zaino e mi avvicinai. Lui mi guardò come per dire qualcosa, ma lo bloccai.
<Scusa> sputai, era stupito <Oggi ho capito una cosa>
<E cosa?> disse lui agitato
<Noi non ci piacciamo da stare assieme. É un periodo che mi davano fastidio tutte quelle smancerie é perché ho sbagliato. E lo sai anche tu> abbassò lo sguardo imbarazzato <Tu sei un fratello fantastico. Il migliore che potessi desiderare. Pensavo che l'amore fosse un sentimento fortissimo e indissolubile, ed lo é con la persona giusta, ma tu non lo sei. Io avevo talmente tanta paura di perderti un giorno che ho pensato inconsciamente a questa soluzione. Tu avevi a tua volta paura di perdermi e mi hai assecondato. Quindi scusa> finii
<Scusami. Ho solo peggiorato le cose> disse
<Forse si, forse no. Ora saremo più uniti di prima come fratelli. Ora non arrabbiarti> gli dissi lui mi guardò confuso. Sospirai e glielo dissi <Torno a New York>
<Cosa? No, tu non te ne vai. Non di nuovo. Hai appena detto che é tutto a posto> disse arrabbiato
<Non ho mai detto che é tutto a posto. Ti sembra normale mentirsi per 10 anni. 10!> abbassò lo sguardo e stava incominciando a piangere <Sta volta sarà diverso. Ci sentiremo, spesso, verrò a trovarti e tu vorrai a New York> annuì guardandomi negli occhi. Sorrisi <Quando ti troverai la tua compagna non dirgli di noi. Te lo dico perché ti chiederà delle ex e tu ti sentirai di dirglielo e non é giusto rifarti rivivere quel rimorso. Ok?> Edward era distrutto annuì leggermente <Ok?!> gli ripetei
<Sì> disse girando gli occhi. Mi abbracciò fortissimo e io ricambiai.
<Che ti lascio andare non significa che ne sia felice> disse <Mi mancherai ogni giorno>
<Anche tu> mi lasciò <Allora vado>
<La roba e gli altri?> mi chiese. Gli indicai la borsa e aggiunsi.
<Ho già fatto e ho fatto dire a Rosalie che gli mancherò> dissi ridendo l'ultima frase.
<Non ci credo> disse ridendo
<Chiediglielo sarà per sempre impresso nella sua mente> presi lo zaino me lo misi in spalla <Allora io vado. Tu trovati una compagna e non dirgli niente di me, e che dire buona fortuna e ciao> dissi sorridente
<Ciao> disse facendo uno di quei suoi sorrisi sghembi che mi piacevano un sacco. A quel punto pensai alla biblioteca sbatto le palpebre e il mondo inizia a diventare bianco, lo saluto con la mano non sicura che mi possa vedere e in un baleno mi ritrovo della biblioteca.

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